Numero 3 del 2008
Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
Testi pagina 45
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cessante lavoro di ricerca e documenta-
zione, organizzare dei corsi di formazio-
ne rivolti alle donne per rafforzare la lo-
ro autostima.
Su internet è possibile consultare una
interessantissima pubblicazione dal ti-
tolo "Overcoming Shadows" scritta e re-
datta dalla Women as Peacebuilders'
Team (davvero una "squadra di costrut-
trici di pace"!) insieme alla Lega. Nella
premessa del libro le curatrici ci tengo-
no a precisare che le storie raccontate
non sono "solo pensieri, ma azione". So-
no storie di donne che stanno facendo
esperienza di un mondo diverso in cui
loro sono protagoniste di cambiamento.
Scopo di questo libro è mostrare i ri-
sultati di due corsi di formazione rivolti
ad uno stesso gruppo di donne a di-
stanza di un anno l'uno dall'altro rivol-
to a donne birmane (sia in esilio che no)
e tenutosi in Thailandia. Il libro è com-
posto da una prima sezione, in cui le
ventidue partecipanti raccontano in pri-
ma persona, e "a partire dai loro cuori",
le loro storie personali, condizionate da
una diffusa cultura patriarcale, e da
una seconda sezione in cui le stesse don-
ne confrontano il loro modo di percepi-
re se stesse prima e dopo il momento for-
mativo facendo uso di metafore tratte
dall'ambiente naturale.
Le storie sono tutte molto toccanti e
verrebbe voglia di raccontarle una ad
una. Sono storie di cambiamento di
donne poco coraggiose, a volte terroriz-
zate dalla violenza maschile. "Sono cre-
sciuta convinta - scrive una di loro - che
al mondo ci fossero due tipi di esseri
umani: le donne alla mercé del cattivo
comportamento degli uomini, e gli uo-
mini che abusano sessualmente le don-
ne come e quando vogliono".
La maggior parte delle partecipanti
sono ragazze abituate ad avere una
scarsa stima di sé e che, imparando a ri-
flettere sulle proprie vite e a raccontarsi
l'un l'altra, scoprono che è possibile
"uscire dall'ombra". "Mentre condivide-
vo la mia storia nel gruppo - scrive Ywe
- mi accorgevo che la mia voce tremava,
ma mi sentivo liberata da un'ombra
oscura".
Yaung Lae Lae non è in esilio, ha pas-
sato il confine solo per frequentare il
corso, dove è tornata a distanza di un
anno, per riprovare ancora quella bel-
lissima sensazione di essere parte di un
mondo che cambia e crea cambiamento
e per rafforzare la propria comprensione
della sofferenza delle donne e, attraver-
so loro, di se stessa: "il corso mi ha por-
tato a comprendere cosa vi è alla radi-
ce dei nostri problemi. Adesso io so che
tutte le idee e credenze sono solo costru-
zioni umane che possono essere trasfor-
mate per migliorare la società. Ho anche
capito che uomini e donne vivono in un
ciclo di sofferenza dovuta ad un sistema
patriarcale profondamente radicato".
Thoo Lay Bo ha scelto come metafo-
ra di sé una violetta: "a differenza di al-
tri fiori (in Birmania il fiore rappresenta
la donna) questo piccolo fiore viola non
spicca, ma è sempre bello. Ha resistito a
rabbia, ignoranza, egoismo e oppressio-
ne. Se a questo piccolo fiore conferisco
autorità, potrà continuare a fiorire,
nonostante l'oppressione maschile, e la
sua vita potrà trovare una autentica
pace".
Le organizzatrici di corsi come questi
(che sono molti sparsi per il globo e che,
soprattutto quando localizzati nel sud o
in parti del mondo depresse, meritano
tutta la nostra attenzione), partendo
dal presupposto che "niente è immutabi-
le e che ognuno di noi ha un ruolo nella
formazione e nella lotta per un mondo
migliore senza più violenza contro le
donne o altri", invitano tutte e tutti noi
a guardare ai loro sforzi, alle loro tra-
sformazioni e ad avere fiducia e speran-
za nel progresso umano.
Le donne birmane impegnate per i di-
ritti delle donne, sia attraverso campa-
gne politiche rivolte al cambiamento
della politica e delle leggi sia attraverso
il rafforzamento e la formazione indivi-
duale, sono persuase che la rivoluzione
della Birmania debba passare attraver-
so un processo di trasformazione, collet-
tiva e individuale, in cui la componente
di genere abbia una rilevante importan-
za, e in cui le donne siano protagoniste.
Conoscendo il tipo di personalità
della leader del prossimo governo de-
mocratico birmano (su di lei consiglio
la lettura del breve saggio di Cecilia Bri-
ghi in "La nonviolenza delle donne", a
cura di Giovanna Providenti, Lef Ed),
abbiamo fiducia che questo possa esse-
re possibile.
(Le immagini pubblicate sono tratte dal sito
http://lannaactionforburma.blogspot.com/ )
le donne nella resistenza nonviolenta al regime militare di
Myanair sfidano una secolare cultura di subalternità
e l'arroganza maschile del potere con iniziative concrete