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Numero 5 del 2009

La nuova Europa


Foto: La nuova Europa
PAGINA 45

Testi pagina 45

veri' si facessero vivi magari in qualche
comitato organizzato, reclamando dirit-
ti assurdi… Tutto è possibile.
Le difficoltà sono state quelle di spie-
gare cosa andavamo a fare. Malgrado
le spiccate sensibilità dei partecipanti,
mettersi in gioco, che in questo caso
equivaleva a metterci la faccia, non è
mai semplice. Alla fine questi 100 uo-
mini, attivati attraverso tante reti, gra-
zie al lavoro interpersonale di amici ed
esperti, sono venuti, hanno partecipato
con entusiasmo e tutti, credo e spero, si
sono sentiti liberati proprio, finalmente,
dal "fare". Io credo che, in generale, bi-
sognerebbe immaginare di poter fare an-
che cose che stanno fuori di noi.
Quali possono essere secondo te gli
argomenti chiave per far sì che
'clienti' si mettano in discussione?
I clienti non sono un'entità astratta.
Sono gli uomini con cui abbiamo a che
fare sempre. Penso che ci sia una re-
sponsabilità culturale, intima, dei due
generi. Ma penso che gli 'argomenti'
chiave non possano essere individuali, o
di genere. Non si può pretendere che un
individuo risolva da solo un problema
che viene dalla collettività, dall'educa-
zione familiare e sociale. Allora i temi
dell'amore, del sesso, dei sentimenti, de-
vono essere, come quelli della salute e
della sicurezza, di serio e profondo inte-
resse collettivo. Sennò è come educare
un bambino nella violenza, sperando
che da grande venga un brav'uomo e
poi chiedersi su cosa puntare per farlo
ragionare quando spara e stupra. Un
argomento secondo me è che non esisto-
no 'spazi in cui sentirsi utili'. A me sem-
bra paradossale che uno che vuole
esprimere un meglio, di sé, senza fare il
volontario di professione o per hobby,
può non riuscirci.
Ci vuole una catastrofe, come il ter-
remoto, magari diventare 'cliente' per
farti scattare un po' di compassione e
solidarietà per la tua vittima. Il sentirsi
utili è una necessità imprescindibile del-
la vita; se questa possibilità non viene
data, esercitata, riconosciuta, il mondo
si dividerà in chi naturalmente ce la fa
e in chi sublimerà per altre vie. Certo, la
ricerca spasmodica della felicità intesa
come patina d'oro, agio, denaro, slitta
sui mali del mondo, sembra una specie
di piaga d'Egitto. Spesso è entrando in
contatto col dolore degli altri, con le
tragedie, o anche solo con le difficoltà,
che si riesce a far leva su se stessi, met-
tersi in discussione.
Dal punto di vista umano e artistico,
quanto è importante la tua "vocazio-
ne a combattere il dolore"?
Io credo, soprattutto, nella capacità
tutta femminile di attraversare il dolore,
fino all'ultima stilla. Questo volerci sta-
re, dentro al dolore, nel senso di non sot-
trarsi, non sfuggirgli, ci rende straordi-
nariamente forti, senza saperlo.
Che sia un valore e che vada raccon-
tato, per contrastare questa immagine
di donna che si concia, racconta cose,
sentimenti emozioni sempre in modalità
maschile. Mi auguro che in situazioni
veramente estreme le donne riescano
certo a liberarsi di una sofferenza o di
una violenza, ma soprattutto a "imma-
ginare" una rottura con ciò che fa male,
che non è detto sia qualcuno o qualche
situazione, ma qualcosa che hanno den-
tro. Che trovino il coraggio e l'energia
per discuterlo, e se hanno la forza, per
modificarlo. E avvicinarsi ad altre don-
ne può essere molto importante per ri-
uscirci. Credo che la facilità con cui og-
gi si mollano sentimenti, relazioni etc.
sia il contraltare dell'eccessivo 'subire'.
Forse bisognerebbe ribellarsi a questi
due estremi. Da un punto di vista uma-
no, volendo utilizzare la metafora della
'vocazione', la mia è quella di 'combat-
tere l'ingiustizia', la prevaricazione. As-
solutamente determinante in ogni scelta
di progetto artistico e culturale. Sì, cre-
do che l'ingiustizia sia la mia antenna,
il mio "oriente".
Per info e contatti: www.violabuzzi.it email:
passaggio19@gmail.com
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parla l'ideatrice dello spettacolo ed evento che in tre atti
apre una riflessione sulla prostituzione e le Case Chiuse
Associazione i Tusci
Fondata nel 1998 da Maria Vittoria Bo-
sco e Viola Buzzi con artisti e artiste di
diversa formazione, ha soci in tutta Ita-
lia. Lavora sulla riproposta didattica del-
le tradizioni italiane e locali della Tuscia
con la produzione di eventi e spettacoli.
In oltre un decennio di attività tra ricer-
ca ed espressione, l'associazione ha a
cuore culture e storia "per reinventare
una qualità della vita migliore, che pog-
gi sulla memoria del proprio passato e
proietti la consapevolezza di sé nel futu-
ro". www.itusci.it
A 50 anni dalla
legge Merlin
Siamo partiti da Concerto d'amore. Dal-
la "traviata", Violetta, e da altre illustri
"traviate" accomunate dal nome viola.
Poi abbiamo ascoltato altre donne per-
dute, le italiane che 50 anni fa scriveva-
no alla senatrice Merlin l'inferno delle
case chiuse. Poi mancava qualcuno…
chi? mancavano gli uomini coinvolti in
tutte ste storie e allora siamo approdati
a 100 uomini al giorno - Evento in tre
atti intorno al mestiere più antico del
mondo: il cliente.
Documenti storici, canzoni, video, testi-
monianze, uno spettacolo all'Audito-
rium di Roma, l'happening dei 100 uo-
mini nella capitale con tanto di cartello
numerato. Presentato a novembre 2008
per il cinquantenario della legge Merlin,
questo evento continua essere propo-
sto, in versione ridotta, in diversi ambi-
ti. I più recenti: una tappa della staffetta
UDI contro la violenza e la lectio magi-
stralis di Spirali di violenza presso l'Uni-
versità Roma Tre. Viola Buzzi sta lavo-
rando per allestirlo nuovamente in au-
tunno.
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