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Numero 3 del 2009

Una festa nella crisi: lotta marzo


Foto: Una festa nella crisi: lotta marzo
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Testi pagina 45

noidonne marzo 2009 45
natore dell'Illinois, si recava ad Albu-
querque, in New Mexico, per incontrare
i leader di tribù, che vivono nelle riserve
create oltre un secolo fa: accolto con ca-
lore in una cerimonia disseminata di
simboli pellerossa, il futuro presidente
aveva spiegato che il suo programma di
aiuti era destinato a favorire le famiglie
più deboli del paese, fra le quali si con-
tano numerosi componenti delle tribù
pellerossa, e concludeva che bisognava
impegnare il governo nella lotta alla
povertà, all'emarginazione ed alla di-
pendenza dal bere, e far cambiare quei
regolamenti che impedi-
scono ai nativi indiani
di proteggere i propri
territori dalle specula-
zioni edilizie.
Con questo impegno,
Obama desiderava con-
quistare i cuori e le men-
ti di oltre un milione di
indiani americani resi-
denti in ben 12 dei 22
Stati, che il 5 febbraio
(il "super Tuesday")
avrebbero votato per le
primarie. Per testimo-
niare la volontà di tene-
re alla sorte dei pelleros-
sa, egli poneva in cima
alla sua futura agenda
di presidente la nomina
di un consigliere per le
questioni degli indiani
americani, che avrebbe
lavorato nel team della
Casa Bianca, e l'orga-
nizzazione di summit
annuali con i rappresen-
tanti delle varie tribù.
La sua proposta incon-
trava il favore delle co-
munità pellerossa del
New Mexico e delle ri-
serve indiane del South
Dakota. Obama aveva
anche assicurato che da
presidente avrebbe ga-
rantito la tutela dei luo-
ghi sacri e delle tradi-
zioni culturali degli in-
diani americani. Dichiarazioni di soste-
gno al futuro presidente erano arrivate
anche da Joe Shirley, presidente della
Nazione Navajo.
La fiducia accordata dai nativi in-
diani ad Obama ha intensificato la bat-
taglia dei movimenti per l'eliminazione
del termine squaw dai nomi dei luoghi
geografici. Ed è così che l'Ufficio geogra-
fico nazionale di Washington ha già
cambiato titolo a ben 16 valli, insena-
ture e ad altri luoghi, racconta con or-
goglio Jacqueline Johnson del Congresso
nazionale degli indiani americani, se-
condo cui il successo più grande si è
avuto il 10 aprile 2008, quando l'Uffi-
cio federale ha cambiato titolo al Picco
della Squaw, un punto d'escursione fuo-
ri Phoenix (Arizona),
che ora si chiama Picco
di Piestewa, in onore di
Lori Ann Piestewa, una
giovane soldatessa
ispanica e membro del-
la tribù degli Hopi, uc-
cisa in Irak nel 2003.
Inoltre, nove Stati -
Minnesota, Montana,
Oklahoma, Dakota del
Sud, Oregon, Maine,
Florida, North Carolina
e Tennessee - hanno ap-
provato delle leggi, che
cambiano i nomi giudi-
cati offensivi di luoghi
pubblici.
Nonostante le attivi-
ste per i diritti delle
donne indigene ameri-
cane e native dell'Ala-
ska abbiano ottenuto
nel 2005 che il Violence
Against Women Act
(VAWA) includesse per
la prima volta un Titolo
(Tribal Title IX), che au-
torizza iniziative per far
luce sulla situazione di
violenza contro le don-
ne indigene americane e
native dell'Alaska negli
Stati Uniti (e dirette ad
ottenere giustizia per le
vittime), i delitti sessua-
li rimangono ancora
nella stragrande mag-
gioranza dei casi impu-
niti, a causa della complessità del siste-
ma giudiziario esistente. Una su tre di
queste donne è destinata ad essere stu-
prata nell'arco della propria vita. Negli
Usa si contano più di 550 tribù indige-
ne americane riconosciute dal governo
federale. Le tribù riconosciute a livello
federale hanno potestà giudiziale sui
propri cittadini e sulle proprie terre, ma
le donne indigene, che denunciano atti
di violenza sessuale commessi in territo-
rio tribale, rimangono intrappolate in
un labirinto, frutto della sovrapposizio-
ne di tre livelli giurisdizionali: tribale,
statale e federale. Ciò ingenera confu-
sione e incertezza al punto che alle vit-
time di violenza sessuale è negato l'ac-
cesso alla giustizia. I tribunali tribali
hanno poteri limitati nel giudicare simi-
li casi. Dai dati emerge che molti casi di
stupro avvenuti su territorio tribale, e
deferiti ai tribunali federali, non arriva-
no mai ad essere giudicati. Alle donne
indigene viene di fatto negata giustizia
e gli aggressori rimangono impuniti.
Bruce Duthu, professore di studi sui na-
tivi americani a Dartmouth, e autore
del libro "Gli Indiani Americani e la leg-
ge", ha chiesto che il Congresso risolva
al più presto il conflitto di giurisdizione
e stabilisca chiaramente a chi spetti in-
dagare e perseguire reati a sfondo ses-
suale che si verificano su terre indiane,
a prescindere se siano coinvolti o no
membri tribali. Un'altra battaglia su cui
è impegnato il professore è il risarcimen-
to nei confronti delle migliaia di donne
indiane sterilizzate tra il 1972 e 1976,
contro la loro volontà, senza una reale
necessità medica, e poste sotto il ricatto
della privazione della custodia dei pro-
pri figli. Oltre al rapporto di Amnesty
("Maze of Injustice, 2007") - sottolinea
Bruce Duthu - nessuna stampa interna-
zionale è intervenuta al riguardo.
A chi fosse interessato ad approfondire la con-
dizione e le battaglie della donna pellerossa, consi-
glio il libro di Mary Crow Dog "Donna Lakota", Mar-
co Tropea Editore, Milano 1997
la rivolta delle indiane d'America che rivendicano i loro
diritti. A partire dal divieto dell'uso di una parola
offensiva. Gli impegni del nuovo Presidente degli Stati Uniti
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