Numero 12 del 2011
Illuminata umanità
Testi pagina 45
TEATRO
DONATELLA.
PER SEMPRE
CONTRO
LAVIOLENZA
di Elisabetta Colla
di
FORTE, POETICO, PROFONDO
E DELICATO. È |L MONOLOGO
DI DONATELLA MEI
SUL ‘FATTACCIO' DEL CIRCEO
a tragedia del Circeo è sta-
ta, per tutti noi cresciuti
negli anni Settanta, il sim—
bolo della Violenza alle
donne per eccellenza, de-
liberatamente ed impune—
mente legata alla ‘lotta di classe’,
come si diceva un tempo, all’affer-
mazione del presunto potere ma—
schile dell’alta borghesia impren-
ditoriale e danarosa su due dicias-
settenni di periferia, tradite dalla gran voglia di Vivere e
godere della propria età . Donatella Mei, attrice, autrice
e poetessa (www.donatellamei.com) ha raccontato tut-
to questo, e molto altro, nello spettacolo L’importanza di
Donatella: da] “fa traccio †de] Circeo alla legge sullo stu-
pro, messo in scena con successo a Roma al Teatro di Do-
cumenti. Con grande profondità e delicatezza lo spetta—
colo evoca, rapidamente, il ‘prima’ e il ‘durante’ la tragedia
del Circeo (datata 1975), per soffermarsi invece sul
‘dopo’, sulla vita da superstite di Donatella Colasanti, so—
pravvissuta all’amica del cuore Rosaria Lopez. Il mono-
logo affronta l’aspetto della sua faticosa ricerca di giustizia,
tra i processi agli aguzzini e gli avvocati compiacenti, si
sofferma sul sostegno del movimento delle donne, e con-
duce fino al varo (solo un ventennio dopo, nel 1996) del-
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la legge che dichiara finalmente la
violenza sessuale reato contro la per-
sona cancellando l’ignominia del
reato contro la morale. Donatella
Mei narra le difficoltà di Donatel-
la Colasanti nel condurre una vita
normale pur dedicandosi a poesia,
llll scrittura e teatro, fino alla sua mor-
te avvenuta nel 2005 per un tumo-
re. In scena, Donatella Mei rivive e
fa rivivere agli spettatori la tragedia
e le sue tappe, anche a livello psi-
cologico, immedesimandosi nel
nome, nell’età anagrafica, nella provenienza da un quar-
tiere di periferia con la Colasanti, perché ‘al posto suo,
anzi loro, poteva esserci una di noi’. Emergono la vergogna
della connivenza e la forza della solidarietà , la dolce con-
solazione della poesia, le battaglie legali, gli slogan can-
tati in piazza, emerge la forza di una donna per la quale
rimanere in vita è stato un atto di estrema giustizia: ‘ha
scombinato i piani degli assassini, ha osato sopravvivere
e pure denunciarli! ’. Ma i dati parlano chiaro e Donatella
ce li legge sul palco: non bastano le leggi, perché di vio-
lenza maschile si muore ancora.
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IL TEATRO
DI DOCUMENTI
È situato nel Monte Testaccio di Roma, nasce e si struttura per vo-
lontà di Luciano Damiani, dedito fin da giovanissimo all’attività tea—
trale. Dopo avere compiuto una “rivoluzione" della scena del
Novecento, Damiani diventa architetto teatrale per inventare la
scena-teatro ininterrotta del Teatro di Documenti. A 58 anni, finan-
ziandolo completamente e costruendolo con la sola forza delle sue
braccia, Damiani si impegna in un'impresa solitaria e immensa dalla
quale nasce un luogo che è sintesi compiuta della sua idea di teatro:
uno spazio luminoso, un labirinto di sale, scale, specchi, un teatro-
tempio in cui la barriera attore-spettatore viene abbattuta. Dalla
scomparsa di Damiani, nel 2007, il Teatro di Documenti è diretto da
Carla Ceravolo che ha affiancato il Maestro per molti anni, lavorando
con lui anche alla sua costruzione, e si avvale della collaborazione
di Anna Ceravolo, Lia Milana e Sibylle Ulsamer. Il Teatro di Docu-
menti è dunque uno dei rarissimi teatri retto completamente da
donne. (E. C.)
noidonne | dicembre | 2011
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