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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
PAGINA 45

Testi pagina 45

che. Il film non ha un solo tema: al centro c’è innanzitutto
la storia di due ragazzi, con le loro emozioni, ma dietro
c’è un tema forte, di etica politica: dobbiamo chiederci,
nelle nostre scelte, che valore pensiamo di dare oggi ai gio—
vani, ai nostri ragazzi, che hanno visto e vissuto situazioni
come quelle di questi anni. ..

COME HAI SCELTO LA PROTAGONISTA FEMMINILE,

UNA RAGAZZA ROMANA BRAVA E PIENA DI TALENTO,

E COME VEDI LA RELAZIONE CHE S'INSTAURA FRA LEI

ED IL GIOVANE PROTAGONISTA?

Ho cercato la protagonista andando in zone di periferia
ed attaccando ovunque (nelle palestre, nelle scuole e al—
tri luoghi frequentati da giovani) annunci dove cercavo
ragazze intorno ai 20 anni per fare un film: fra le tante è
venuta anche Giulia, una studentessa di Tor Bella Monaca,
che non aveva mai recitato prima, e mi è sembrata quel-
la giusta. Per tutta la storia è Gina, la ragazza, che con-
duce il gioco della relazione, apparentemente sfrontata e
trasgressiva, ma alla fine c’è un ribaltamento, la forza e
la debolezza passano dall’una all’altro. Mi ha sempre col-
pito vedere le ragazze che da adolescenti, nei gruppi, nei
rapporti, sono più forti, più decise dei compagni maschi
ma poi, crescendo, spesso si ritirano, diventano più ac-
comodanti. Marco, il protagonista, trova proprio in
Gina la forza di ribellarsi e disobbedire, perché lei dà
l’esempio per tutto il film ed è ancora più insopportabi-
le l’idea che alla fine adotti una forma di rinuncia.

COME VEDI LE MAMME, COME QUELLA DI GINA,

CHE SPINGONO LE FIGLIE VERSO IL SUCCESSO 'FACILE',

CON QUALSIASI MEZZO?

Nel mio film non ho voluto giudicare né la mamma e né
la ragazza. Nel descrivere il rito della preparazione del—
la figlia all’incontro con l’onorevole, che sembra quasi la
preparazione ad un matrimonio, la madre è completamente
in buona fede. Sono convinta che molte mamme creda—
no veramente che questo sia il modo migliore per far ‘vi-
vere’ bene le figlie, per dare loro tutto il meglio.

DIVERSI FILM INIZIANO AD AFFRONTARE IL NOSTRO RECENTE
PASSATO....

Si, si dovrà tornare ancora per molti anni su queste te—
matiche, il rapporto fra maschi, potere e ‘bunga bunga’
è ancora ben presente. Non mi piace affatto che, ad esem-
pio, l’espressione ‘bunga—bunga’, come altre, sia entrata
nel nostro ‘lessico familiare’, venga pronunciata da mio
figlio di 13 anni e da tanti ragazzini della sua età, e che
tutti noi, compresi ovviamente i nostri figli, apprendano
questo ‘linguaggio’ e vedano immagini come quelle di ra-
gazze giovanissime che baciano facce di maiale. . .Noi che



lavoriamo con le immagini abbiamo una grande respon—
sabilità, dovremmo proporre immagini belle per contra-
stare la tempesta di immagini brutte che ha invaso il no-
stro Paese. Penso che si debba tornare ad una certa ‘sem—
plicità’, e questo per me coincide con la maturità. Sono
appassionata della realtà, non del realismo, ed ho volu-
to raccontare una storia con naturalezza: credo che il no-
stro Paese, se intende tornare ad una politica democra-
tica, debba riflettere sulla ‘normalità’, per troppo tempo
si è andati avanti con le rimozioni, oggi è tempo di ri—
flettere. Ma sono convinta che ci sia speranza altrimenti
non farei film, perché tutto ciò che faccio lo faccio pri-
ma di tutto come cittadina e nel finale del film, anche se
sembra molto duro, credo ci sia un’apertura possibile.

DACIA MARAINI
Le Lettere d’Amore sbarcano a Seoul

on cessa di stupirci l'energia vitale e la poliedricità di Dacia
Maraini, tra le sue passioni di sempre c’è quella del teatro e
una delle sue ultime creature autoriali, Lettere d’amore, è un
testo teatrale costruito come una storia
d’amore, attraverso il filo conduttore del car-
teggio autografo ed inedito tra Gabriele D'An-
nunzio e Barbara Leoni (una giovane
conosciuta a Roma dallo scrittore nel1887). Si
tratta di un monologo, in cui il personaggio di
Mara, figlia di Barbara, di fronte alle spoglie
della madre morta, ricostruisce il percorso di
questa forte passione. a partire dalla scoperta
, q delle lettere e del suo destinatario (non il
ì "I, A padre ma un ’certo' Gabriele), dando vita ad
x“ lx una storia di grande effetto e di contenuti in-
tensi, che suscita ampie riflessioni sull’amore e sulla famiglia.
Dopo diverse letture e performances in giro per l’Italia, Lettere
d’Amore acquisisce respiro internazionale: con la regia di Roberto
Agostini (un talentuoso autore e regista ro-
mano, anche collaboratore di Liliana Cavani)
lo spettacolo è stato rappresentato di re-
cente a Seoul, nell'ambito della Sezione tea- ,-
tro del Seoul Performing Arts Festival ' _'.
(SPAF), in collaborazione con l'Istituto di '
Cultura Italiano di Seoul, presso la Sala Mary
Hall dell'Università di Sen Gong, interpretato
dalla brava attrice Annalisa Picconi, che da
diversi anni collabora con Dacia Maraini ed
ha fatto parte di alcune sue produzioni re-
centi, fra cui Passiaffrettati. Filo rosso della
drammaturgia della Maraini è la condizione delle donne, insieme
all'impegno civile. Celebre come autrice teatrale per opere pro-
vocatorie, quali Dialogo di una prostituta con il suo cliente (1973),
lsogni di Clitennestra (1978), Maria Stuarda (1980), Veronica, me-
retrice e scrittora (1991), Camille (1995), 0 di denuncia, come Se i0
muoio ti dispiace (1972) e Stravaganza (1986), oggi l'autrice è pre-
sente in prima linea in molti progetti, dirige il Festival del Teatro
di Gioia, da Iei fondato, e gira il mondo con Passi affrettati, una
mise en espace contro la violenza sulle donne, ispirato a storie
vere rielaborate scenicamente.

A



Elisabetta Colla







noidonne | novembre—dicembre | 2012 43
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