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Numero 6 del 2012

Un fiore per Melissa


Foto: Un fiore per Melissa
PAGINA 45

Testi pagina 45

ta da Rilke e molte autrici) che nei sa—
lotti, suonando il liuto ri-citava i suoi
canti, fu definita da Croce, per la sua
libertà di amare: cortigiana. Ma non
lo era. Nel periodo fascista, per esem-
pio, ci fu un fiorire di autrici teatrali
istruite e di regime. Appunto, una sto—
ria anche politica. Ma venendo ai gior-
ni nostri le drammaturghe famose,
non sono italiane, ma inglesi, tedesche,
austriache e francesi perché pubblicano con case editri-
ci che sanno di scommettere, ma non di rischiare. La scrit-
trice francese Leslie Kaplan, nel suo testo teatrale: “Tou—
te ma vie j’ai été une femme”, affronta, con estrema leg-
gerezza, la questione dell’essere femminile-femminista e
s’interroga sulla cultura e sul significato dell’essere don—
na per un’intera vita e, per estensione, esserlo nella sto-
ria delle nostre madri e nonne. Il dialogo tra due donne
mostra via via le diverse consapevolezze dell’essere con
e nella propria pelle: il linguaggio gioca il femminile con-
sapevole che si narra attraverso due corpi e due voci. In-
somma, cosa nasconde e disvela l’appartenenza di genere?
E cosa vuol dire essere regina per un giorno (ci dice Don-
na 2)? Quella che è stata più appiaudita ha guadagna-
to...guadagnat0 delle cose...del]e cose.../ una casa..una cu—
cina..un viaggio. (Donna uno) Toure ma vie j’ai été une
femme/une femme/toute ma vie/est-ce que cette phrase
me semble bizarreP/non/parfois/parfoi/elie me sembie bi—
zarre/toute ma vie/j’ai ètè/ une femme...toute ma vie j’ai
étè une femme/cette phrase est immense...cette phrase re-
cèIe/je dis bien:rèceIe/te]]ement d’autre phrases.



COSA SIGNIFICA OGGI PARLARE DI TEATRO AL FEMMINILE,
NELLE AUTRICI EMERGENTI C'È UNA VISIONE POLITICA
DELLA VITA?

Parlare oggi di drammaturgia delle donne significa libertà
di raccontarsi al di fuori di ogni ideale maschile. Diceva,
credo, Baudelaire che l’ideale non è reale. È una gabbia.
Ofelia è in una gabbia, è dentro un punto di vista che la
vuole bella, vergine e innocente e suicida. Davvero? Non
regge. Se si parla di sé si esprime inevitabilmente un fem-
minile, ma non ancora un femminile politico se manca la
riflessione politica autonoma: al di fuori di... Se non si
dice: io non solo sto da un’altra parte, ma ci voglio sta-
re. Voglio (dico voglio) dire ciò che non si è ancora det-
to del mio genere e della mia cultura, se non si fa un sal—
to “mortale” la drammaturgia italiana non potrà tenere
il passo di quella straniera, non sarà confrontabile. Non
basta sorriderci, non basta dirsi “guarda bene, io so che
sono fatta così”. Questo sentire cerca, giustamente, di af-
fermarsi, fa un passo. Il femminista, invece, è politico e

no, non c’è in Italia una risposta “forte”. È faticoso, in un
certo senso ti isola (esperienza), ma deve diventare ne-
cessario. Per tutte. Le giovani, per esempio, non se ne oc-
cupano. Il loro sguardo è molto influenzato dal sistema
mediatico, dalla tecnologia: femminile? Sono una donna
e esprimo il femminile; femminismo? che c’entra? Il loro
atto è appropriazione di spazio pubblico che non sanno
“giocare“ che in superficie. Il femminile pare, a volte, im-
magine auto-riflettente. Non emergono che raramente temi
poetico—politici. Non sanno cosa vuol dire cultura delle
donne, appartenenza e perché sia necessario rifletterci. Per-
ché l’emancipazione è una margherita di quella serra che
si chiama libertà. È il piccolo fiore dell‘essere consape—
volmente liberate.

FRA LE TANTE
AUTRICI...

...che hanno gentilmente inviato a ‘noidonne' i loro testi, con
la supervisione artistica di Maria Inversi, citiamo il testo bel-
lo, intelligente e bilingue di Francesca Satta Flores: La donna
che ha partorito nel cielo, ritornerà, un testo teatrale poetico
e politico. Una riscrittura pensata e pensante di alcuni miti fem-
minile che sì ritrovano a rinascere tra guerra e ragioni di esi-
stenze, primo tra tutti: Elena di Troia.

“Qualcuno mi dice/quando essere fe/ice?/...quando mi pos-
so sedere?/...se posso piangere e quando?/Posso distrar-
mi ?/Avere paura?/Do/ore?/...Posso andare a preparare il

tè ?/Posso piangere quando il bambino muore?/Posso/scu-
sarmi/sparire/ascoltare/chiedere/pensare?”.

Citiamo anche iI testo di Maria Sandias Dove vad0?, un testo
ben costruito sul conflitto madre—figlia, analizzato attraver-
so un iper-patriarcato, la mafia: “Madre mia, non mi devi
proteggere/Mi devi liberare. “

Ed ancora Simona Verrusio che, in Fo/litudine, testo teatra-
bile ci dìce:“C0me stai? Come una lucciola inseguita, e per
veder/a, uccisa/Come una cornacchia blu che implora atten—
zione.../come un iguana esposto, senza sole/...c0me una
seppia/su un letto di ghiaccio spezzato/...c0me un topo di
serra, indeciso...

Citiamo inoltre - per il loro linguaggio o per la qualità della lin-
gua - anche: Chiara Boscaro, Sandra Tassi, Ester Tatangelo e
Cinzia Villari. Ricordiamo anche il catalogo di editi ed inediti
del Centro di drammaturgia delle donne di Firenze.

IN ORDINE DI APPARIZIONE:

Incontri segreti di Maria Inversi [testo di Marguerite Duras],
foto di Romolo Belvedere.
In scena Andrea Cosentino e Brunella De Biase

Smemorata [2010] di Maria Inversi, foto Cristina Falasca.
In scena Cristina Aubry

lo no. Dio conta le lacrime delle Donne di Maria Inversi,
foto Romolo Belvedere

Aldilà del Filo di Maria Inversi, foto Romolo Belvedere.
In scena Anna Dego e Federica Granata

noidonne | giugno | 2012







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