Numero 2 del 2012
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Testi pagina 45
QUANDO L'ÙMICIDIU
SCARDINA
IL POTERE MASCHILE
Rappresentata al Teatro Italia di Roma.
la tragedia di Euripide mantiene inalterata la propria forza
I celeberrimo testo di Euripide ispirato al mito di Medea, tragedia greca
e planetaria per eccellenza, è attualizzato con cura da Michele Di Mar-
tino e Maurizio Panici, quest’ultimo anche regista, nella convincente mes-
sa in scena dello spettacolo al Teatro Italia di Roma: orgoglio, passione, sa-
crificio, potere, libero arbitrio, scaturiscono come un flusso inarrestabile dal
proscenio allo spettatore, caricandolo dell’intero peso delle drammatiche scel-
te della protagonista, fino al gesto estremo, l'uccisione dei suoi stessi figli,
come atto simbolico e rivendicativo volto a punire l’infedele ed arrogante
marito Giasone, privandolo della discendenza. Medea è uno dei primi per-
sonaggi femminili a voler sovvertire, con un piano preciso elaborato nella
lucida determinazione di un dolore intollerabile - in primis per l’ingiustizia
sociale subita - le regole uomo-donna-società vigenti ai suoi tempi, non ac-
cettando di piegarsi ad un presente e ad un futuro decisi per lei da altri, da
una manovra di stampo maschilista, ma costruendo da se medesima il suo
destino, anche al prezzo di uccidere e sterminare la sua progenie (peraltro
già socialmente morta, poiché esiliata, e probabile vittima designata dei Co-
rinzi). Spietata o disperata, vendicativa o straziata, Medea - nella rappre-
sentazione di Euripide - rimane nel teatro di tutti i tempi una delle figure più
carismatiche e contemporanee, la cui furia ribelle ed i cui gesti estremi van-
no interpretati più profondamente nella loro valenza simbolica che non per
il rapporto causa-effetto legato alla diade tradimento-vendetta. Medea dice
no alla ‘pace sociale' costruita da Creonte e Giasone sulla sua pelle con un
atto d’ingiustizia supremo, lei stessa ed i suoi figli messi al bando per un ma-
trimonio d'interesse, dopo che lei ha lasciato tutto dietro di sé per seguire
il marito: dunque sarà lei a decidere, per sé e per i suoi figli, nessun altro.
Fra le tante attrici che nel tempo hanno rivestito il ruolo di Medea, si distingue
in questa occasione Pamela Villoresi (in un abito rosso fuoco tutt'altro che
casto, bella scelta di scene e costumidi Michele Ciacciofera), la cui carica dram-
matica e furente, ben dosata e densa di pathos, e la cui capacità di riempi-
re l’intero spazio di movimenti, parole e pensieri concitati, confermano il rag-
giungimento di doti attoriali elevate e sofisticate come poche. Non da meno
la magnifica attrice e cantante Evelina Meghnagi, coro e nutrice, coscien-
za ed interlocutrice privilegiata di Medea, sorregge con grazia e fierezza il
contraddittorio, cercando di posticipare l'inevitabile e cantando stupende,
dolcissime melodie antiche (perfino in aramaico) che sottolineano i momenti
topici del dramma. Fra gli altri interpreti, tutti bravi, Renato Campese, Mau-
rizio Panici, Silvia Budri Da Maren, Andrea Bacci e David Sebasti, nel ruolo
di Giasone. Le musiche di Luciano Vavolo ed i canti di Evelina Meghnagi ac-
compagnano il pubblico fino all'apice della tragedia ed alla catarsi, quando
il silenzio può ormai essere rotto solo da cantilene e lamenti, poiché nulla
più possono le parole.
Elisabetta Colla
Foto dl Francesca Pagllal
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rante la notte si trasforma come per magia, e si accorge,
anche grazie ad alcuni straordinari incontri, di voler an-
cora inseguire le sue illusioni molto più che ‘sistemarsi’
e guadagnare il più possibile come vorrebbe il suo solido
e prosaico suocero che odia Parigi. Nel dipanarsi della
trama, Allen intreccia sentimenti, relazioni e destini con
la consueta maestria (anche l’incontro casuale con una
coppia di conoscenti newyorchesi ha, nella storia, un
preciso obiettivo), e ciascun personaggio alla fine si tro-
verà di fronte a scelte inevitabili. “Mi sono divertito
moltissimo a presentare al pubblico la mia personale vi-
sione di Parigi - ha osservato il regista - come capita con
New York, che viene descritta in maniera sempre diversa
dai vari registi, anche io desideravo mostrare al cinema
1a mia Parigi ed i sentimenti che provo per questa città â€.
Fra le attrici, oltre alla magnifica Kathy Bates (nel ruolo
della grande Gertrude Stein, incredibilmente somigliante
alle immagini d’archivio), a Marion Cotillard, la bellis-
sima Adriana, ed a Rachel McAdams, la fidanzata di
Gil, c’è un piccolo cameo di Carla Bruni, che recita al-
cune scene nel ruolo di una guida turistica parigina. Stu-
penda la prima, lunga sequenza d’immagini della città ,
riprese ad ogni ora del giorno e della notte, tra foto-car-
toline e reportage.
noidonne I febbraio I 2012 43