Numero 10 del 2015
Madri
Testi pagina 45
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corteggiarla) ed i suoi demoni ed incubi, che la assalgono
nei momenti più impensati: finestre spalancate su uragani di
morte, sotterranei della mente che cercano spazio fra sogno
e realtà, paure sopite ed inconsce: da sempre lei si sente una
cosa ’e niente, una nullità, incapace di reagire e di mettere
alla prova il suo valore, raccontando così la storia di tante
donne come lei, nel nostro ed in altri Paesi, costrette a chiu-
dersi gli occhi e la bocca fino ad annullarsi completamente.
Questi momenti, che danno al film ed alla protagonista una
profonda irrequietezza, sensualità ed originalità, sono resi
con effetti speciali e giochi virtuali. Ben concepite e girate
anche le scene di vita fra Anna ed i suoi figli, quasi tutte in-
torno alla tavola, fra al-
legria, litigi e legami
autentici. La camera a
mano indaga il volto, le
emozioni ed il cambia-
mento che si produrrà
in Anna/Valeria, grazie
al recupero di un po’ di
autostima e della par-
te migliore di sé, alla
forza dell’autonomia
ed alla denuncia del
coniuge malavitoso:
dall’orlo del precipizio alla rinascita. Fra le altre opere ita-
liane presentate a Venezia, da segnalare Sangue del mio
sangue, di Marco Bellocchio, pellicola a metà fra passato e
presente ispirata alla storia di suor Benedetta, una monaca
murata viva nelle antiche prigioni di Bobbio perché accusata
di aver sedotto un uomo, con Alba Rohrwacher; Arianna di
Carlo Lavagna, presentato alle Giornate degli Autori-Venice
Days sul tema dell’identità di genere, del potere e della pre-
sunta anormalità, con Ondina Quadri (che si è aggiudicata
il Premio Miglior Attrice Emergente) e Valentina Carnelutti;
Non essere cattivo, del compianto Claudio Caligari (evento
speciale Fuori Concorso), tragico cantore della strada e della
periferia già noto per Amore tossico. b
Il CInema attraverso
I GrandI FestIval:
Locarno e Venezia
a roma
la collaborazione con la Fondazione Cinema per
Roma ha dato nuovo slancio alla manifestazione
Grazie alla rassegna Il Cinema attraverso i Grandi Festival: i film di Venezia e Locarno a Roma, che ha avuto luogo nel-la Capitale - organizzata da Anec Lazio, con il contributo
dell’Assessorato Cultura e Sport di Roma Capitale, della Direzione
Generale per il Cinema del MIBACT, in collaborazione con Fon-
dazione Cinema per Roma e col sostegno di Bnl Gruppo Paribas
- coinvolgendo 16 sale con oltre 70 proiezioni, è stato possibile
vedere quasi in contemporanea, nel caso della Mostra di Vene-
zia, e con circa un mese di distanza per Locarno (che si svolge
in pieno agosto) le opere più
importanti dei due Festival.
Per quanto riguarda Locarno
da segnalare un film iraniano,
dal titolo Paradise, del regista
Sina Ataeian Dena, vincitore
del Premio Giuria Ecumenica,
e dedicato alla condizione
femminile (e non solo) in Iran, che racconta le peripezie di una
giovane insegnante alle prese con i divieti e le vessazioni eser-
citati dal regime (non riesce ad ottenere il trasferimento perché,
all’esame obbligatorio per cambiare scuola,
non risponde correttamente a tutte le doman-
de di dottrina, come sapere quali minuscole
parti del corpo è consentito tenere scoperte in
classe, inoltre viene sospettata di non portare
il velo a casa e non essendo ancora sposata
a 25 anni, le vengono fatte proposte di matri-
monio in cambio della lettera di trasferimento)
e che lei, a sua volta, è costretta ad esercitare
sulle sue alunne per ogni inezia, bambine che
subiscono un vero e proprio indottrinamento
quotidiano, finché due di esse non vengono
rapite (probabilmente per matrimoni precoci, poiché è lecito spo-
sare ‘donne’ dall’età di sei mesi) e non fanno più ritorno. Dal pano-
rama internazionale al femminile della ricca selezione della Mostra
di Venezia, sono stati presentati all’interno della manifestazione
romana, film come Janis, della statunitense Amy Berg, poetico
docu-film sulla grande artista del blues-rock anni Sessanta Janis
Joplin (Fuori Concorso); The Danish Girl, di Tom Hooper, storia
di Lili Elbeuna delle prime persone (tra fine Ottocento e primi No-
vecento) ad identificarsi come transessuale e la prima ad essersi
sottoposta ad un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale
(Concorso); A peine j’ouvre les yeux, opera prima (Premio del
Pubblico e Premio Label Europa Cinemas) della regista tunisi-
na Leyla Bouzid, su una giovane cantante che, agli albori della
Primavera araba, si ribella al regime (Giornate degli Autori). Fra
le opere della Settimana Internazionale della Critica (SIC) molto
interessanti Motherland, film turco-greco della giovane regista
SenemTüzen (1980) ritratto di due donne, madre e figlia, sullo
sfondo della Turchia di oggi, sospesa tra modernità e tradizione, e
Tanna, degli australiani Martin Butler e Bentley Dean, sulla tribù
Yakel dell’isola di Tanna, dove non esiste il matrimonio d’amore ma
le regole impongono piuttosto unioni di convenienza che risolvono
conflitti con le comunità vicine.
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