Numero 9 del 2015
Diritto di famiglia 40 anni dopo
Testi pagina 45
43Settembre 2015
popolazione detenuta maschile e
femminile. Ispirandoci alla frase di
Amleto “D’ora in avanti, i miei pen-
sieri siano pensieri di sangue, o
non varranno niente”, l’Associazio-
ne risponde all’invito ad agire, ad
esserci per una giusta causa af-
fiancando alla vocazione artistica
una missione di impegno sociale:
divulgare la conoscenza e l’eserci-
zio del teatro, del canto, della dan-
za e delle arti visive come mezzi di
recupero sociale e di prevenzione
del disagio psichico”.
Altro splendido spettacolo Guerrie-
re-tre donne nella Grande guerra,
scritto ed interpretato dalla giovanis-
sima e straordinaria (un autentico
talento) attrice padovana Giorgia
Mazzucato, allieva di Dario Fo, ri-
chiama il tema della follia della guer-
ra e dei tanti ruoli che le donne pos-
sono giocare (come effettivamente
fu nella Prima Guerra): soldatesse,
madre e mogli, imprenditrici. Splendidamente sfaccettate, le
tre figure femminili in scena - segnate dalla tragedia bellica del
‘15-’18 - sono tutte affidate alla scrittura ed ai poetici cambi di
registro della Mazzuccato, la quale attinge all’enorme eredità
lasciata dall’incontro con Franca Rame, alla quale lo spettacolo
è dedicato. I personaggi sono stati disegnati sulla base di docu-
menti originali ed esclusivi di donne dell’epoca, con la supervi-
sione storica di Aldo Cazzullo.
Vincitore della Rassegna, FäkFekFik - Le tre giovani - Wer-
nerSchwab, un interessante lavoro autoriale che interpreta la
produzione del drammaturgo austriaco e la visione che egli
tramanda ai posteri. b
FILM D’ARTE E D’AMORE
TAXI TEHERAN
di Jafar Panahi
Nel suo ultimo film Taxi Teheran, Orso d’Oro al Festival di Berlino, il grande regista Jafar Panahi s’improvvisa guidatore di taxi nella sua città, Teheran, per mostrare
senza usare troppe parole, le difficoltà e le restrizioni del suo
Paese amatissimo, l’Iran. Girando da solo e in esterni, il regi-
sta ha raccolto alcune storie di vita, piazzando la telecamera
sul cruscotto del suo taxi, mettendosi alla guida, come attore,
per le vie di Teheran, nonostante il divieto di girare imposto dal
regime. Fra gli incontri più toccan-
ti che il regista si trova a fare, quel-
lo con un uomo che sta morendo
e chiede di poter fare testamento
sul telefonino dell’autista/regista,
affinché alla moglie non sia tolta la
casa, e quello con l’amica attivista
che porta rose in Tribunale, per
la causa delle persone ingiusta-
mente imprigionate. Altri momenti
divertenti, ad esempio, con il venditore di videocassette che
lo riconosce e dice ai clienti di essere suo socio, o con le vec-
chiette che devono compiere un rito sacro con il pesce rosso.
Un film pieno di umorismo, poesia e amore per il cinema. “Le
restrizioni sono spesso fonte d›ispirazione per un autore - ha
affermato Darren Aronofsky, Presidente della giuria del Festival
di Berlino 2015, in occasione della consegna dell›Orso d›oro
alla piccola Hana Saeidi, nipote del cineasta e interprete del
film - poiché gli permettono di superare se stesso. Ma a volte
le restrizioni possono essere talmente soffocanti da distruggere
un progetto e spesso annientano l›anima dell›artista (…) Jafar
Panahi ha scritto una lettera d›amore al cinema. Il suo film è
colmo d›amore per la sua arte, la sua comunità, il suo paese e
il suo pubblico”.
Elisabetta Colla
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