Numero 12 del 2006
Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie
Testi pagina 44
dicembre 2006 noidonne44
Milanese, Luciana Savignano èMilano e La Scala nei suoi tratti e
nel suo carattere più genuino. "La Scala
è sempre stata la mia casa, il mio invo-
lucro, il mio rifugio. Mi sentivo protetta.
Pensavo che non avrei mai potuto bal-
lare altrove. Poi le cose si sono incastra-
te anche con Béjart… Ma alla Scala
non ho mai bussato."
Finalmente è uscito un libro, forse il
libro che le rende il merito dovuto, il
libro intervista corredato da immagini
straordinarie che testimoniano la sua
storia personale e la sua carriera
"Savignano, anomalia di una stella" per
i tipi della Rizzoli e a cura di Valeria
Crippa, prestigiosa firma del Corriere
della Sera. Definita "Icona della danza
moderna, bellezza irraggiungibile, dea
di un olimpo dove non c'è più distinzio-
ne di sessi", aggiungo io schiva, dedita
all'arte della danza con un amore ed
una passione assolute che comunica
sempre ed ovunque, alla continua ricer-
ca di nuove forme di linguaggio e di
espressione del corpo in movimento
senza limiti e frontiere, protagonista di
un percorso artistico tutto da inventare
per un paese come il nostro, permettimi
di dire che se l'Italia non avesse avuto la
grande la grande fortuna di avere
Luciana Savignano, non solo il nostro
paese, ma anche noi italiani saremmo
un paese ed un popolo più poveri.
Generosa al punto di donarsi al pub-
blico anche sui palcoscenici meno adat-
ti alla danza, con quell'umiltà tipica dei
grandi "servitori dell'arte", coloro attra-
verso i quali l'arte riesce ad esprimersi e
comunicare emozioni profonde, quando
entra in scena lo spettatore viene subito
catturato dal suo magnetismo fatto di
gesti, di movimenti e di magia. Maurice
Béjart per lei ha creato ruoli mirabili tra
i quali "Bolero" (foto di copertina) "un
erotismo di mani, braccia, sussulti di
bacino anche se il mio erotismo è sem-
pre stato di testa ..". Capace di movi-
menti come non mai e simbolo di una
grande disciplina, afferma: "La fatica
fisica di una ballerina classica è stata
paragonata, per intensità, a quella di
uno scaricatore di porto. E' un mestiere
tra i più usuranti… Il mio fisico mi ha
aiutata. L'ho custodito accuratamente
per far sì che reggesse. E l'ho sempre
ascoltato, perché il corpo ti manda dei
segnali e se non lo ascolti si ribella".
Luciana Savignano artista ma soprat-
tutto donna che si racconta…
La nostra buona stella
Danza
Graziella Bertani
il libro intervista dedicato
all'artista che il mondo
ci invidia
Rileggendo Carolina
Un rilettura di alcuni racconti e una scoperta per
(quasi) tutti: la difesa delle operaie. "Credete che la
donna operaia non soffra ad abbandonare i suoi figli
per chiudersi in una fabbrica, in un opificio? Ma ella
pensa che se non lavora non avrà di che sfamare i
suoi figli...". E l'intervento si fa anche più ardito nel-
l'analisi sociologica: "Sapete di dove viene il male?..il
disordine, l'incuria nelle famiglie, la cattiva educa-
zione dei figli, le malattie, l'immoralità? Prima di tut-
to dalla miseria..." e seguono descrizioni dolenti delle
abitazioni dei poveri. "Carolina Invernizio. Nero per
signora" (a cura di Riccardo Reim, Editori Riuniti,
pagg 285 - Euro 18) con undici racconti e con il testo
'Le operaie italiane' offre uno spaccato dell'Italia umbertina e al tempo stesso ci
consente di rileggere le pagine di un'autrice dimentica, se non dileggiata, dopo la
sua morte. Ma non è certo negando una certa cultura italiana che si rende un ser-
vizio alla comprensione del nostro paese. (I.F.)
Donne coraggiose
E' di un bel rosso fiammante la copertina in
cui camminano donne che manifestano per ri-
vendicare lavoro, case, scuole. Per il 60° anni-
versario del voto alle donne l'Unione comuna-
le DS di Massa Lombarda hanno organizzato
un mostra: "Dieci donne, 10 passi avanti" a
cura di Silvia De Giovanni e Ombretta Donati,
e un libro. Dieci ritratti di donne note, dalla
Kulischioff a Nilde Iotti, che hanno fatto la
storia della nostra democrazia, fino a Emma
Bonino o Livia Turco che oggi onorano l'impe-
gno politico delle donne. Tante anche le 'don-
ne semplici' che con 'gesti grandi' hanno fatto
la scelta 'giusta', per la quale tutte noi siamo loro debitrici: da Teresa San-
deschi, prima donna laureata in medicina d'Italia a Luisa Spagnoli, che fon-
da un'impresa; da Gisella Floreanini, ministra della Repubblica partigiana
dell'Ossola a Maria Occhiopinti che a Ragusa guida la rivolta contro l'ulti-
mo ingiusto richiamo alle armi del '45 e finisce al confino. Il percorso te-
matico passa attraverso la storia, il voto, il lavoro.