Numero 10 del 2009
RU 486: la pillola ideologica
Testi pagina 44
Mestiere, arte, vita: cos'è per lei la
danza?
È vita. Ne è la ragione. Tutta la mia
esistenza ha turbinato intorno alla dan-
za; dall'età di nove anni alla scuola del
Teatro Regio di Torino, dove sono stata
prima ballerina e coreografa. Fino ades-
so che la scuola sono io a farla.
La sua vita artistica si è espressa an-
che attraverso forme di organizza-
zione sofisticata, fino a fare di lei
una personalità nella programma-
zione artistica. La sua evoluzione è
stata influenzata da mutazioni, dal
caso, dalla fortuna?
No, semplicemente dal mio modo di
essere. Presto, molto presto ho avuto il
desiderio di fare partecipo gli altri di
quanto avevo appreso. Da ragazzina,
all'uscita dalle lezioni organizzavo nel
giardino di casa esercizi alla sbarra per
gli amici. Nel corso di una carriera cre-
sciuta normalmente, ho sempre sentito
la necessità di avere un gruppo con il
quale esprimermi, di non ballare solo
per me. Durante la lunghissima attività
svolta in quasi cinquant'anni ho sempre
cercato di aprire luoghi dove la danza
potesse trovare uno sfogo anche per al-
tre compagnie che affiancavo al mio
spettacolo: come nel festival "Acqui in
palcoscenico" o in quello "dei Laghi", co-
me ad "Asti danza" o nell'ultimo alla
Fortezza del Priamàr di Savona. Sarà
così anche per la straordinaria struttura
che è stata appena assegnata alla no-
stra Compagnia.
Appunto di questa volevo parlare...
Il comune di Collegno ha ristruttura-
to l'antica Lavanderia a Vapore del
complesso dell'ex-ospedale psichiatrico,
un insieme di edifici bellissimi, molte
ancora in attesa di altri interventi. Il
sindaco, Silvana Accostato, donna effi-
ciente e di grandi intuizioni, ha trovato
i fondi. Non so come diavolo, ma li ha
trovati. Si trattava di assegnare una
funzione allo spazio rinato, ma quale?
A restauri ultimati, il Comune ha lan-
ciato un bando per l'assegnazione su un
progetto artistico di una compagnia di
danza residente e all'altezza di organiz-
zare attività di danza e corsi di perfe-
zionamento a livello internazionale. Al
primo bando, a cui non ho partecipato,
lo spazio non è stato assegnato per
mancanza dei requisiti richiesti. Ho ri-
sposto al secondo. Ho vinto con un bel
punteggio e ho sottoscritto un contratto
che ci permette di farne l'uso che si ritie-
ne opportuno. In questa Maison de la
Dance, l'unica in Italia, si svolgerà la
stagione invernale che si apre il 1° otto-
bre 2009 con lo spettacolo "Dal sublime
al Punk" con la compagnia della coreo-
grafa Karole Armitage.
Il BTT che dirige ha creato lavoro?
Oltre 15 dipendenti e collaboratori
aiutano a gestire contemporaneamente
quattro festival estivi, una rassegna in-
vernale, la rassegna di Asti, tutta l'atti-
vità della compagnia e una scuola d'al-
to livello.
Uno dei suoi punti di forza è anche
Matteo Levaggi, il suo coreografo
stabile. Che ne dice?
Nativo di Chiavari, a 14 anni si è
iscritto alla nostra scuola e subito ha ri-
velato il suo talento di
ballerino e di creatore Do-
po un'esperienza impor-
tante con Bigonzetti all'A-
ter Balletto e un tuffo nel
mondo televisivo che lo
affascinava - due mesi
con la Carrà - è tornato
fra noi con l'intenzione di
fare una coreografia sulla
Salome di Wilde. Il pro-
getto pareva sconsiderato
per i suoi vent'anni. Ma la
visione era originale: lui
nel ruolo del titolo, sareb-
be apparso asessuato co-
me la Luna. Io con il man-
to di Erode, né uomo né
donna, avrei incarnato solo il potere.
Presente al Festival dei Laghi, il critico
di danza del País ne ha immediatamen-
te lodato le qualità di coreografo di que-
sto giovane artista. Un lancio formida-
bile. Ora Matteo Levaggi non danza
più, ha capito che le cose vanno viste
con distacco. Ma continua la nostra
collaborazione, frutto di un'intesa che
lo ha lasciato evolvere in libertà.
Ottimi successi, tournée continue e
viaggi all'estero frequenti: da Lione,
che le ha commissionato una prima
assoluta "Primo toccare" a New York,
dove il direttore artistico del Teatro
Joyce vi ha scritturati per una setti-
mana a ottobre. E l'inaugurazione
alla Lavanderia con "Giselle", insu-
perato capolavoro romantico, è sta-
to applaudito anche grazie a due
grandi interpreti di Dorothée Gilbert
e Christophe Duquenne, primi balle-
rini dell'Opéra di Parigi. A proposito.
Quella è una storia che si esprime
con chiarezza. Oggi però la danza
tende ad essere gesto puro, astratto.
Incontra di più il gusto del pubblico
la formula classica o quella contem-
poranea?
Nei festival che vanno per la mag-
giore, magari interessantissimi per qua-
lità e linguaggi, oggi è di moda "la non
danza". Ma io porterò alla Lavanderia a
Vapore "la danza", che non deve sempre
per forza raccontare delle cose.
Per i tagli praticati, si sono rese ne-
cessarie delle contrazioni?
Noi abbiamo avuto
sempre contributi esigui,
non risentiamo assoluta-
mente dei tagli. Quando
sento parlare di 500.000
euro per fare un festi-
val…Beh, forse se gliene
sottraggono un po'… Io
con 100.000 euro devo
sostenere la gestione del-
l'ex-Lavanderia, riscalda-
mento e illuminazione
compresi. Penso che l'assi-
stenzialismo dovrebbe fi-
nire. Se nessuno avesse
questi megacontributi ci
sarebbero meno festival
inutili e più novità.
ottobre 2009 noidonne44
Intervista a Loredana Furno
La signora del balletto
Mirella Caveggia
la ferrea e gentile
"imprenditrice della danza"
che ha portato ai vertici
internazionali il Balletto Teatro
di Torino, è nata danzando
Primo toccare, coreografia Levaggi,
foto M.Cavalca