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Numero 9 del 2009

Dialoghi impossibili


Foto: Dialoghi impossibili
PAGINA 44

Testi pagina 44

settembre 2009 noidonne44
Nella vasta offerta festivaliera dellaCapitale, la selezione delle opere
del Festival Without Borders-Senza Fron-
tiere, presentato presso la Casa del Ci-
nema, colpisce particolarmente per l'at-
tenzione alle donne.
Il Festival, che intende promuovere
una cultura della conoscenza e della
contaminazione fra popoli, etnie e gene-
ri, è diretto da una donna, Fiamma Ar-
diti, che si divide fra l'attività di giorna-
lista d'arte (fra New York e Roma) e la
sua antica passione, quella del cinema,
materia in cui si è laureata alla Cattoli-
ca di Milano. La incontriamo, mentre
tiene in braccio un bambino straniero e,
contemporaneamente, gestisce con sem-
plice naturalezza, insieme al marito e
alla figlia, registi, giornalisti, spettatori
e tecnici.
Come è nata l'idea di questo Festival,
signora Arditi?
Tutto è iniziato due anni fa quando
un'amica libanese, Mariam Said, mi ha
invitato al Lincoln Center a vedere il
film Knowledge is the beginning sulla
creazione di un'orchestra fondata da un
palestinese e da un ebreo per dimostra-
re che, pur vivendo in Paesi in conflitto
ci può essere unione fra individui, da lì
ho deciso di fare il Festival, anche con
l'aiuto di un'amica cineasta, Janine
Quint. Poi ho chiesto a Felice Laudadio
la Casa del Cinema ed i patrocini a
Unesco, Nazioni Unite, Ministeri, Regio-
ne Lazio. Anche la Fondazione Roma, la
Feltrinelli ed il Goethe Institute hanno
sostenuto il nostro progetto. Noi non
diamo premi, il nostro festival preferisce
raccontare, per l'appunto "senza frontie-
re", coinvolgendo i giovani delle scuole
e nei workshop.
Come avete selezionato le opere?
C'è grande cura per la condizione
femminile.
La selezione si fa in modo naturale e
i film delle donne risultano validi arti-
sticamente e spesso per il messaggio che
propongono: in particolare Pray the de-
vil back to hell, di Gingi Reticker, sulle
donne della Liberia che hanno fermato,
unite, la guerra civile, poi Ramchand
Pakistani, della regista pakistana Meh-
reen Jabbar su un bambino che finisce in
prigione per sbaglio; Tuuba (l'albero sa-
cro del Corano), un film della regista
iraniana Shirin Neshat sulla condizione
delle donne nella società contempora-
nea (mai come quest'anno attuale); poi
il corto Feminine Masculine di una gio-
vane regista iraniana nell'ambito del
programma Democracy Now, su una
conduttrice di autobus a Teheran che
stravolge le regole e fa sedere le donne
davanti; infine Off and Running di Ni-
cole Opper, storia di una famiglia allar-
gata e di una ragazza afro-americana
adottata da due donne omosessuali.
Ovunque, le barriere dei pregiudizi si
aprono quando c'è compassione ed i ge-
neri non hanno importanza se ci si oc-
cupa di far crescere l'altro in maniera
amorosa. Per contribuire ad un mondo
senza frontiere bisogna impegnarsi fin
dai piccoli progetti quotidiani.
Cinema
Raccontare "Senza Frontiere"
Elisabetta Colla
un Festival che promuove
la cultura della conoscenza
e della contaminazione
tra popoli, etnie e generi
Prix Italia
Il Prix Italia, il più prestigioso concorso internazionale per programmi di
qualità espressi in ambito radiofonico, televisivo e telematico, porterà la
sua 61a edizione a Torino. L'evento, fondato a Capri dalla Rai nel 1948,
non è più solo una vetrina di eccellenza per addetti ai lavori, ma sarà una
piazza multimediale che si animerà dal 20 al 26 settembre. Nell'attesa, in-
trodurranno la competizione tre incontri - il 28 maggio (Raccontare il tea-
tro in TV), l'11 giugno (Musiche e radio) e il 10 settembre (Web, web, web)
- organizzati da alcuni enti fra cui l'Università di Torino che affiancherà al-
lo studio l'esperienza produttiva.
Il Premio si compone di 87 enti radiotelevisivi pubblici e privati prove-
nienti da 46 paesi dei 5 continenti e, caso unico al mondo, sono i loro de-
legati a deliberare la linea editoriale e a eleggere il presidente che cura l'e-
spansione territoriale (dall'anno scorso è il canadese Robert Rabinovitch).
Alla Rai risale l'organizzazione del concorso, la cui segreteria generale fa
capo a Giovanna Micella che ha illustrato in una conferenza stampa nel pa-
diglione Rai della Fiera del Libro il programma che coinvolgerà anche la Tur-
chia, il Canada, e il Mozambico.
La nuova edizione offre in più sedi un prospetto denso di arte, musica,
danza, teatro, fiction, cultura, informazione, incontri, work shop, un gran
convegno sul digitale, un'apertura in musica al Teatro Regio, dirette televi-
sive e un gran finale sabato 26 alla Reggia di Venaria, simbolo di bellezza
e cultura nel nostro paese.
Nomi illustri hanno punteggiato l'albo d'oro del Premio: fra questi Ingmar
Bergman, Peter Brook, Riccardo Bacchelli, Giorgio Pressburger, Bertolt
Brecht, Eduardo De Filippo, Ermanno Olmi, Andrzej Wajda, Roberto Ros-
sellini…Con questa eredità, e quella indicata da un bel documentario di
Italo Moscati a margine dell'evento, il Prix Italia promette il potenziamen-
to delle capacità di un lavoro comune, un bell'intreccio di scambi e di col-
laborazioni e la concentrazione su un'asse centrale di tante attività eccel-
lenti. Mirella Caveggia
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