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Numero 1 del 2009

Verso un nuovo mondo?


Foto: Verso un nuovo mondo?
PAGINA 44

Testi pagina 44

gennaio 2009 noidonne44
T2, la Triennale d'Arte Contempora-nea di Torino, riesce a centrare
l'obiettivo di promuovere iniziative arti-
stiche e culturali facendo "sistema", con-
tribuendo a uno sviluppo ben oltre il
semplice svago. La continuità dell'impe-
gno delle istituzioni e dei contributi di
sponsor privati rappresentano una car-
ta vincente, rendendo la città competiti-
va non solo dal punto di vista dell'offer-
ta industriale e tecnologica, ma anche
di quella culturale. Difficile decidere se
elementi commerciali e culturali siano
conciliabili, fino a che punto e con qua-
li compromessi.
"T2 si configura come un osservato-
rio sui nuovi linguaggi dell'arte a livello
internazionale, un progetto capace di
offrire al panorama mondiale un ap-
puntamento imperdibile per chi vuole
sapere dove sta andando la produzione
contemporanea". Con queste parole è
stata aperta la seconda edizione della
Triennale da Gianni Oliva, Assessore al-
la Cultura della Regione Piemonte e Fio-
renzo Alfieri, Assessore alla Cultura del-
la Città di Torino.
Sulla distinzione tra 'arte' e 'produ-
zione contemporanea' sarebbe opportu-
no riflettere. Ci sono video, immagini,
luci, opere a tecniche miste, tessuti, fo-
tografie, installazioni, suoni. Ogni arti-
sta fornisce una particolare lettura del-
la complessità del reale, attraverso tec-
niche espressive, mezzi e linguaggi di-
versi. Significati tra menzogne e verità,
tentativi di stupire o di alzare i toni per
emergere dal piattume, la corsa verso
l'originalità a tutti i costi, fino alla one-
sta trascrizione di esperienze, come ad
esempio la raccolta di lettere e fotogra-
fie di Nabih Awada. Akram Zaatari
con Untold espone immagini di prigio-
nieri politici in Israele che dal 1993 do-
po una serie di lotte e richieste ottenne-
ro il diritto di essere fotografati una vol-
ta ogni sei mesi e di poter scambiare fo-
tografie tra altri prigionieri o con fami-
liari. Questa è una delle sale in cui il
passaggio dal documentale all'emozio-
nale riesce, ma ancora non ha il sapore
dell'opera d'arte.
È un'esperienza ipnotica, alienante,
surreale, sintesi di grottesco, kitsch e ce-
lestiale quella di Ragnar Kyartansson,
con un ritornello cantato consecutiva-
mente per un'ora in una sala foderata di
satin rosa e che recita "Sorrow conquers
happiness". L'osservatore ascolta la me-
lodia in un continuo e fiducioso stato di
attesa del finale, in una semi-incoscien-
za delusa, tra confusione e ridicolo, co-
me di fronte all'assurdità del mondo, ra-
pito da note orecchiabili e poi sospinto
alla resa, come di fronte al trionfo del
dolore e della vanità.
Le opere esposte (qui, ma anche al-
trove) cosa hanno da offrire alla Bellez-
za? Linguaggi espressivi, opinioni, visio-
ni del mondo sintetizzate in materiali e
creazioni, spot a volte autopromoziona-
li, slogan, comunicazioni sullo stato
d'animo dell'artista, idee sul mondo e
sulla politica, sensazioni a volte media-
te da elementi intellettuali a volte no; se
questa sia Arte sarà il tempo a dirlo. O
le regole del mercato? O i galleristi? Do-
mande sempre attuali. Rimane da capi-
Triennale d’Arte Contemporanea
Malinconia creativa
Elena Ribet
JENNIFER BORNSTEIN
Nata a Seattle, Washington, nel
1970, vive e lavora a Los Angeles.
Sue opere sono state in mostra a
Santa Monica, Los Angeles, New
York, San Francisco, Mosca e Le Ha-
vre.
Nell'installazione di Jennifer
Bornstein emergono la poetica delle
piccole cose, della quotidianità, lo
stupore e la meraviglia attraverso
semplici stregonerie.
Celestial Spectacular, 2002 - research materials
KERSTIN CMELKA
Mödling, Austria, 1974. Vive e la-
vora a Berlino, ha esposto a Vienna,
Francoforte, Mosca, Düsseldorf e in
Corea.
Introspettiva, psicologica, politi-
ca, multistabile, Kerstin Cmelka al-
tera i contesti interrogando sé e lo
spettatore sul misterioso labirinto
significato/significante.
Dettaglio da Untitled (4 casts) (Senza titolo -
Quattro calchi), 2008 - courtesy l'artista
KOO JEONG-A
Vive e lavora a Berlino, nasce a
Seoul, Corea del Sud, nel 1967. Ha
esposto, fra l'altro, a Parigi, Berlino,
Londra, Mosca, New York.
Gotica, effimera, semplicemente
complicata, propriamente lunare e
lunatica, l'opera di Koo Jeong A ben
esprime il corpo a corpo dell'artista
con la sua creazione.
Untitled (Senza titolo), 2007 Courtesy l'artista;
Yvon Lambert, Parigi, New York, Londra.
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