Numero 2 del 2015
Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia
Testi pagina 44
42 Febbraio 2015
D
uro e sorprendente, ha avuto un notevole suc-
cesso nelle sale italiane Mommy, il nuovo fi lm del
giovanissimo Xavier Dolan (classe 1989), atto-
re, regista, sceneggiatore e doppiatore canade-
se, vincitore con questa pellicola del Premio della
giuria alla 67ª edizione del Festival di Cannes - in ex-æquo con
il fi lm Adieu au langage - Addio al linguaggio di Jean-Luc Go-
dard (e scusate se è poco per un autore venticinquenne…).
La mamma è sempre la mamma, anche per i canadesi, ed in
effetti Mommy parla di una giovane vedova, madre combattiva
ed esuberante di un turbolento quindicenne
con defi cit di attenzione ed altri disturbi del
comportamento, che si vede costretta im-
provvisamente a prendere in custodia il fi glio
a tempo pieno. Mentre i due cercano di porta-
re avanti una diffi cile relazione, scontrandosi
e discutendo in maniera non sempre orto-
dossa, un nuovo personaggio entra in scena,
Kyla, un’originale insegnante in anno sabbatico da poco tra-
sferitasi nel quartiere che, trovandosi in diffi coltà con la propria
famiglia e divenuta muta a causa di un trama, inizia a frequen-
tare madre e fi glio offrendo loro un aiuto che si rivelerà impor-
tante per tutti. Assieme, troveranno un nuovo equilibrio e tor-
nerà la speranza. Lo scottante tema dei rapporti madre-fi glio è
fondamentale per il regista il quale, a soli 19 anni, ha prodotto,
diretto ed interpretato il suo primo lungometraggio, J’ai tué ma
mère, basato su una sceneggiatura semi-autobiografi ca scrit-
ta all’età di sedici anni: il fi lm, selezionato al Festival di Cannes
2009 nella Quinzaine des Réalisateurs, ha vinto numerosi pre-
mi. “Sin dal mio primo fi lm - afferma il regista - ho parlato molto
dell’amore, dell’adolescenza, della transessualità, di alienazio-
ne ed omofobia. Ho parlato dei college e del termine spicca-
tamente franco-canadese “’speciale’, della cristallizzazione di
Stendhal e della Sindrome di Stoccolma. Ma se c’è un tema
che conosco meglio di qualsiasi altro, che m’ispira incondizio-
natamente e che amo sopra a tutti gli altri, è certamente mia
madre. E quando dico mia madre, intendo LA madre in senso
lato, la fi gura che rappresenta. Perché è su di lei che torno
sempre. È lei che voglio vedere vincere le battaglie, è attraver-
so di lei che mi pongo delle domande, è lei che voglio abbia
ragione quando avevamo torto, è sempre lei che ha l’ultima
parola su tutto. Ai tempi di J’ai Tué ma Mère, sentivo di voler
punire mia madre. Da allora sono passati solo cinque anni, e
credo che, per mezzo di Mommy, stia cercando di farla vendi-
care. Non chiedetemi altro”. Dunque un family movie che parla
di odio-amore, di prossimità e lontananza, di esistenze diffi cili
e complesse, di turbolenza e diffi coltà comunicative, ma an-
che una “una fi aba sfavillante, di coraggio, amore e amicizia”.
Bravissimi i tre interpreti principali: Antoine-Olivier Pilon, Anne
Dorval e Suzanne Clément.
A TUTTO SCHERMO
L’ULTIMO FILM
DI XAVIER DOLAN
SPIAZZA
E CATTURA
PER FORZA
VISIVA
E NARRATIVA
di Elisabetta Colla
‘MOMMY’,
OVVERO MADRI,
ADOLESCENTI DIFFICILI
E CRISI ESISTENZIALI
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