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Numero 10 del 2007

50E50: il 13 ottobre tutte a Roma


Foto: 50E50: il 13 ottobre tutte a Roma
PAGINA 43

Testi pagina 43

Quest'anno tutti parlano di lui, noivogliamo parlare di lei: Ana de Je-
sus Ribeiro, meglio nota come Anita
Garibaldi, nata in Brasile a Morrinhos
il 30 agosto 1821 e morta in Italia a
Mandriole in provincia di Ravenna il 4
agosto del 1849 per setticemia da gra-
vidanza a causa della morte del bambi-
no che aspettava. Aveva 28 anni ed era
alla sua quinta gravidanza. Terza di tre
sorelle in una famiglia, che oggi defini-
remmo appartenere al sottoproletariato
più povero ed incolto, fu fatta sposare
all'età di 14 anni con "un buon partito",
che di mestiere faceva il calzolaio. A di-
ciotto anni ebbe la forza di ripudiarlo.
Dopo qualche anno conobbe ed andò a
convivere, tra lo scandalo generale, con
Josè, ovvero quel Giuseppe Garibaldi,
mito e leggenda della guerriglia suda-
mericana. Di lei racconta in un piace-
volissimo libro per ragazzi Lia Celi,
giornalista specializzata nel trasporre le
storie di donne famose ad una dimen-
sione di racconto gradita e gradevole
per i ragazzi della scuola media e per gli
adolescenti. Lia Celi si è documentata
per quanto possibile sia su fonti italiane
sia su fonti sudamericane. Molto del li-
bro, che appare romanzato, sono in
realtà episodi raccontati per trasmissio-
ne orale come accade all'interno di ogni
famiglia e trascritti dalla attuale Anita,
sua terza pronipote. Per cui è vero che
Ana Ribeiro, il giorno in cui sposò il suo
primo marito, aveva le scarpe prese a
prestito; erano troppo grandi e ne perse
una all'uscita dalla chiesa, episodio
considerato infausto. Come è vero che
fu Anita a trasmettere molte competen-
ze a Giuseppe Garibaldi. Lui era un ma-
rinaio e non sapeva certo cavalcare, lei
era una amazzone. Fu lei ad insegnare a
lui come si cavalcava e come si condu-
ceva un cavallo in guerra. Se non ci fos-
se stata lei, forse, mai avremmo visto
l'icona immortale del Garibaldi a ca-
vallo. Era sempre lei che combatteva al
suo fianco nella guerriglia sudamerica-
na, ed era lei che conosceva il linguag-
gio crudo e la mentalità degli uomini
che ne costituivano l'esercito, per cui li
spronava - e spesso li insultava - ogni
qualvolta tendevano ad
imboscarsi o a non af-
frontare con la dovuta
decisione i momenti di
combattimento. Dal libro
si sente come Garibaldi
stimasse questa donna e
come non sia mai venuto
meno a questa stima.
Anita ebbe al suo fianco
una vita non semplice,
ma era la sua vita; ci si
buttò a capofitto ed af-
frontò ogni situazione,
compresa la madre di lui:
la suocera che a Nizza
tentò di farli dormire in
camere separate perché
non credeva che tra suo
figlio e quella donna
creola ci fosse stato un
regolare matrimonio reli-
gioso. Quasi certamente
furono i contrasti con la
famiglia di lui, l'ambiente
poco accogliente per una
donna abituata ad una
vita senza formalismi,
non ultimo anche l'aglio
della cucina ligure a cui lei non era abi-
tuata e che non riusciva a mangiare,
che la portarono a lasciare i suoi tre
bambini alla suocera ed a raggiungere a
Roma tra mille difficoltà e sotterfugi il
suo José, come lei lo chiamava, per con-
tinuare al suo fianco quella missione
patriottica, che lo ha immortalato nei
libri di storia.
Anita è rimasta nella storia perchè fu
capace di coerenza con se stessa e per-
ché la stima che Garibaldi aveva di lei
non è mai venuta meno. E' stato lui a
trasmettere agli altri, con aneddoti,
scritti ed opuscoli, la forza e la capaci-
tà che questa donna aveva. Ora è se-
polta al Gianicolo e non a Caprera co-
me Garibaldi aveva chiesto, perché la
terza moglie di lui impedì che fossero vi-
cini. Anita induceva gelosia anche da
morta.
noidonne ottobre 2007 43
Rossella Ciani
Ana, la guerrigliera
Anita Garibaldi
è morta a soli 28 anni, accanto al suo uomo braccato, dopo
aver dato a Garibaldi tre figli. Dovrebbe essere ricordata anche
lei nelle celebrazioni del bicentenario della nascita del suo Josè
Lia Celi - Anita Garibaldi - Edizioni EL , Trieste - ¤ 13,50
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