Numero 6 del 2008
1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?
Testi pagina 43
Una sedicenne del Minnesota, schiet-ta, intelligente e decisa, Juno
McGuff, è la protagonista del film-rive-
lazione Juno, vincitore dell'ultima Festa
del Cinema di Roma, firmato dal regista
Jason Reitman. Si tratta di una comme-
dia originale, con risvolti paradossali e
trasgressivi, che intende però lanciare,
con un linguaggio tutt'altro che usuale,
un messaggio "educativo" alle famiglie
ed alle ragazze che possano trovarsi in
difficoltà: se vi capita una gravidanza
indesiderata - sembra dire il film - non
perdetevi d'animo, ci sono molte solu-
zioni, fate come Juno. Per le tematiche
che affronta con stile scanzonato ed iro-
nico e per l'assoluta spontaneità dei
dialoghi (si è scelto un gergo del tutto si-
mile a quello parlato oggi dai giovani),
il film si colloca in uno spazio cinema-
tografico nuovo, a metà fra il filone sco-
lastico-adolescenziale e quello delle
nuove tematiche familiari: la genitoria-
lità consapevole, la famiglia allargata,
l'adozione. Juno, pochi mesi dopo aver
scoperto il sesso con Bleeker, un coeta-
neo timido e goffo alla sua prima espe-
rienza, si rende conto di essere incinta e
da subito decide, con grande lucidità e
senza drammi eccessivi (il che non si-
gnifica a cuor leggero) di non tenere il
bambino e mette a punto, in conseguen-
za di ciò, una sua personale strategia.
Per cominciare comunica la notizia ai
genitori, il padre e la matrigna, i quali
pur non essendo entusiasti assumono
tuttavia un atteggiamento di massima
collaborazione, sostenendo la ragazza
ed aiutandola nei suoi intenti. Successi-
vamente, scartata l'idea dell'aborto, Ju-
no decide che la cosa più sensata da fa-
re sia quella di cercare una coppia di ge-
nitori adottivi per il suo bambino ed ini-
zia a rispondere agli annunci sul gior-
nale (in USA sarà legale?): ovviamente
li vuole benestanti, anticonvenzionali,
belli, intelligenti ed amanti del rock.
Quando incontra Mark e Vanessa, una
coppia che vive nei quartieri alti e non
può avere figli, sembra che tutto vada
per il meglio, ma il finale del film riser-
va ancora nuove sorprese e Juno dovrà
fare appello a tutte le sue energie di se-
dicenne, appesantita dalla gravidanza
ed esclusa temporaneamente dal mondo
dei suoi coetanei, per governare i cam-
biamenti. Una volta sistemata la fac-
cenda del bambino, Juno riprenderà,
con una nuova e più adulta consapevo-
lezza, la sua vita di sempre ed il flirt
con Bleeker potrà trasformarsi in un
sentimento meno confuso. Le considera-
zioni, esplicite ed implicite, relative al-
l'importanza di superare le convenzioni
sociali e di prendere atto delle nuove
forme familiari e sociali esistenti, sono
affrontate con naturalezza disarmante e
con atteggiamento laico ma mai super-
ficiale, chiavi del successo del film. La
sceneggiatura originale, che ha vinto di-
versi premi, è stata realizzata da una
giovane blogger di nome Diablo Cody,
studentessa genialoide che durante il
college ha lavorato anche come spoglia-
rellista. Bravissima, nei panni di Juno,
l'intensa attrice canadese Ellen Page,
giovanissima come richiedeva il ruolo,
il cui look di ribelle riflessiva contribui-
sce non poco a fare di Juno un perso-
naggio indimenticabile.
noidonne giugno 2008 43
Elisabetta Colla
Juno, ovvero l’adolescenza consapevole
A tutto schermo
una ragazza-madre piena di
verve pianifica senza drammi
l'adozione del suo bambino
Una stellina accesa in memoria del padre
Chi non ricorda i fotoromanzi degli anni Settanta, in parti-
colare quelli diffusissimi della serie LancioStory? Storie d'a-
more improbabili, intrighi, azione, colpi di scena, come in
ogni fiction che si rispetti. Pure questo "genere" ha segnato
un'epoca ed ha raggiunto l'apice del successo proprio negli
anni della contestazione giovanile, probabilmente per le im-
magini ed i dialoghi che palesavano passioni libere e tra-
sgressive. Gli aspetti sociali e culturali del fotoromanzo ven-
gono messi bene in evidenza nel documentario 'Un volto tra
la folla', girato dalla giovane e brava Stella Gasparri (di for-
mazione attrice, soprattutto teatrale, e doppiatrice), qui alla
sua opera prima nella regia. Dedicato al padre, Franco Gasparri, amatissimo divo dei
fotoromanzi di quegli anni, il documentario ricostruisce la parabola umana e profes-
sionale di Gasparri, fino all'incidente motociclistico che, nel 1980, lo costringerà a ben
19 anni di totale immobilità, e quindi alla scomparsa dalle scene, fino alla sua morte.
"L'intento centrale di questo documentario è quello di restituire a mio padre, Franco
Gasparri, ed alla sua storia, una memoria il più possibile integrale, della sua vita pro-
fessionale e privata. Ci sono casi in cui i destini degli uomini si legano a quelli del mon-
do che li circonda. E' successo così a mio padre, la cui vita si è intrecciata alla parabo-
la del fotoromanzo. Insieme hanno attraversato un'epoca di grandi successi ed im-
mense soddisfazioni per poi scomparire a causa di eventi differenti ma legati da un fa-
to comune". Il vivido ricordo della madre della regista, Stella Macallè (anche lei scom-
parsa prematuramente), le testimonianze dirette di attori fra cui Zeudi Araya, Sandra
Milo e Valerio Mastandrea, le cui strade incrociarono quelle della famiglia Gasparri, le
numerose immagini di repertorio della carriera di Franco, conferiscono al documenta-
rio una forte carica emotiva ed un tratto personalissimo, senza scadere nella retorica.
Contributi importanti: la fotografia di Nicolas Franik, il montaggio di Alessandro Cer-
quetti e le musiche di Francesco Valente e Maurizio Masi. Dopo la presentazione uffi-
ciale al Festival Arcipelago di Roma, il documentario sarà presto disponibile in DVD.
Elisabetta Colla