Numero 5 del 2008
Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato
Testi pagina 43
Dietro il titolo strampalato di questospettacolo che procede con comica
leggerezza sul sentiero impegnativo del-
l'identità individuale, spiritosamente in-
gabbiato in una struttura geometrica se-
veramente rigida di Roberto Tarasco, si
dissimula il nome di un piccolo centro
del Lombardo Veneto che spande arie di
grande città, ma è afflitto da irrimedia-
bile provincialismo. "Synagosyty" è la
più recente realizzazione teatrale di Ga-
briele Vacis, un regista sempre giovane e
ricco di idee. Nel suo racconto teatrale
si assiste alla vicenda tragicomica di un
cittadino italiano come tanti altri, ma
afflitto da una differenza che lo ha as-
sediato fin da ragazzino: la sua pelle
non ha estratto la pigmentazione della
madre romana, ma ha preso il colore
olivastro del padre, un immigrato ira-
niano, che paralizzato da un mite senti-
mento di inferiorità ha sempre chiesto
scusa a tutti e non è mai stato capace di
farsi valere. Sarà stato solo per scherza-
re, ma la maestra lo chiamava "Ghed-
dafi" quando frequentava le elementari
e non ha mai trovato la complicità dei
compagni più grandicelli che lo chia-
mavano "mezza sega". E se gli scono-
sciuti gli indirizzavano sguardi obliqui
di sospetto, gli amici lo hanno sempre
trattato con sussiegosa benevolenza.
Quanto alle ragazze, qualche attenzio-
ne distratta gliel'hanno accordata, ma
poi seguiva rapido un ciao. Lui ha sem-
pre lasciato fare. Straniero in una terra
che gli ha dato i natali, ha studiato con
impegno e si è applicato nel tentativo di
fare della sua vita un'impresa solida e
ha incontrato una donna che lo ha af-
fiancato. Soltanto che il
trattamento che gli ha
riservato la cittadina
settentrionale in cui vi-
ve è scadente e lui un
autentico volo non lo
ha mai spiccato. Per un
riscatto resterà la spe-
ranza nella terza gene-
razione in arrivo. Poi si
vedrà. Il racconto grot-
tesco, arruffato ed effi-
cace di un'integrazione
fallita è interpretato da
Aram Kian, autore del
testo con Gabriele Va-
cis e vivacissimo attore
della scuola di Paolo Grassi. Nel rac-
conto che mette insieme adombra la sua
stessa vita, irta di intoppi affrontati con
titubanze e scoraggiamenti, ma tutto
sommato vinti con pertinacia. Gli fa
eco nei personaggi femminili Francesca
Porcini, che profonde spontaneità, sim-
patia e impegno. Prodotto dal nuovo
Teatro Regionale Alessandrino con il
Teatro Stabile di Torino, sostenuto da un
testo ben strutturato, brillante e ironico,
e interpretato con funambolesca agilità
dal protagonista, 'Synagosyty', che ave-
va già debuttato con successo a Valen-
za, diverte, insegna e ammonisce a do-
vere. Rappresentabile ovunque - "per
una persona, per mille o in televisione" -
come ha detto gli autori, per tre setti-
mane al Teatro Gobetti di Torino ricor-
derà divertendo che sopruso e discrimi-
nazione sono tratti sociali odiosi, sem-
pre visibili e duri da estirpare.
noidonne maggio 2008 43
Mirella Caveggia
Straniero nella sua terra
Synagosyty
un testo di Aram Kian e
Gabriele Vacis che diverte,
insegna e ammonisce a dovere
Bologna, una strage
da non dimenticare
"Il 28 febbraio 2008 in quella sala d'aspet-
to ricostruita ci ritroviamo, io, l'attrice Gem-
ma Messori e il cantautore Fabrizio Frabetti
per tenere vivo il ricordo di quel giorno con
lo spettacolo 'Dal diario di una rondine'. E'
stato uno dei tanti momenti voluti dall'As-
sociazione tra i familiari delle vittime della
strage di Bologna per non dimenticare". An-
tonella Iaschi racconta una serata davvero
'particolare', organizzata per ricordare il 2
agosto 1980, quando alle ore 10,25 una
bomba esplose nella sala d'aspetto della sta-
zione di Bologna provocando un crollo e in-
vestendo un treno in sosta al primo binario.
Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti,
persone provenienti da 50 città diverse ita-
liane e straniere. "Altri artisti prima di noi hanno vissuto questo istante e al-
tri lo vivranno nei prossimi mesi. Non so dove appoggiare lo sguardo, non
so dove riportare il ricordo. C'è lo squarcio sul muro attraverso il quale si ve-
dono i binari e ci sono i nomi, tanti, in un elenco che funge da lapide por-
tando memorie di morte in un luogo di transito, di movimento, di vita. Il 2
di agosto 1980, dove eravamo? Io alle 10,25 stavo viaggiando in moto ver-
so Parigi… ho saputo in ritardo, ho pianto sotto un altro cielo, ho sentito
sulla pelle il brivido di appartenere a una Nazione ferita... Ed eccomi qua ad
ascoltare Paolo Bolognesi, Presidente dell'Associazione 2 agosto 1980, che
parla di passato come fosse presente e a guardare mio figlio che tiene la sua
ragazza per mano disegnando il futuro. E' la prima volta che viene a un mio
spettacolo e ha portato amici. Credo sappia che questa sera noi 'adulti' ab-
biamo un testimone da passargli, una fetta di storia che deve continuare a
vivere perché il nome dei mandanti della strage possa essere scritto sui libri".
Isa Ferraguti