Numero 8 del 2010
Idee in viaggio
Testi pagina 43
41noidonne | luglio-agosto | 2010
APPRODI
rioso, sospettoso, generoso. Se av-
vicini le persone e non i luoghi co-
muni, ti si presentano in tutta la
loro ricchezza e nelle loro sfaccet-
tature, così come anche tu, che puoi
essere amabile o irritante a se-
conda delle situazioni e degli in-
terlocutori. Maman Christine, per
esempio, era simpatica nei mo-
menti di relax e insopportabile
quando entrava nel suo ruolo di
cuoca. Quello era il suo momento
di potere e le chiavi della dispensa
lo strumento di controllo, punizio-
ne o elargizione.
Il motivo del tuo viaggio è stato un cor-
so di formazione alle donne. Quali erano
gli obiettivi delle lezioni e alla fine che
idea ti sei fatta?
Abbiamo lavorato insieme sulle sto-
rie di vita, sulle autorappresentazioni
individuali e collettive, sulle attese,
sulle speranze, sui macigni materiali,
mentali, politici che si oppongono an-
che ad un minimo miglioramento.
Sulla percezione che comunque è
sempre altrove che si decide. Il sog-
giorno è stato breve ed è solo un ini-
zio, ma l’impressione che ne ho
tratto è di una grande vitalità di re-
lazioni. Loro non hanno certo biso-
gno di noi per sapere dove operare
e come, ma hanno bisogno di rico-
noscere il valore di quello che fanno
e che sia riconosciuto da altre. Han-
no bisogno di non essere lasciate
sole, di condividere, mettere in di-
scussione e rafforzare la via che
stanno percorrendo.
E noi abbiamo bisogno di loro per
imparare altre strade, per misura-
re i pregi ed i limiti di ciò che ab-
biamo fatto, per aprire l’immagi-
nazione ad una concezione multi-
polare dell’universo che non ci
veda, necessariamente e sempre,
protagoniste.
Cosa ti ha più colpito nel tuo viaggio e
soggiorno?
La sapienza della vecchiaia e del-
l’infanzia. Noi stiamo atrofizzando
la curiosità e vitalità dei nostri
bambini (rimpinzandoli di attività,
informazioni e cose) e rinnegando
il patrimonio della vecchiaia, del-
l’esperienza, della storia. Bambini
costretti a fare gli adulti e vecchi/e
rintanati/e in maschere giovanili-
stiche senza spessore e senza svi-
luppo. Tutti gli incontri quotidiani mi
riportavano alla semplicità dello
scorrere del tempo e alla sterilità
dell’eterno presente.
Perché hai scritto il libro?
Mi sentivo testimone di un lavoro
collettivo, caparbio e consapevole
della sua necessità e della sua for-
za, della possibilità di uno sviluppo,
della certezza che quelle sono le
basi per cambiare il mondo. A par-
tire dalla fatica delle braccia e del-
le gambe delle donne, dal loro im-
pegno a modificarne l’immagine so-
ciale, normativa, mentale.
TIZIANA BARTOLINI
Patrizia Politelli
DI NOTTE SI VEDE
ANCORA DI PIÙ
Ed Manni,
pp. 100, Euro 12,00
I LAVORI ‘DONNESCHI’
SONO UN’ARTE
di Rossella Ciani
Le sculture di stoffa di Louise Bour-
geois sono esposte a Venezia presso
la Fondazione Emilio Vedova fino al
19 settembre in una mostra dal tito-
lo “The Fabric Works” a cura di Ger-
mano Celant in collaborazione con
Jerry Gorovoy dello Studio Bourge-
ois, New Yorks. Per creare i lavori
esposti ha usato ago, filo, bottoni, fet-
tucce di cordella da orlo e
il tessuto dei canovacci da
cucina: idea che solo ad
una donna poteva venire,
a nome delle donne di
tutti i tempi.
Noi donne
a b b i a m o
sempre guar-
dato con af-
fetto e con
grazia gli
strumenti del
nostro lavoro, spregevolmente defi-
nito ‘donnesco’, poi una di noi, nata
in Francia il 25 dicembre 1911 e mor-
ta in America il 31 maggio scorso, ha
dato voce alle nostre emozioni tra-
sformandole in arte. L’attenzione è ra-
pita dall’idea e dalla capacità di que-
sta artista, che ha colto l’arte nel-
l’attaccatura dei bottoni, nel dispor-
re “ad arte” i buchi in cui passare il
filo, nell’avere visto nella quadretta-
tura degli asciugapiatti, un reticolo di
fondo su cui stendere il colore del
bottone e della fettuccia; facile da ri-
fare, creativo l’averlo intuito per la
prima volta. Ad accogliere i visitato-
ri c’è un enorme ragno in acciaio, sot-
to cui si può passare con comodità –
se ci si riesce emotivamente – ed è
l’artista che lo dice: “…il ragno lo as-
socio a mia madre, perché esso è un
animale che va ad intrappolarsi ne-
gli angoli, perché gli angoli nascosti
danno sicurezza. Ma lei non è in-
trappolata, anzi, cerca di intrappola-
re gli altri” . E tutte le tele rigate sono
cucite e disposte a tela di ragno. For-
se siamo ancora tutte molto intrap-
polate? L’arte ci libererà.
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