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Numero 1 del 2016

L'utero è mio e....? Maternità surrogata


Foto: L'utero è mio e....? Maternità surrogata
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Testi pagina 43

41Gennaio-Febbraio 2016
elementi, come nella Comédie Française. In Italia grasso che
cola se ti danno una o due settimane per fare uno spettacolo,
anche se si tratta di qualcosa di importante che ha compor-
tato tanto lavoro. In una grande città come Roma o Milano,
dove funziona perlopiù il passaparola, è impensabile tenere
uno spettacolo in cartellone per così poco tempo. Ci sarebbe
molto da dire su questo. Il guaio è che la politica ha rovinato
tutto. Le istituzioni e i dirigenti politici sono praticamente as-
senti, non vengono a teatro, non danno il buon esempio, ci
costringono a lavorare controcorrente, azzerano i contributi
utili a chi fa cultura, non incentivano chi merita, perpetran-
do una mentalità “mafiosa”, più che sostenere la qualità dei
prodotti artistici. C’è troppa distanza tra arte e istituzioni: c’è
mancanza di responsabilità, corruzione, clientelismi, e tanta
superficialità.
Che utilità può avere il teatro in tempi difficili
come questi?
In questo momento storico più che mai l’arte e il teatro po-
trebbero salvarci. La gente ha bisogno di incontrarsi, di stare
insieme per condividere speranza, sogni, voglia di libertà e di
andare avanti, cose che solo l’arte può dare.
Spesso incontri i giovani, nell’ambito
di seminari e masterclass organizzati da te
e Peter Stein, cosa si aspettano dal teatro?
Per fortuna ci sono giovani di gran talento che si appassio-
nano e credono in quello che fanno. Sono anche consape-
voli che questa scelta comporta molto sacrificio e uno studio
che dura tutta la vita. Recentemente ho conosciuto un gio-
vanissimo regista, Fabio Condemi, allievo dell’Accademia
Silvio D’Amico, che ha avuto il coraggio di mettere in scena
“Bestia da Stile” di Pasolini, un testo impegnativo e difficile,
con grande sensibilità e talento. Non mi dispiacerebbe es-
sere diretta da lui.
Progetti futuri?
Nei progetti futuri c’è un “Riccardo II” per la regia di Peter
Stein, dove reciterei nel ruolo del re. Un po’ come faceva Sa-
rah Bernard. In fondo perché no: al tempo di Shakespeare era
interdetto alle donne calcare il palcoscenico, è come pren-
dersi una rivincita. Ci sarà poi un esperimento musicale, trat-
to dalla Vedova Allegra, dove canterò in tutti i ruoli, in quello
della protagonista ma anche in quello di Danilo. Poi l’evento
“Lampedusa way”, con un testo scritto dalla poetessa sicilia-
na Lina Prosa. Mi piacerebbe anche che venisse ripreso lo
spettacolo multimediale “La nave Argo” di Giorgio Barberio
Corsetti, dove interpretavo la mitica Europa, nella magnifica
sala Ottagona, l’ex osservatorio astronomico di Roma, in col-
legamento con la Cripta Balbi e il Colosseo. Un bell’esempio
di come il teatro possa declinarsi in linguaggi diversi, sfruttan-
do al contempo tecnologia e archeologia, per valorizzare la
ricchezza artistica del nostro Paese.
È superfluo chiederti se riesci ad avere
del tempo libero?
Il tempo libero cerco di ritagliarmelo come posso. Ho una
casa in Umbria, in un piccolo borgo verde e suggestivo, dove
trovo la pace dell’anima e mi rigenero a contatto con la natura.
Lì coltivo le rose, invito gli amici, condivido le giornate con
gli affetti, medito e respiro aria buona. Tutte cose utili per ri-
caricarsi, per ricominciare più propositiva che mai, malgrado
questi tempi da medioevo! b
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