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Numero 6 del 2008

1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?


Foto: 1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?
PAGINA 42

Testi pagina 42

giugno 2008 noidonne42
Un’autobiografia che è anche Storia
Appena chiuso il libro la frase
che assale la mente - e prima
ancora il cuore - è: "una lunga
storia d'amore". In quale altro
modo definire un'esistenza in-
tensa, appassionata come quel-
la di Marisa Rodano (Del muta-
re dei tempi. L'età dell'inconsa-
pevolezza il tempo della speran-
za 1921-1948, ed Memori, pagg
377, euro 18,00), che intreccia
indissolubilmente fin dagli anni
della giovinezza l'amore per
Franco - l'uomo della sua vita -
alla passione politica, la fede
religiosa alla militanza nel Par-
tito Comunista Italiano. Una
narrazione elegante che mescola sapientemente piccoli episo-
di di vita quotidiana a citazioni di personaggi e documenti di
rilevanza storica e illustra un vortice di attività che, non-
ostante le difficoltà economiche e le ristrettezze dell'Italia at-
tanagliata dalla morsa della guerra, passano dai moti di
piazza alle difficoltà di allattamento dei figli, dalle riflessio-
ni che portarono alla fondazione dell'Udi al contemporaneo
e affatto secondario problema di far asciugare i pannolini del
figlio che soffre di disturbi intestinali. Il senso della ricchezza
ed eroicità che le vite delle donne hanno, sempre, è reso tan-
gibile dal racconto della Rodano che, partendo dai ricordi di
famiglia, racconta gli anni dell'Italia del ventennio poi il pe-
riodo della clandestinità della lotta antifascista a Roma e si
ferma al 1948, preannunciando un secondo volume che arri-
verà fino al 1968. Non è un caso la data di inizio di questa
avventura: Marisa nasce il 21 gennaio 1921, lo stesso giorno
in cui fu fondato il PCI. E' anche tenendo conto di questo ele-
mento, forse, che il Presidente della Repubblica Giorgio Na-
politano "dinanzi a un vistoso attenuarsi del senso della sto-
ria" nella prefazione sottolinea l'importanza della "ricostru-
zione di esperienze umane, ideali e culturali e di vicende so-
ciali e politiche che hanno segnato il divenire dell'Italia del
Novecento".
"Sebben che siamo donne"
Frutto di una ricerca storica e di
una lunga fase di studio culmi-
nata nelle celebrazioni per il
centenario della Cgil, i due vo-
lumi - che si compongono di nu-
merosi saggi affidati a diverse/i
esperte/i - riconfermano che per
le donne "il lavoro ha rappre-
sentato nel passato e rappresen-
ta tuttora lo strumento più po-
tente di emancipazione, attra-
verso la lotta, la conquista e la
difesa di spazi crescenti di auto-
nomia e libertà", come asserisce
Guglielmo Epifani nella presen-
tazione. La curatrice Gloria Chianese si dice consapevole di
aver iniziato "un lavoro di scavo" nella costruzione di una
storia "della tradizione sindacale al femminile" al fine di "ar-
ricchire il filone di studi che pone al centro la dimensione
pubblica dell'identità femminile". La presenza nel sindacato
delle donne è stata offuscata, nonostante il valore intrinseco
delle lotte condotte, lotte che hanno contribuito in modo
spesso decisivo "anche se non sempre visibile" a sancire dirit-
ti e cittadinanza per tutti i lavoratori, uomini e donne".
(Mondi femminili in cento anni di sindacato, a cura di Glo-
ria Chianese, ed Ediesse, due volumi, euro 40,0)
Libri
a cura di Tiziana Bartolini
Umbria / Democrazia paritaria
"Democrazia paritaria: verso le nuove leggi elettorali regionali. Problemi e proposte". E' il titolo dell'incontro che il Centro per
le pari opportunità della Regione Umbria ha organizzato a maggio a Perugia alla presenza della costituzionalista Diletta Tega,
della senatrice Franca Prisco e delle Presidenti degli organismi di parità di alcune regioni italiane.
"L'evento ha messo al centro della riflessione un tema di assoluta rilevanza per la politica delle donne - ha dichiarato la presi-
dente del Centro Daniela Albanesi -. Infatti uno degli obiettivi prioritari delle politiche di parità, a livello comunitario, naziona-
le e locale è il sostegno alla partecipazione delle donne ai processi decisionali, poiché soltanto una equilibrata presenza di don-
ne e uomini nei luoghi decisionali e della rappresentanza, costituisce la premessa ad una società più equa e democratica".
La persistente sottorappresentanza delle donne nei governi, nei vertici dei partiti, nelle istituzioni, nei processi decisionali po-
litici ed economici rivela una grave carenza di democrazia: pone infatti un problema di legittimità dei risultati, perché impedisce
che si tenga conto degli interessi e delle esigenze di tutta la popolazione nel suo complesso, uomini e donne. Solo superando
tale grave deficit democratico si potranno valorizzare e rispettare tutte le differenze e potenzialità di cui è ricca la società. La
disparità di rappresentanza tra i generi in tutti gli organismi decisionali non riguarda esclusivamente i "diritti delle donne", ma
interroga anzitutto la democraticità dei sistemi di governo. "Ed è per questo - ha dichiarato Albanesi - che chiedere a gran vo-
ce regole diverse, più adeguate ad una realtà che vede il crescente impegno delle donne nella società, la crescita dei loro livelli
di istruzione e di partecipazione, significa chiedere che la politica torni al suo reale compito, che non è quello della spartizione
del potere, bensì quello di promuovere l'elaborazione di regole di convivenza adeguate ai bisogni della società nel suo comples-
so, riconoscendo l'apporto fondamentale delle donne".
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