Numero 9 del 2015
Diritto di famiglia 40 anni dopo
Testi pagina 42
40 Settembre 2015
D
i monelli di strada senza casa e senza famiglia
che vivevano di espedienti e piccoli furti, cantan-
ti o saltimbanchi improvvisati, nella Parigi degli
anni ‘30, parla una canzone popolare: “Les mo-
mes de la cloche”. Edith Gassion, in arte Piaf,
era una di loro. La leggenda vuole che sua madre, Annette
Jeanine Maillard, cantante girovaga di origine livornese figlia
di un domatore di pulci, colta dalle doglie per strada, fu aiu-
tata a partorire da un “flic” nel quartiere povero di Belleville.
Il padre, Louis Gassion, era un artista di
strada: saltimbanco e contorsionista. In quel
periodo Louis si trovava al fronte della prima
guerra mondiale e Annette, con lo pseudoni-
mo di Line Marsa, per sopravvivere riprese la
sua attività girovaga subito dopo il parto e af-
fidò la piccola ai genitori, anziani e ubriaconi.
Quando Louis tornò dal fronte trovò un
corpicino malnutrito e coperto di infe-
zioni. Per questo non trovò di meglio che
affidare la bambina alla sorella, tenutaria di
un bordello. Ben presto la piccola diventò
la mascotte delle “signorine della casa”, ma
i suoi guai non erano finiti. A tre anni rischiava di rimanere
cieca per una cheratite mal curata. Praticamente chiusa in
casa, sola, per consolarsi Edith cantava, e i vicini aprivano le
finestre per ascoltarla. Finalmente, quasi all’improvviso, la sua
vista migliora. Il padre decide nel frattempo che la bambina,
ormai guarita, non può continuare a vivere con una zia “mai-
tresse” in un ambiente inadatto, la porta con sé, in un circo
dove lavora come saltimbanco. Ma il circo fallisce e Gassion
si ritrova senza lavoro. Non gli resta che tornare al suo primo
palcoscenico, la strada, insieme a Edith.
Quella bambina fragile e con una voce straordinaria com-
muove il pubblico che elargisce generose elemosine. A di-
ciassette anni conosce un giovane fattorino, Louis Dupont, det-
to “Petit Louis”. Qualche mese più tardi rimane incinta di una
bimba: Marcelle. Anche dopo la nascita di Marcelle, continua
la dura vita di stenti. La bimba si ammala e
muore di meningite. Edith fa una colletta per
provvedere alla sepoltura, ma non racimola
abbastanza. Mancano dieci franchi all’impor-
to richiesto dal municipio, e per quei dieci
maledetti franchi decide di prostituirsi.
Dalla strada ai locali malfamati il pas-
so è breve. Ma proprio in uno di questi, in
Rue Pigalle, viene notata da Louis Leplée,
proprietario di un cabaret degli Champs-
Élysées. Sarà il suo primo Pigmalione. Dopo
qualche mese Louis decide di lanciarla: or-
ganizza per lei una grande soirée invitando
nel suo locale i più bei nomi di Parigi. Tra gli altri sono presenti
Maurice Chevalier e Mistinguett. Edith va in scena con il solito
striminzito vestitino nero cui è affezionata. Pallida, immobile,
illuminata da un occhio di bue. Solo le mani si muovono, e la
voce. “Una voce così potente - confiderà Jean Cocteau dopo
averla sentita cantare - che proviene da un corpo così picco-
A cento Anni dAllA nAscitA un omAggio
Ad un’ArtistA frAgile e forte
AdorAtA dAl popolo
lA leggendA di
EDITH PIAF
di Alma Daddario
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