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Numero 9 del 2008

Stampa: libertà vigilata


Foto: Stampa: libertà vigilata
PAGINA 41

Testi pagina 41

"...ma la notte non disfacevo affatto
le mie tele... era un lavoro talmente bel-
lo e prezioso che solo una sciocca lo
avrebbe rifiutato… è ben vero però che
poi non avanzava mai nulla delle stoffe
tessute, e questo per un unico banalissi-
mo motivo: i miei abiti. L'abito è la ca-
sa di una donna, e quanti più abiti una
donna sa vestire quante più donne lei
stessa sa osare e scoprire dentro la pro-
pria anima. Lo shopping talvolta è arte
profonda e antica della muliebre e indo-
mabile vocazione alla vitale e gioiosa
trasformazione. Ho cercato il mio volto
negli specchi e ne ho trovato uno per
ogni specchio che ho casualmente incro-
ciato... e ad ogni volto di donna che ho
intravisto e intuito dentro me. Ad ogni
volto che ho fotografato e riconosciuto
mio fuori di me ho regalato una stoffa
per cucire poi un abito. Questa sera le
mie stoffe sono tutte per voi, le ho prese
dagli armadi più chiusi e le ho fatte vo-
lare davanti ai vostri occhi. E poi da al-
tri armadi ho preso tutti gli abiti cuciti
per ogni Penelope che ho incontrato e ve
li ho portati […] e ho costruito i centri-
ni di foto lì in alto che voi potete illumi-
nare con pile da minato-
ri poste nel capo".
È una Penelope del
2000, Claudia Fabris,
nata a Padova il 7 otto-
bre 1973. Costumista,
stilista, attrice di teatro e
fotografa, è un'artista
poliedrica e brillante,
che sa mischiare con gu-
sto tutte le forme espres-
sive. Ha esposto in nu-
merose gallerie e recitato
in teatri di tutta Italia.
Nel suo spettacolo-happening denso di
poesia " I centrini di Penelope", ha coin-
volto musiciste e muse, cantanti, balle-
rine, artisti, perfomer e altri personaggi,
riuniti nella scorsa primavera al Teatro
Maddalene di Padova, per il giorno
inaugurale del Festival De generazioni
2008 del TamTeatromusica. Anche iro-
nia nelle parole di accompagnamento
di Penelope: "Sola. Perchè gli altri sono
solo proci e con un piccolo anagramma
/ da principianti / dunque davvero por-
ci / ma in senso buono e totalmente / in-
nocuo / come il loro colo-
re / maialini rosa, da lat-
te e indifesi / e lei , lei no
/ niente affatto indifesa /
è lupa nera e con zanne
affilate e se li sbrana in
un sol boccone / e poi...
poi... poi ha sempre di
nuovo fame".
Nel corso della serata,
sono state esposte sue fo-
tografie con le sculture di
Ettore Greco, in una in-
stallazione con Laura
Anglani, archeologa e danzatrice. Clau-
dia Fabris ha poi costruito una stanza
con una tavola imbandita dove Carlo
Infante, libero docente di "Performing
Media", accoglieva i convitati, scelti di
volta in volta tra i presenti, offrendo ri-
flessioni, cibo e buon vino per nutrire
corpo e mente. L'artista concepisce lo
spettacolo affinché i visitatori possano
interagire direttamente, indossando abi-
ti da sera, posando su set allestiti dai
fotografi, facendosi acconciare i capelli
con aghi di legno intagliati e fili colora-
ti, nel centro di un giardino.
Il percorso artistico di Claudia Fabris
è, da sempre, quello di una ricerca con-
tinua della Bellezza come unica sintesi
possibile tra libertà e rispetto. Si tratta
non solo di vivere poeticamente, ma di
costruire un modo nuovo di vivere l'ar-
te, tracciando cammini in comune con
altre artiste, altri artisti, nuove forme
espressive. In questo senso, l'arte non è
vissuta solo come rappresentazione, ma
come uno stile di vita in grado di co-
gliere le trasformazioni, la complessità
culturale di cui siamo parte, scardinan-
do i pregiudizi senza vio-
lenza, al di là delle ideo-
logie, mettendo in contat-
to anima con anima.
Per questo Claudia Fa-
bris parla di "esercizi di
seduzione" ma anche di
"esercizi di sedizione,
esercizi... soprattutto nel-
le notti profumatissime di
Primavera di sedazione...
in attesa di Ulisse" e an-
che "se guardiamo atten-
tamente, le parole sono
esercizi di sé duzione...
come dire imparare a condursi intor-
no... in giro per il mondo". Così, la don-
na diventa giardino, dove comprendere
diverse culture e ragionare sul gioco,
sulla creatività, sulla magia, l'artista è
un'installazione vivente che rappresenta
un'ipotesi di vita, che indaga la solitu-
dine e parla al cuore come i frammenti
di Saffo e dice "In realtà siamo qui sem-
pre solo per chi è assente... specialmen-
te noi donne... o almeno io donna... che
nel mio corpo vivo la mancanza come il
canto dell'eccitazione perchè...".
noidonne settembre 2008 41
I centrini di Penelope
Esercizi di seduzione
Elena Ribet
Claudia Fabris riscrive il mito e i ruoli in attesa di Ulisse e
in attesa di una nuova dimensione di sé, in una performance
di immagini, abiti, parole e… budini
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