Numero 1 del 2008
Siamo in movimento
Testi pagina 41
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profonda consapevolezza abbiamo da-
to alla mostra un titolo evocativo. Il
2007 è stato un anno in cui abbiamo vi-
sto amplificate degenerazioni che han-
no una storia lunghissima: un anno fat-
to di violenze e di abusi; un anno in cui
a più riprese si è esercitata la censura
nei confronti della libera espressione ar-
tistica ed intellettuale; un anno in cui,
ancora una volta, si è fatto un uso pub-
blico del corpo femminile al fi-
ne di strumentalizzarlo e ren-
derlo oggetto. La mostra è il
frutto di un lungo monitoraggio
delle pubblicità apparse sulla
carta stampata.
Abbiamo selezionato quelle
che riteniamo le campagne più
significative e le abbiamo divi-
se in sezioni che esemplificano,
a nostro parere, alcuni degli im-
maginari attualmente più diffusi nel
mondo della comunicazione pubblicita-
ria. Le sezioni sono introdotte da una
breve riflessione, mentre ad ogni imma-
gine è stato dato un titolo che porta in
luce ironicamente il significato sotterra-
neo che attribuiamo al messaggio pub-
blicitario.
Mi ripeto, l'esposizione non vuole es-
sere un mero attacco alla pubblicità ed
ai pubblicitari: è una semplificazione
che non abbiamo nessuna intenzione di
avallare. Crediamo che la pubblicità ri-
fletta una cultura radicata e più o meno
consapevolmente condivisa, ma pensia-
mo allo stesso tempo che, scostandosi
solo raramente da certi stereotipi e luo-
ghi comuni, contribuisca a rafforzare
tale cultura.
Proprio per questo definiamo il no-
stro lavoro una sovraesposizione, per-
ché l'obiettivo, così come abbiamo scrit-
to nell'introduzione alla mostra, è quel-
lo di sollecitare una reazione nei con-
fronti di una rappresentazione che dà
per scontato la passività dello spet-
tatore e la sua totale identificazione.
Osservare meno distrattamente ciò
che ci circonda è per noi già un se-
gnale positivo di cambiamento".
non fanno la guerra ai creativi, ma osservano
l'uso del corpo della donna nelle pubblicità e sol-
lecitano l'attenzione dello spettatore.
Per farlo uscire dalla passività
Fuori luogo
Dopo aver preso in affitto un
teatro di posa fatto di doppi e
sensi e allusioni non troppo
sottili al sesso, come un
mago, il pubblicitario tira
fuori dal cilindro pezzi di
corpo femminile da accostare
casualmente ad un prodotto.
E' davvero questa la strada più
breve e più efficace per
convincere all'acquisto? Fuori
luogo il linguaggio
maschilista. Fuori luogo la
macelleria del corpo
Lesbo (è) Chic
Ma che cos'è il "Lesbo-Chic"?! E' un esempio di come il
mercato pubblicitario sia in grado di inghiottire e
cannibalizzare le diversità, travestendole con un linguaggio
ammiccante e provocatorio. Le donne che si sfiorano ma
non si guardano, vagamente abbracciate a suggerire una
certa intimità, non rappresentano un nuovo immaginario
erotico femminile. Infatti, con il loro sguardo rivolto allo
spettatore al di là della pagina, le donne di queste immagini
ripropongono l'usurato desiderio maschile di osservare una
scena di sesso fra donne. La complessità della relazione
lesbica viene banalizzata ad uso e consumo del linguaggio
del profitto e della cultura dell'ipocrisia.
Lesbo eterozigote?
Il frantoio della femminilità
Etichette Stupide si raccontano
"Etichette Stupide è uno spazio fatto di parole, corpi, desideri e
voci, che declina in modo trasversale la realtà senza racchiuderla in
stupide etichette. Nasce, nel giugno del 2005, dall'idea di un grup-
po di donne che sentivano l'esigenza di continuare l'esperienza di
condivisione iniziata durante il Master in Studi di Genere e Politiche
di Pari Opportunità, organizzato nel 2004 dall'Università di Bolo-
gna. Ci siamo incontrate nel disagio, di essere donne, di essere gio-
vani, di essere diverse, e ci siamo unite nell'agio, nato dalla scoper-
ta di riuscire a comunicare profondamente, nonostante (anche se a
noi piace pensare e dire 'grazie') le reciproche differenze. Ci occu-
piamo di promozione culturale con una particolare attenzione alle
tematiche di genere". Oltre a "Ma…donna? Stereotipi e rappresenta-
zioni del maschile e del femminile nell'Anno Domini MMVII" hanno
realizzato "Rifrangenze", progetto multimediale costituito da inter-
viste in cui non ci sono domande. "L'esperimento consiste nel solle-
citare in modo ludico gli intervistati, che estraggono le parole da un
sacchetto della tombola e sono liberi di dire tutto quello che viene
loro in mente. Obiettivo è mostrare le sfaccettature semantiche che
una parola può avere, ma anche la superficie mutata nella rifrazione
in cui c'è parte di noi e parte di chi è ascoltato. E' la fusione dram-
maticamente autentica di autocensure, tabù, stereotipi, volontà di
espressione e tentativi di comunicazione".
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