Numero 6 del 2009
Libere o sicure?
Testi pagina 41
noidonne giugno 2009 41
fici e riflessioni sempreverdi.
Katia Sassone
Ma...donne
Ed Giraldi, pagg 117, Euro 11,00
Un popolo guidato
dalle Madri
In un tem-
po lontano
ma indefinito,
forse quello
"dell 'Europa
Antica oppu-
re il periodo
del secondo
m i l l e n n i o
a.C.", si inse-
riscono i rac-
conti in cui le
protagoniste
sono la giova-
ne Kulìa, la
madre Irani e
l'anziana nonna Aranua, insieme a
molti altri personaggi. Giungono notizie
da lontano e la storia si accende...."Ku-
lìa non vedeva l'ora che giungesse il
tempo del prossimo raduno ma aveva
anche imparato che bisognava saper
aspettare, e così distolse lo sguardo e si
incamminò con le altre". La Morace ma-
neggia bene situazioni, personaggi e
materiali utilizzando le sue competenze
in materia antropologica, essendo inse-
gnante di Antropologia alla Scuola in-
ternazionale di Utopia socialista. Nel li-
bro si susseguono, affascinanti, illustra-
zioni in bianco e nero, riproduzioni di
manufatti cretesi.
Sara Morace
I racconti di domani
Ed Prospettiva, pagg 205, Euro, 17,00
Antigone e la libertà
Cinque le
aree temati-
che che l'au-
trice affronta:
emancipazio-
ne, società,
politica, laici-
tà cristiana,
realtà eccle-
siale passan-
do in rasse-
gna le princi-
pali tappe che
hanno segna-
to il cammino
delle donne: dalla Conferenza ONU di
Pechino al rapporto donne-Chiesa, dal-
le istituzioni di parità all'associazioni-
smo femminile, dalla conquista del di-
ritto di voto alla cittadinanza europea.
Perchè il libro? Per trasmettere "la me-
moria di un percorso non ancora com-
piuto" e per far "emergere l'importanza
di una riflessione antropologica sulla
realtà della donna, anche in ambito
cattolico, ancora da scoprire e da pro-
muovere". Chiaia, già insegnante di let-
tere, è stata Presidente del CIF (Centro
Italiano Femminile) dal 1989 al 1998 e
ha ricoperto vari e prestigiosi incarichi.
Scrive il libro perchè, come osserva Ce-
cilia Dau Novelli nell'introduzione, la
condizione femminile è solo apparente-
mente equiparata a quella maschile
mentre "in realtà è ancora arretrata e in
grande difficoltà soprattutto per quanto
riguarda la partecipazione politica";
anche perchè, fa eco nella postfazione
Silvia Costa, "la politica è diventata più
autoreferenziale ...e privilegia la comu-
nicazione mediatica, mentre si sono ri-
dotti i luoghi del confronto e del dialo-
go". Le cattoliche hanno parole da spen-
dere e pensieri da comunicare, osserva
Chiaia nell'intervista pubblicata nel li-
bro e raccolta da Filomena Marzovilli,
ad una Chiesa in cui dopo il Magistero
di Giovanni Paolo II "si è fatto meno at-
tento l'ascolto delle donne e meno av-
vertito il senso della loro presenza nella
realtà ecclesiale".
Maria Chiaia
Sulle orme di Antigone.
Emancipazione femminile e laicità cristiana
Ed Studium Roma, pagg 242, Euro 18,50
LE PAROLE CHE USIAMO NASCONDO-
NO O SMASCHERANO LE PAURE E I
(PRE)CONCETTI CHE I CONDIZIONA-
MENTI GENERANO. INTERIORIZZIAMO
I CONDIZIONAMENTI AL PUNTO DA
NON RICONOSCERLI PIÙ COME TALI
Cinzia Ricci, Conoscere le parole
In queste settimane andiamo a votare
per le elezioni Amministrative ed
Europee. Navigando sul web, mi sono
andata a guardare diversi "Statuti"
comunali e ho constatato che sono pro-
prio pochi quelli che prevedono buone
prassi o norme di democrazia paritaria.
Sappiamo bene che non possiamo pre-
tendere! La cosa però, più significativa,
che ho notato è che proprio non è pre-
vista l'identità femminile, si parla di cit-
tadini, di bambini, di consiglieri, di sin-
daci tutti coniugati solo al maschile, sia
al singolare che al plurale. Quando si
dice che le parole hanno un peso non è
per piaggeria, le parole danno significa-
to ai concetti alle pratiche, alla sostan-
za. Il linguaggio è uno strumento
potente da sempre usato per imprime-
re, fin dalla nascita, nel nostro incon-
scio, una costruzione della realtà secon-
do un preciso ordine sociale che ci
governa da secoli. Uscirne fuori è tut-
t'altro che facile ma dal momento stes-
so che ci si rende conto del grande
inganno, uno spiraglio di luce ci fa
intravedere la possibilità di potere cam-
biare punto di vista. Questo tipo di ope-
razione mentale diventa uno strumento
potente che ci permette di riconoscere,
evidenziare e smascherare l'uso sessista
della lingua. Persino Francesco Sabatini,
presidente dell'Accademia della Crusca,
già nel lontano 1987 raccomandava un
uso non sessista della lingua.
Care lettrici, se vi siete incuriosite, anda-
te a scoprire e segnalateci se, in quanto
cittadine, siete riconosciute come tali
dalla vostra Amministrazione oppure se
fate parte di quel "falso neutro" che è in
realtà termine maschile, il cammino
verso la piena cittadinanza può comin-
ciare anche da qui.
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