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Numero 2 del 2009

Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...


Foto: Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...
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Testi pagina 41

noidonne febbraio 2009 41
de rispetto per la professionalità. Ma ci
sono stati momenti nei quali mi sono
dovuta ricredere. Per esempio ho propo-
sto da poco un soggetto molto interes-
sante e sto cercando di finanziarlo ma il
fatto che abbia scelto come protagoni-
sta una donna, a livello produttivo, lo
ha penalizzato. Sembrerebbe una scioc-
chezza, ma "il protagonista" deve e vuo-
le essere un uomo: le attrici sono con-
tente, ma il coprotagonista si sente pe-
nalizzato, minacciato. Alcuni episodi
che mi sono capitati: mentre giravo un
film piuttosto drammatico sulla relazio-
ne d'amore fra due uomini, durante una
scena di grande tensione in cui i prota-
gonisti facevano l'amore, i macchinisti
del film si sono bloccati dicendo: "No,
non è possibile che due uomini facciano
l'amore così" e si rivolgevano a me di-
cendo "tu non puoi capire, tu non lo
sai…", in questa occasione il fatto di es-
sere donna mi ha messo al riparo da un
conflitto, ed ho potuto fare una media-
zione. Invece quando abbiamo girato
Billo, il Gran Dakhar ero un po' preoc-
cupata perché eravamo tre donne (io
come regista, una ragazza direttore del-
la fotografia ed una giovane ingegnere
del suono francese) a "dare ordini" con
una troupe formata tutta di senegalesi,
musulmani, alti due metri - anche a li-
vello fisico c'era una differenza schiac-
ciante. Invece non ho avuto problemi, in
Senegal c'è grande rispetto ed un modo
tutto africano di ridere nelle difficoltà.
Anche in Francia ho trovato molta pro-
fessionalità, tutti mi danno del voi,
mentre in Italia - soprattutto nel mondo
della fiction - ho capito che spesso era
un problema il fatto che io fossi donna,
poi superato ma intanto….
la regista del film commedia "Billo, il gran Dakhaar"
racconta le difficoltà di una professione affascinante
ma impegnativa. Soprattutto per una donna
Anche se non ha potuto ritirare di persona il Premio
Human Rights International 2008, perché le autorità ira-
niane non le hanno consentito di lasciare il paese per
venire in Italia, Nasrin Sotoudeh, la giornalista ed avvo-
cata iraniana impegnata nel movimento per la tutela dei
diritti di donne e bambini, è stata idealmente presente
attraverso la voce del marito, Reza Khandan, che ha
deciso di partire comunque accompagnato dalla figlia
Mehraveh, per ritirare il premio in vece della moglie.
Istituito dall'Associazione di volontari e sostenitori dei
diritti umani Human Rights International (HRI) di
Bolzano, in collaborazione con il Museo della Donna di
Merano, sotto la tutela della rete dei Musei delle Donne
"womeninmuseum", il Premio è alla sua prima edizione.
E' stata Shirin Ebadi, vincitrice del Premio Nobel per la
Pace nell´anno 2003, ad indicare il nome di Nasrin
Sotoudeh, sulla base del suo impegno in favore dei dirit-
ti delle donne e contro ogni discriminazione. Nota per
aver difeso i diritti delle minorenni e dei bambini mal-
trattati ed i minori di 18 anni condannati a morte,
Sotoudeh si è distinta anche per l'impegno costante in
difesa delle attiviste in lotta per il riconoscimento dei
diritti delle donne: di recente è stata arrestata per aver
aiutato, nella capitale, alcune donne accusate di aver
partecipato ad un incontro di protesta contro le leggi ira-
niane discriminatorie per le donne. "Non ci ha colti di
sorpresa l'improvviso divieto delle autorità di far partire
mia moglie - ha detto Reza ad un incontro tenutosi pres-
so la Casa Internazionale delle Donne a Roma, al quale
doveva partecipare Nasrin Sotoudeh prima di andare a
Merano per la consegna del Premio - infatti Sotoudeh è
in attesa di processo ed è libera momentaneamente solo
per allattare il figlio piccolo. Inoltre lei parla ogni volta
che può con i giornalisti stranieri e racconta loro cosa
avviene nel nostro Paese, così come hanno fatto le atti-
viste arrestate nel 2006 raccontando all'estero come il
diritto di famiglia (eredità, proprietà, affidamento dei
figli) non funzioni affatto per le donne. Alcune parla-
mentari in Iran lavorano per cambiare le cose ma si trat-
ta di un processo molto lento. Mia moglie vuole che la
voce dei nostri attivisti, delle donne iraniane e dei movi-
menti femministi si diffonda in tutto il mondo ed è per
questo motivo che ho deciso di partire ugualmente". Ma
la consegna del premio a Reza, avvenuta a Merano nel
mese di dicembre in occasione della giornata internazio-
nale dei Diritti Umani (come dichiarati nel dicembre
1948 dall´Assemblea Generale dalle Nazioni Unite) ha
reso ancora più urgente la necessità dell'azione. "E'
importante che l'Occidente - ha affermato Reza Kandhan
- ci aiuti a combattere la situazione che c'è in Iran in rela-
zione ai diritti umani e di donne, noi non ci stancheremo
di lottare per il perseguimento di questo obiettivo".
Come gesto concreto, per cominciare, è possibile aderire
alla Campagna "One Million Signatures" (campagna di
raccolta per un milione di firme), iniziata nel 2006
durante una manifestazione di donne riunitesi per cele-
brare la giornata di solidarietà femminile e terminata con
un pestaggio delle manifestanti da parte della polizia.
Nello stesso anno è stato varato lo Statuto della
Campagna finalizzata all'abolizione delle leggi discrimi-
natorie nei confronti delle donne. Le attiviste chiedono
in particolare: il riconoscimento della donna come sog-
getto giuridico; uguali diritti nel matrimonio e abolizio-
ne della figura del tutore; l'abolizione della dote e dei
diritti che i mariti vantano sulle mogli; la custodia dei
figli; uguali diritti al momento del divorzio, nel godimen-
to del diritto di proprietà e nell'eredità;l'innalzamento
della maggiore età che per le donne attualmente è stabi-
lita a nove anni. La campagna intende anche innalzare il
livello di consapevolezza delle donne sui propri diritti.
Nel corso di soli due anni la campagna ha coinvolto cen-
tinaia di donne, ha organizzato corsi di formazione per le
attiviste e aggiorna regolarmente due siti internet:
Change for Equality
(http://www.changeforequality.info/english/);
The Feminist School
(http://www.femschool.org/english/spip.php?article6).
E.C.
Il premio Human Rights International 2008 a Nasrin Sotoudeh
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