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Numero 1 del 2011

Il futuro in testa


Foto: Il futuro in testa
PAGINA 41

Testi pagina 41

mento: “il cambiamento
avviene anche senza che ce
ne accorgiamo. Viviamo su
una palla e turbiniamo in-
sieme con sistemi dentro si—
stemi che interagiscono con-
tinuamente. Ogni tentativo di bloccare alcuni elementi di
questo processo è un’astrazione e causa squilibrio, come suc-
cederebbe al funambolo sulla corda se avesse un arto legato”.
Una parola-chiave molto importante, nel pensiero bateso-
niano, è “doppio-vincolo”: una situazione senza via di fuga
che impone un obbligo creativo. Un esempio? Viviamo in
un sistema economico, dove una crescita sempre più rapi-
da, ritenuta auspicabile, peggiora le condizioni della po—
polazione, creando disuguaglianza, povertà e impatto sul cli-
ma globale. Lo sforzo creativo per uscire da questo gene-
re di doppio vincolo richiede un vero e proprio salto di qua—
lita verso un livello più alto, fatto di improvvisazione e crea-
tività. Un aiuto può provenire da una mente poetica ed este-
tica (altra parola chiave), che riesca a cogliere molte e di—
verse relazioni. “L’esperienza che avete nel leggere una poe-
sia, 0 nel guardare un quadro, è un’esplorazione inconscia
delle molte e diverse relazioni che l’artista è riuscito a co—
gliere.” (da intervista a Mary Catherine Bateson)”.

Nel cercare finanziamenti per il film, Nora ha rinunciato a
fondi di alcuni dipartimenti universitari perché non ha vo-
luto cedere alle proposte di potenziali finanziatori che vo-
levano si raccontasse il “loro” Bateson: l’antropologo olo

psichiatra o il naturalista, etc. Lei ha preferito raccontare
lo scienziato complesso, che aborriva ogni tipo di divisio-
ne settoriale, tipica della nostra cultura e di un modo di pen-
sare semplicistico, cui tutti noi tendiamo a ricadere. Persi—
no Gregoryl Come lui stesso dice nel film: “. . .è inculcato
dalle nostre importanti università, che credono che ci sia que-
sta ‘cosa’ detta psicologia, e che sia differente dalla socio—
logia, e quell’altra, chiamata antropologia, diversa dalle pri-
me due, e l’estetica ola critica artistica, ancora diverse e così
via; e credono che il mondo sia fatto di pezzi separabili di
conoscenza su cui, se siete studenti, potete essere esaminati
sulla base di una serie di domande scollegate, dette test di
vero/falso, o quiz, [. . .] Credere che ci sia una tale divisio—
ne influisce sulla nostra condotta in un sacco di modi. In-
fluisce su tutto il nostro sistema etico, sul nostro concetto
di salute, di malattia, di crimine. . . tutto si impernia su quel-
lo che credo sia una dicotomia senza sen-
so, per cui, se ce ne liberiamo il prima
possibile così da non averla più nel no—
stro vocabolario e da nessun altra parte,
saremo più felici... o un po’ più felici.
Questo è il tipo di mondo in cui vivo e
in cui mi auguro che voi viviate, tutti voi,
e per sempre - ma neanche io ci vivo per
tutto il tempo. . . Ci sono delle volte in cui
mi scopro a credere che ci sia qualcosa
che è separato da qualcos’altro”.
L’incontro col pensiero di Gregory Ba-
teson è per molti una sorta di sfida e pro-
vocazione riguardo il proprio modo di pensare. Accettar-
la significa procedere verso una modalità più ecologica di
pensare. Il primo passo è la consapevolezza dei condizio-
namenti culturali cui tutti siamo sottoposti. Il secondo pas-
so è imparare a osservare le cose: avvicinandosi a esse, po-
nendosi delle domande. Come funzionano? Funzionano in-
sieme con qualcos’altro? Quali sono le loro relazioni? Come
interagiscono? Come apprendono? E, ovviamente, come
pensano?

Secondo Nora in questa modalità di pensiero vi è una spe-
ranza per il futuro del nostro pianeta. Ma la speranza è im-
prevedibile. È un giro di ruota. Non si può né calcolarla né
programmarla. Suo padre le ha insegnato a spingersi un po’
più avanti i sentieri già tracciati da altri. Oggi lei lo insegna
ai suoi figli. E le capita spesso di stupirsi dalla loro capaci-
tà di comprendere e guardare oltre le contingenze. Le sor-
prese che ci riservano le generazioni future sono un esem-
pio di speranza.

Tutte le citazzbm' sono tratte dalיִlm “AVI ecology osz'fld”,
non ancora in dl'f anime

noidonne | gennaio | 2011







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