Numero 1 del 2007
Che sia un anno di PACS
Testi pagina 40
Si dipana da un nodo di rapporti am-bigui la vicenda tratta dalla sceneg-
giatura del film di Reiner Fassbinder Le
Lacrime amare di Petra Von Kant, a di-
cembre all'Astra di Torino in un'ammire-
vole resa teatrale prodotta dagli Stabili
dell'Umbria e di Torino, con la regia da
Antonio Latella, e l'interpretazione di
Laura Marinoni. Lo sfondo è un interno
borghese, dominato dall'eleganza lieve-
mente oscena di un immenso manichino
di donna che campeggia con la sua nu-
dità integrale. Impeccabile e raffinato in
superficie per il suo candore di ghiaccio,
l'ambiente lascia scorgere nel profondo
le trasgressive inquietudine esistenziali,
le ossessioni e le ottusità denunciate
dall'autore nella società tedesca del suo
tempo. Petra, la protagonista, è una sti-
lista di successo avvezza al dominio su-
gli altri, delusa da una serie di insuc-
cessi sentimentali e incapace di tenerez-
ze. Scottata dall'ennesima sconfitta di
coppia, chiusa nelle quattro pareti della
sua bella casa-ufficio insieme ad una se-
gretaria silenziosa e devota, ha deciso di
rimettere in moto i sentimenti e di con-
centrare le sue emozioni su un'aspirante
modella appena incontrata, fresca e
spontanea ma cinica e opportunista. La
relazione omosessuale subito stretta le
fa scoprire turbamenti mai sperimentati
ed emozioni esaltate dall'ansia di riscat-
to, ma rivela fra ombre di gelosia e con-
flitti l'impraticabilità di un'avventura
contrassegnata dalle leggi del dominio.
Il distacco si produce presto. Per Petra
l'abbandono significa un abisso di infe-
licità, la fuga nell'alcol, una disgrega-
zione fisica e psicologica molto simile a
quella della società borghese a cui la sti-
lista appartiene: ambiziosa ed egocen-
trica, fulgida in apparenza, in realtà
vuota e destinata a sbriciolarsi. L'epilo-
go è una sorpresa. Poiché la verità è ar-
tificio, come asseriva Fassbinder, anche
il regista, artista di gran talento nel pa-
norama italiano, ha avvolto la sua let-
tura di ambiguità inafferrabili, di sim-
boli impercettibili, di sottili ed efficaci
accorgimenti scenici che hanno offerto
una visione rivestita a meraviglia delle
ombre create da Massimo Albarello e
Sebastiano di Bella, straordinariamente
suggestive, e a tratti segnate di infantile,
maliziosa ingenuità.
gennaio 2007 noidonne40
Esperimenti di coppia
Torino a teatro
Mirella Caveggia
delusa dall'ennesima sconfitta amorosa, Petra vive nell'esperienza
omosessuale un nuovo tentativo di dominio, fallendo
A Firenze riapre il Teatro dell'Affratellamento
Quando in un luogo apre o riapre i battenti un teatro per ogni cittadina e cittadi-
no questo evento è sempre foriero di grande gioia ed è giusto così anche per colo-
ro che il teatro non lo frequentano, ma che vedono nel teatro un luogo di aggre-
gazione, condivisione e rappresentazione della vita.
Lo scorso 16 novembre, all'interno delle celebrazioni dei 40 anni dell'alluvione,
con lo spettacolo "Città di fango" di Laura Forti, Firenze ha visto la riapertura -
dopo 25 anni di chiusura per inagibilità - del Teatro dell'Affratellamento, o meglio
del teatro della " Società Ricreativa l'Affratellamento di Ricorboli nata il 1° luglio
1876 evoluta in Società di Mutuo Soccorso come strumento di crescita politico
culturale che dalla mutualità, per continuità e rottura, porterà alla fondazione di
cooperative di consumo, produzione, lavoro e credito, alla fondazione della pri-
ma Camera del Lavoro. Gli oltre cinque metri dell'acqua dell'Arno che la mattina
del 4 Novembre 1966 devastarono lo stabile significarono non solo danni e perdi-
ta di arredi, di attrezzature del bar, della biblioteca e dell'archivio sociale, ma an-
che la perdita di gran parte del corpo sociale per le lesioni degli edifici di residen-
za circostanti che ne richiesero l'abbattimento. Riavviata con Dario Fo (fine anni
'60), l'attività teatrale assunse un ruolo fondamentale diventandone il carattere
peculiare e raggiungendo una dimensione nazionale di qualità anche con la Bot-
tega di Vittorio Gassman e la formazione di nuovi talenti fiorentini. Senza risorse
per un adeguamento, dopo innumerevoli ipotesi di finanziamento, finalmente -
grazie al contributo di Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Monte dei
Paschi, Unicoop e all'impegno dell'ARCI- e in chiave moderna un altro spazio re-
stituito a cittadine e ai cittadini che vede "l'antico spirito del Mutuo Soccorso per
una rinnovata e più alta solidarietà in cui sperimentazione, esercizio e formazio-
ne ma anche luogo piacevole d'intrattenimento potranno favorire la riscoperta
della frequentazione reciproca e uno scambio di umanità quasi smarrita". Al plau-
so del pubblico per lo spettacolo e degli abitanti del quartiere per la riapertura del
luogo uniamo il nostro con l'augurio di un proseguimento ricco di successi.
Graziella Bertani