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Numero 2 del 2007

Famiglia allargata e in evoluzione


Foto: Famiglia allargata e in evoluzione
PAGINA 40

Testi pagina 40

Idisegni di un geometra o di un archi-tetto, in alzata, piano, sezione, sono
delle immagini contigue simili a ciò che
il bambino riesce a rendere in una sola
figura, forse proprio grazie
alla preoccupazione comu-
ne di consentire, a chi guar-
da, di addentrarsi nell'og-
getto rappresentato.
Il sapiente disegno degli
adulti, quindi, in determi-
nate circostanze, ha qual-
cosa del realismo infantile.
Il realismo visivo è una
convenzione pari alla pre-
cedente fase del realismo
intellettuale.
Con la conquista del
realismo visivo, il bambino
si adatta all'ambiente dopo
aver acquisito la sua espe-
rienza. In questo senso, e
nella necessità del manteni-
mento del tipo, il bambino
è tradizionalista.
Dai quattordici ai ventu-
no anni, anche nell'età del
cosiddetto anticonformi-
smo, nello sviluppo del gra-
fismo, il ragazzo si confor-
ma alla convenzione ed è
un conservatore! L'adegua-
mento alle convenzioni, an-
che nell'ambito sociale, è
contrassegnato da una per-
dita di talento e spontanei-
tà infantile.
Il problema diventa
preoccupante quando il
bambino non ha potuto ac-
cogliere niente nella fase
imitativa, cioè quando
avrebbe dovuto formarsi
una certa ricchezza interio-
re di immagini. Questo può
predisporre il futuro adole-
scente a un tipo di imitazio-
ne sfrenata e distruttiva,
cioè antisociale.
Uno degli aspetti più im-
portanti del disegno infan-
tile è comunicare agli altri,
e quindi a se stessi, le pro-
prie esperienze. Proprio per
questo la finalità del disegno è la comu-
nicazione.
Il movimento, segno di vivace intelli-
genza, rende il disegno più dinamico,
attraverso quadri dinamici costituiti da
momenti successivi, in cui alcuni ele-
menti cambiano e altri restano uguali.
Tale tipo di narrazione non verbale fat-
ta mediante segni si chiama "narrazione
grafica" e ne esistono tre tipi fondamen-
tali:
1. Il tipo simbolico (fig.1, mucche
che fuggono di fronte a un orso, di un
bambino californiano di 7
anni -collezione Luquet-),
dove si sceglie un particola-
re momento dell'azione o
un episodio rappresentativo
della storia che simbolizzi
l'insieme.
2. Il tipo di Epinal (fig.2,
di un bambino inglese di 8
anni, "Alice e il papero Pie-
tro" - collezione Luquet -),
dove molte scene rappre-
sentano un episodio.
3. Il tipo successivo, fre-
quente nei bambini di età
inferiore agli otto anni
(fig.3, di un bambino di sei
anni e mezzo, che rappre-
senta una scena di mare,
dove la cacca di un gabbia-
no cade sulla sorella mentre
prende il sole -archivio del-
l'autrice-), dove si scelgono
elementi appartenenti a
momenti diversi per evoca-
re la continuità dell'azione.
Nella narrazione grafica
emerge ciò che l'osservatore
vede rispetto a ciò conosce.
L'intelletto coglie la conti-
nuità, mentre l'occhio, la
discontinuità, quasi al pari
di un obiettivo di una mac-
china fotografica. Il reali-
smo intellettuale registra i
cambiamenti, mentre il rea-
lismo visivo, frammenta la
continuità dell'azione in
una successione di momen-
ti discontinui, eliminando
la relazione tra i momenti
precedenti o successivi.
Come per la successione
statica, anche per quella di-
namica, il bambino passa
dal realismo intellettuale al
realismo visivo.
febbraio 2007 noidonne40
Il movimento nel disegno: la narrazione grafica
I nostri figli / 6
Bruna Baldassarre
sesto appuntamento con l'in-
terpretazione dei disegni dei
bambini
Fig. 3
Fig. 2
Fig. 1
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