Numero 4 del 2008
UDI: 50E50, donne e rappresentanze
Testi pagina 40
Tutti, davvero tutti, dovrebbero
leggere la bellissima graphic novel
ideata e realizzata dalla disegnatri-
ce iraniana Marjane Satrapi, classe
1969, che oggi vive e lavora a Pari-
gi pur senza mai dimenticare la sua
Teheran, le sue origini né il paese in
cui è nata e cresciuta. 'Persepolis' è
divenuto anche un bellissimo film,
già in sentore di cult ancor prima di
uscire, scritto e diretto dalla stessa
Satrapi e da Vincent Paronnaud, e
ha avuto il premio della giuria al-
l'ultima edizione del festival di
Cannes.
In Persepolis, Marjane racconta,
con incredibile poesia e sentimento,
la sua autobiografia e, al tempo
stesso, attraverso gli occhi di una
bambina, poi adolescente e infine
donna, traccia la storia del suo
paese e del suo popolo, oppressi da
regimi totalitari (prima lo Scià, poi
gli Ayatollah) nonostante il desiderio di
vivere liberi e le speranze riposte inizial-
mente nel cambiamento di governanti.
Il tratto di Marjane - infantile, surreale
e raffinato - tradisce interamente l'amo-
re per la sua famiglia e la nostalgia per
le persone care e per il paese che diffi-
cilmente potrà rivedere: l'adorata non-
na, trasgressiva ed ironica, rifugio nei
momenti più bui, che le ha lasciato in-
delebili istruzioni per la vita; gli straor-
dinari genitori, intellettuali pacifisti,
sempre pronti a sostenere la figlia nelle
avversità e gli amici perseguitati dal re-
gime; lo zio comunista, idolo della ni-
pote, costantemente imprigionato e
braccato dalla polizia. Marjane è una
bambina curiosa e comincia presto la
sua crisi nei confronti delle istituzioni e
della religione.
Gli insegnamenti laici della sua fa-
miglia si mescolano alle fantasie adole-
scenziali e a poco a poco inizia la ribel-
lione verso la cultura di regime circo-
lante nelle scuole, finchè, a causa del-
l'intensificarsi delle rigide regole impo-
ste dai pasdaran della rivoluzione, i ge-
nitori non decidono di mandare Marja-
ne a studiare a Vienna. In Europa, i
chiaroscuri dell'adolescenza e della vita
da esiliata, i primi amori, la solitudine e
la ricerca del proprio ruolo nel mondo,
sono descritti con toni ora drammatici,
ora ironici, ora malinconici. Marjane
tornerà nel suo paese per poi distaccar-
sene definitivamente con il trasferimen-
to a Parigi alla ricerca della propria
strada umana e professionale. Oltre alla
bellezza dei disegni (il film è realiz-
zato all'antica, immagine dopo im-
magine, niente digitale), colpisce in
Persepolis la profondità dei conte-
nuti e lo sguardo offerto sul norma-
le quotidiano degli iraniani "comu-
ni", in equilibrio tra il desiderio di
vivere in pienezza e dignità e la re-
pressione del fondamentalismo, col
cui marchio troppo spesso civiltà
millenarie vengono distrattamente e
genericamente bollate. La Storia di
Marjane, intensamente espressiva,
ci fa riflettere e ci fa piangere al là
di ogni credo politico. In Francia il
film è stato doppiato da Chiara
Mastroianni e Catherine Deneuve,
mentre la versione italiana ha avu-
to le voci di Paola Cortellesi, Licia
Maglietta e Sergio Castellitto. In
Iran il film è stato censurato e la Sa-
trapi bollata di atteggiamento anti-
religioso, antiraniano e comunista.
Vedere questo film è come sentire il
profumo dei gelsomini dell'Iran, che la
nonna di Marjane metteva nella bian-
cheria, o dei fiori del nostro paese, an-
nusando a pieni polmoni il preziosissi-
mo aroma della libertà.
aprile 2008 noidonne40
Persepolis e il profumo della libertà
A tutto schermo
Elisabetta Colla
il celebre fumetto dell'artista iraniana
Marjane Satrapi al cinema
Angela Finocchiaro è Miss Universo
Una e bina, comunque vulcanica: Angela Finocchiaro, tornata sul palcosceni-
co romano con 'Miss Universo', si concede interamente al pubblico, con la con-
sueta intelligenza e passione. Dopo le tante soddisfazioni cinematografiche (fra
tutte la premiatissima interpretazione come attrice non-protagonista in 'La Be-
stia nel Cuore' di C. Comencini), si cimenta con uno spettacolo originale, bef-
fardo e travolgente, che mostra ancora una volta la grande versatilità di un'at-
trice che, negli ultimi dieci anni, non ha mai deluso la sua vocazione e neppu-
re i suoi fan. Miss Universo altri non è che Laura, una donna di mezza età con
una doppia identità: quella da "topo", che mostra all'esterno, timidissima, insi-
cura, nevrotica, piena di fobie e incapace di relazionarsi, e l'altra, da "pantera",
la sua voce interna, aggressiva e determinata, in perenne conflitto con la prima.
Un giorno qualunque, nella sala d'attesa di un medico latitante, Angela/Laura
si troverà al centro di un mondo inaspettato, popolato da molteplici personag-
gi, tutti assai complessi, primo fra i quali Dio in persona.
La Finocchiaro, sola in scena, passa dai panni dell'uno a quelli dell'altro (uo-
mo, donna, deità) con estrema destrezza, recitando in velocità un testo tut-
t'altro che facile scritto dal bravo Walter Fontana, scrittore, sceneggiatore e au-
tore televisivo (collaboratore di Aldo Giovanni e Giacomo, Claudio Bisio e del-
la Gialappa's Band). Laura riuscirà a fare i conti con il proprio "io" diviso, per
scoprirsi finalmente una persona nuova ed integra. Scenografia e regia sottoli-
neano, con un particolare uso dei colori, il crescente pathos della storia, anche
nelle sue fasi semiserie. La regia è firmata da Cristina Pezzoli, il design e le lu-
ci sono di Fabrizio Ganzerli, le scene e i costumi di Rosanna Monti. (E.C.)