Numero 2 del 2008
Politiche scomode
Testi pagina 40
Due registe donne, due paesi con tra-dizioni e convenzioni assai vicine
pur se dislocati in aree geografiche di-
verse, il Libano e l'Egitto, due film con
analogie narrative e simboliche ma
estremamente diversi nello stile. Deno-
minatore comune: la volontà di descri-
vere la vita, i desideri, le umiliazioni, gli
amori, la forza delle donne, in quei pae-
si come ovunque nel mondo, con sensi-
bilità e coraggio, strappando via il velo
di Maya che avvolge la complessa real-
tà di tutti i giorni per rimandare, troppo
spesso, inautentiche apparenze sociali.
Il primo film, Caramel, della regista e
attrice libanese trentaduenne Nadine
Labaki, presentato l'anno scorso a Can-
nes alla Quinzaine des realisateurs ed
oggi distribuito nelle sale italiane, ha
fatto innamorare l'Europa per il tocco
leggero ed aggraziato, sorridente ma
profondo, con cui si racconta un aspet-
to sconosciuto del Libano moderno, al
di là delle cicatrici ancora aperte della
guerra. Cinque donne lavorano in un
istituto di bellezza, nella calda luce me-
diorientale di una Beirut inedita, ed
ogni evento del film gravita intorno a
questo luogo di sussistenza ed amicizia,
chiacchiere e risate, mentre si effettuano
depilazioni catartiche con cerette al ca-
ramello (zucchero, acqua e limone, an-
che in Italia si usava!) e si smaltano un-
ghie (viene in mente Almodovar): Laya-
le (la stessa regista Nadine Labaki), pro-
prietaria del salone ha una storia d'a-
more con un uomo sposato finché non
conoscerà sua mo-
glie, Rima (Joanna
Moukarzel) è at-
tratta dalle donne
ma non accetta l'i-
dea dell'omoses-
sualità né può par-
lare con le sue ami-
che di un simile ta-
bù, Nisrine (Yasmi-
ne Al Masri) sta
per sposarsi con un
ragazzo piuttosto
conservatore e de-
ve "ricostruire" in
fretta la perduta
verginità, Jamale
(Gisèle Aouad),
non più giovanissi-
ma, colleziona pro-
vini per fare l'attri-
ce, costantemente
assillata dall'a-
spetto fisico, e infi-
ne Rose (Siham
Haddad) la sarti-
na, il personaggio
sicuramente più
poetico, perderà
l'ennesima occasio-
ne di essere felice
per occuparsi della
sorella demente Lili (Aziza Semaan). "I
bombardamenti israeliani sono arrivati
quando il film era al montaggio - ha af-
fermato la regista che ha terminato l'o-
pera all'estero - ma, una volta finito, ho
voluto considerarlo un atto di resisten-
za alla guerra e l'ho dedicato alla mia
Beirut". Il dipanarsi dei destini delle
protagoniste è l'occasione per mostrare
la società nelle sue sfumature, da diver-
se angolazioni: l'arbitrio vessatorio di
alcuni poliziotti, i sotterfugi e le bugie
febbraio 2008 noidonne40
Dolci ingredienti per l’emancipazione
A tutto schermo
Elisabetta Colla