Numero 5 del 2010
Non solo madri
Testi pagina 40
maggio 2010 noidonne40
Tracce
Bruna Baldassarre
Leggere l’albero
disegna il 'tuo albero', parla di te
Cara Bruna salve!
Mi chiamo Daniela Bruni Curzi e
abito nella riviera adriatica di S. Bene-
detto del Tronto.
Sono una abbonata che ogni mese
centellina con vivo interesse ogni pa-
gina di 'noidonne' e una donna più vol-
te caduta sotto i colpi trancianti degli
accadimenti esistenziali ma altrettante
volte rialzatasi, non senza sforzo.
Da sempre sono attratta da ogni
forma d'arte, in particolare dalla scrit-
tura creativa. Nel campo della lettera-
tura e della poesia scritta e declamata
in prima persona ho anche ottenuto
riconoscimenti e gratificazioni. La mia
citazione preferita è di Einstein: "Nel
pieno delle difficoltà si celano le occa-
sioni favorevoli da dover scovare".
Ti sottopongo il mio fronzuto albe-
ro, d'incerta catalogazione.
A te il compito di decifrarne i signi-
ficati multipli, impresa in cui indubbia-
mente eccelli.
Daniela
Cara Daniela,
è veramente gratificante essere letti
da una donna così originale come ci
suggerisce subito il tuo albero, così arti-
stico e fluido nel suo ritmo, proprio co-
me il tuo stile letterario! Albero incate-
nato alla terra da radici che s'affonda-
no nel passato, ma dal quale risalgono
attraverso una sorta di linfa vitale. I
traumi, anche imponenti, rientrano nel-
lo scorrere del tempo (da circa 3 anni,
10 e mezzo, 13 e mezzo, 19, 25, 41, 48),
proprio come avviene per il senso della
vita. Una vita rigogliosa, all'insegna
dello scambio sociale e ricca di profon-
di contenuti, che si disvelano attraverso
la variegata stratificazione dei senti-
menti. Moti dell'anima legati alla figura
materna, all'armonia dell'arte, quest'ul-
tima grande amica, che colma spesso
ogni piccolo o grande vuoto.
Originalissimo nella forma il tuo al-
bero è colmo di vita, ma i suoi frutti ne
anticipano la faticosa crescita. I frutti
simboleggiano il contenuto, la sostan-
za, il gradevole. Disegnandoli si precor-
re il processo di maturazione, quasi an-
ticipandone la fine. Per un'artista affer-
mata è segno di successo, con la neces-
sità di manifestarsi, di riconoscersi nel
proprio valore. Secondo Jean Arp l'arte è
come un frutto che cresce nell'uomo,
proprio come un bambino nel ventre di
sua madre.
Per un artista tutto è essenziale: il
dono e lo scambio continuo tra gli ele-
menti e le altre dimensioni non visibili
dell'universo predispongono a manife-
stare, evidenziare il valore di una mis-
sione, di un messaggio, del vivente. Ap-
parenza e realtà, o tutto ciò che è este-
riore, non ha più tanta importanza… Il
tuo albero affonda le sue radici nel ter-
reno rivelando un vincolo profondo con
la madre terra, un legame emotivo che
può metterne a rischio la stessa autono-
mia. Al di là del vincolo emerge la lotta
continua per vivere con un senso di li-
bertà crescente la propria vita. Ogni rea-
lizzazione, infatti, è spesso sofferta, per-
ché l'autonomia è un lungo processo che
parte anche dalla sfida-superamento
dei sentimenti di colpa. Le radici del tuo
albero, nascoste sotto il terreno, attra-
verso la linfa vitale generano e nutrono
proprio come una madre
con il bambino nell'offerta
del suo seno. Esse sono fon-
damentali per la sopravvi-
venza della pianta. Un flui-
do esce come linfa nutrendo
terreno e albero: un cammi-
no di discesa e di risalita,
di risveglio!
Nel fluire del ritmo e nel-
la pittoricità del segno la
vita supera il dolore del dis-
tacco, sofferenza che spun-
ta come morte o vissuto im-
ponente di lutto dai rami
tagliati.
Disegnare un albero per
un artista è un po' come
esprimere il bisogno di esse-
re vicino alla natura, all'ar-
monia del creato. Il sole fa
capolino per svelare la ne-
cessità di un maggiore calo-
re capace di infiammare la
stessa esistenza. I vecchi rit-
mi di vita possono diventa-
re nocivi, mentre il sole ci
richiama alla legge del cuore, e si entra
in una fase corrispondente a quella del-
la preadolescenza, dove la bellezza e le
passioni dominano la vita, ma in senso
morale. Ci si può rivolgere al futuro del-
l'umanità e non solo al nostro destino
personale. L'organo della cordialità, il
cuore, si risveglia e soffriamo, sentiamo
all'unisono con l'umanità.