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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
PAGINA 40

Testi pagina 40

UDI E NON SOLO

NO MORE!
STAND UP
FOR MY RIGHI

di Maria Fabbricatore

UNA CONVENZIONE NAZIONALE
CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE
SULLE DONNE

roposte concrete e non effimere dichiarazioni in-

tervallate da appelli e indignazioni che si sciolgo-

no in vane promesse. Proposte concrete da con—

segnare al Premier Monti in vista della verifica del

Piano Nazionale Antiviolenza che dopo due anni

non ha raggiunto nessun risultato. È NO MORE!
Stand up for my right, convenzione nazionale contro la vio-
lenza maschile promossa da UDI, Casa Internazionale del-
le Donne (Roma), GIULIA (Giornaliste Unite Libere Au-
tonome), Telefono Rosa, DIRE (Donne in Rete contro
la violenza), piattaforma CEDAW (che riunisce organiz-
zazioni e persone singole tra cui la Fondazione Pangea),
Giuristi Democratici, Be Free, Differenza Donna, Le Nove,
Arcs-Arci, ActionAid, Fratelli dell’Uomo. Tante associa-
zioni insieme per ribadire al Governo che in questi ultimi
anni non solo non si sono raccolti risultati, ma che lo Sta-
to è assente e che sono urgenti provvedimenti concreti di
sostegno e di prevenzione. “Sono oltre cento le donne mas—
sacrate dall’inizio dell’anno - osservano le promotrici — e
non sappiamo quante violenze domestiche o stupri o fem-
minicidi sono stati commessi. I comitati di monitoraggio
del ‘Piano Carfagna’ non hanno funzionato, ci si basa sul-
la cronaca dei giornali delle donne ammazzate, le istituzioni
non danno numeri ufficiali, in un paese civile è semplice—
mente vergognoso. Osserviamo poi che i venti milioni di
euro stanziati nel 2006 sono stati spesi, ma non si sa bene
come: ad esempio quante risorse sono state destinate alla
prevenzione?” L’appuntamento per ribadire alle istituzioni
che è arrivato il momento di prendere sul serio il fenomeno

noidonne I novembre-dicembre I 2012



con misure concrete è per il 25 novembre in occasione del-
la Giornata mondiale contro la violenza, giornata in cui si
convocheranno a Roma e in tutte le città italiane mobili—
tazioni e incontri istituzionali.

Il fatto che la donna in Italia non abbia ruoli importanti in
molti ambiti decisionali e che debba faticare il doppio ri—
spetto agli uomini per guadagnare la metà è dequalifican-
te per un paese all’apice del contesto europeo, e questo deve
farci riflettere e reagire. Il numero di donne uccise supera
la soglia di tolleranza, le istituzioni devono aprire gli occhi
e rendersi conto del livello di allarme di una realtà insan-
guina le nostre strade e le nostre case da nord a sud. Poi—
ché un tempo si poteva dire che soprattutto il sud - o dove
c’era arretratezza, povertà, degrado sociale -diventava il con-
testo in cui tutto poteva accadere: dalle violenze sessuali, alle
violenze fisiche su donne o bambine fino ai femminicidi. La
nostra coscienza in qualche modo trovava sollievo nell’avere
una giustificazione di tipo ambientale, sociologico, antro—
pologico. Mai numeri parlano di un maggiore aumento del-
le violenze di genere al nord, dicono che non ci sono dif-
ferenze di classe o economiche. La violenza sessuata riguarda
soprattutto i contesti di in cui le donne sono più libere di
scegliere della propria vita, il fenomeno cresce dove aumenta
l’emancipazione, dove le donne lavorano e si rendono au—
tonome, dove si separano con più facilità. Il punto vero è
che gli uomini hanno un’idea di relazioni con le donne ba-
sata sul possesso e sulla subordinazione femminile al potere
maschile. E le istituzioni non possono ignorare una scon-
fitta di questo genere: è come se la donna sia sottomessa e
schiavizzata al volere di una società che calpesta la sua in—
telligenza, le sue competenze e qualità. E questa è una so-
cietà sconfitta nelle sue maglie più importanti. Un fenomeno
che è cresciuto in modo allarmante negli ultimi cinque o sei
anni, che ha reso necessaria in Europa una chiara e preci-
sa presa di posizione a cui l’Italia si deve adeguare. Una don-
na che denuncia rimane da sola perché in Italia non ci sono
politiche attive per prevenire le violenze, sia nella dimen-
sione privata sia in quella pubblica e va sottolineato che in
molti casi si tratta di morti annunciate, perché ci sono le
prescrizioni ma anche perché c’è una sottovalutazione de-
gli atti di stalking.
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