Numero 10 del 2015
Madri
Testi pagina 40
38 Ottobre 2015
T
arghe, iscrizioni, lapidi murarie nella città di Milano non
appaiono molto numerose. Forse in tutto il nostro pae-
se non è una tradizione così radicata e diffusa come in
altri ambiti europei. Penso ad esempio all’Inghilterra e
in particolare a Londra dove, passeggiando per le vie
della woolfiana Bloomsbury, notai che la candida sequenza del-
le facciate vittoriane era animata dai racconti di piccole targhe a
ricordo di qualcuno o di qualcosa.
Quasi superfluo a dirsi è che il numero delle dediche a soggetti
femminili in città è ancora più esiguo. Lo studio di questi rari
esemplari che presuppone una precedente ricerca da Sherlock
Holmes in gonnella per individuarli, appare comunque interes-
sante per il legame che si evidenzia tra i personaggi e i luoghi.
Connessione che non è nelle intestazioni viarie che per lo più
sono attribuite, o meglio “disseminate” in città, a prescindere dal
luogo fisico in cui si è svolta la vita oppure l’opera dell’intesta-
tario.
Occasione intrigante e spunto per ampliare il patrimonio delle
conoscenze nell’ambito del rapporto luogo/biografia è la foca-
lizzazione proprio sulle targhe maschili, davanti alle quali interro-
garsi sulle vicissitudini esistenziali di chi accanto al personaggio
celebrato è vissuto condividendone, oltre alla vita e agli affetti,
i medesimi luoghi, edifici e interni domestici. Spazi che in molti
casi questi “angeli” senza storia hanno contribuito personalmen-
te a governare/rigovernare/manutenere.
Qui di seguito riporto un’esemplificazione tratta da alcune tappe
del tour urbano “Itinerari sulle tracce delle donne a Milano”, da
me progettato, realizzato e guidato tra maggio e giugno 2015
a cura di Lorenza Minoli*
L’ALTRA METÀ
DELLE TARGHE
URBANE
Toponomastica
femminile
a Milano
per la Casa delle donne di Milano. Arricchito e corredato da
varianti e alternative di tracciato verrà riproposto al Convegno
lombardo di Toponomastica femminile in programma per il 16
ottobre prossimo a Milano, Palazzo Reale.
VIA BRERA 6
La facciata tardo neoclassica dell’edificio situato in via Brera 6,
a Milano, realizzata nella prima metà dell’Ottocento su un preesi-
stente palazzo settecentesco, reca sul lato destro una targa che
ricorda Cesare Beccaria.
TARGA CESARE BECCARIA
In questo palazzo nacque e certamente trascorse l’infanzia e la
prima giovinezza Giulia Beccaria (1762 - 1841), futura madre di
Alessandro Manzoni.
GIULIA BECCARIA
Fu la primogenita dell’illustre giurista ed economista Cesare Bec-
caria (1738-94), uno dei massimi rappresentanti dell’illuminismo
nazionale, autore tra l’altro del celebre trattato Dei delitti e delle
pene (1764). Frutto del matrimonio d’amore del Beccaria con una
donna di condizione sociale inferiore, la bella e rossa Teresa de
Blasio (o Blasco) della quale si era innamorato, cosa quasi ripro-
vevole all’epoca. Giulia trascorse l’infanzia nella residenza paterna
fino alla prematura morte della madre (1774). Teresa Blasioforse
non si era molto occupata della piccola né della figlia secondoge-
nita, più attratta dalle occupazioni mondane e dagli amanti. Pare
che il marito, per gelosia non ingiustificata, lasciasse in tutta fretta
Parigi dove si era recato nel 1766 con Pietro Verri, dopo la tradu-
Un ToUR URBANo alla scoperta
della storia di ALESSANDRo MANzoNI
e della sUa famiglia
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