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Numero 1 del 2015

Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia


Foto: Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia
PAGINA 40

Testi pagina 40

38 Gennaio 2015
R
icordando i film che abbiamo visto difficilmente li pen-
siamo come “prodotto di una delle principali industrie
con una ricca e complessa filiera del nostro paese”.
Eppure quante delle sue articolazioni coinvolge so-
prattutto noi donne!
I costumi, per esempio. Che ruolo hanno in un film? È possibi-
le parlare di ARTE dei costumi? Le sorelle Vecchi - Roberta e
Francesca - candidate al David di Donatello come migliori
costumiste per il film ‘DIAZ’, ne sono convinte. “Se fatta con
ARTE, con cura, con passione, con dedizione, con amore,
con cultura, con cuore, con intelletto, come se fosse l’unica e
l’ultima cosa da fare, senza anteporre il guadagno, l’afferma-
zione la carriera; se fatta con gioia, divertimento, con umiltà,
donando e condividendo… sì è ARTE. Il cinema è un mondo a
sé. Quando si progettano i costumi per un film e si segue tutta
la realizzazione, dal primo all’ultimo ciack, si appartiene so-
lamente a quel mondo e a quella storia senza avere il tempo
per sè… Solo il cinema offre quelle possibilità di studiare, di
venire a contatto con temi, situazioni, argomenti, storie, perso-
ne che altrimenti mai incontreresti sulla tua strada e nella tua
vita. E anche se finzione, il cinema è vivo, è vero! Non solo è
arte, è anche impegno sociale e civile: è responsabilità. Fare i
costumi per un film è prima di tutto progettare un personaggio
che esiste solo sulla ‘carta’ e renderlo credibile. Più cultura e
più informazioni si possiedono e si acquisiscono, più facile
sarà il punto di partenza, l’idea, l’ispirazione. Progettare i co-
stumi è un atto di cultura, di coraggio e di fiducia. Il confron-
to col regista è costante e necessario, occorre condividerne
l’etica, la poetica perché la direzione presa sia comune e il
lavoro risulti corale e non individuale… Per noi il costume è
verità, bellezza e giustizia. È un lavoro lunghissimo, infinito e
di massima precisione. Mentire è impossibile. Le figure fem-
minili sono sempre le più difficili. Le donne hanno più timore a
concedersi ed il lavoro sul loro personaggio diventa un lungo
iter progettuale attento al carattere, a ciò che l’attrice ama o
detesta. La conquista della fiducia di un’attrice non è un pro-
cesso semplice. Però, cosi facendo, a volte si giunge a veri e
propri ‘miracoli’ di originalità, di cambiamenti e di complicità.
I colori, i materiali e le forme devono rispecchiare ciò che ‘si
va a raccontare’. Nel film ‘Il Paese Delle Spose Infelici’ di Pip-
po Mezzapesa per corrispondere alle situazioni e agli stati
d’animo - specie quelli nascosti - abbiamo scelto colori non
urlati e forti ma annacquati per i momenti più dolci e lividi per
quelli più tristi. In ‘Lo Spazio Bianco’ di Francesca Comencini
per il personaggio interpretato da Margherita Buy ci siamo
ispirate a un’icona della musica: Patty Smith. Per raccontare
la sensazione di paura ed abbandono abbiamo scelto colo-
ri abbastanza scuri, per indicare la femminilità e la dolcezza
abbiamo optato per sfumature pastello. Per rappresentare
una prerogativa della parte più dolorosa del film - l’incuria -,
abbiamo creato capi che risultavano stropicciati quasi non
lavati e indossati a caso. Alla base di tutto c è sempre uno
studio attento del periodo storico in cui la vicenda si svolge e
i personaggi vivono. Per conferire originalità ci concentriamo
di Graziella Bertani
LE SORELLE
VECCHI
O L’ARTE
DI CREARE
COSTUMI
RobeRta e FRancesca Vecchi,
candidate al david di donatello
per i costumi del film ‘diaz’,
raccontano il loro modo
di interpretare una professione
straordinaria
pp.38_39_APPRODI_gennaio_2015.indd 38 12/12/14 15.44
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