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Numero 4 del 2016

Europa (in)difesa. Barriere politiche e culturali


Foto: Europa (in)difesa. Barriere politiche e culturali
PAGINA 40

Testi pagina 40

38 Aprile-Maggio 2016
L’INNOCENZA
PERDUTA
PER FORZA
di Alma Daddario
Una serie di eventi partiti da Roma con eventi or-ganizzati dall’Università Roma Tre  insieme ad Amnesty International Italia, per ricordare all’o-pinione pubblica il dramma delle spose bambine.
Il cammino è partito a marzo da Roma, con un convegno -
tenutosi presso il Dams (Discipline delle arti, della musica
e dello spettacolo) - e al Teatro Palladium della Capitale
con uno spettacolo scritto appositamente per l’occasione
da Isabel Russinova, testimonial ufficiale di Amnesty. Ad
aprile e a maggio sono programmate nuove rappresenta-
zioni a Palermo e Bagheria. Abbiamo incontrato l’attrice a
Roma durante le prove.
Cosa ti ha colpito di questa vicenda delle spose
bambine a cui ti sei ispirata?
Colpisce il fatto che l’uomo continua mettere in scena da
sempre lo stesso copione fatto di orrori, di ingiustizie, di
bestialità e la violenza contro la donna e contro i più de-
boli è e rimane sempre l’atto che mi indigna di più, lo stu-
pro etnico, la violenza, l’omicidio, la brutalità, continuano
a perseguitare la donna. La guerra, la povertà, le disu-
guaglianze sociali esasperano le realtà dei paesi in crisi,
ed ecco le storie che si ripetono, gli orrori che ritornano
mentre continua l’indignazione di fronte a realtà agghiac-
cianti che si dimenticano troppo in fretta, ecco che cosa
mi fa male. Paesi dove non si tutelano i diritti della donna
MAI PIù sPOsE bAMbINE, la campagna
di AMNEsTy INTERNATIONAL
in italia. convegni e spettacoli
in collaborazione con l’UNIvERsITà
ROMA TRE per far conoscere
un dramma troppo spesso
dimenticato. l’attrice IsAbEL
RUssINOvA firma e recita
uno spettacolo
o paesi dove ci si sposa a 11, a volte addirittura a 9 anni,
dove non vengono punite le violenze, gli abusi contro le
bambine fatte sposare a forza, vendute per pochi spiccioli
e usate come oggetti con cui si può giocare o usare come
bottino di guerra. Per il Daesh, ad esempio, stuprare an-
che a morte ragazze jazide regala prestigio e valore allo
stupratore. Tutto questo lo abbiamo già visto nella storia
dell’umanità purtroppo, e si può iniziare con un elenco infi-
La storia
lo spettacolo è ispirato alla storia vera di una donna siriana costretta a vivere nell’infer-no della guerra. A Safa hanno tolto tutto, la
famiglia, i figli, l’amore, la dignità, il futuro, si è
abbattuto su di lei un orrore senza via di scam-
po, ma il destino le offre un’altra occasione per
cui lottare, Awa. Awa è una piccola di 10 anni
che come tante bambine ha smesso da troppo
tempo di sorridere, è una sposa bambina. La fa-
miglia l’ha data in moglie ad un uomo molto più
grande di lei per poter pagare i debiti e tirare
avanti. Quell’uomo, dopo averla presa, l’ha pic-
chiata e torturata, ripetendo il macabro copione
che colpisce migliaia e migliaia di bambine e che i
conflitti non fanno altro che esasperare. Poi l’ha
venduta ai soldati Daesh che l’hanno fatta diven-
tare una loro schiava, come tante altre donne
catturate, fatte prigioniere e piegate al malato
volere e alla violenza dell’Is. È lì che Safa e Awa
si incontrano, vittime degli stessi carnefici insie-
me ad altre donne. Awa è la più giovane tra le
prigioniere e Safa vuole proteggerla, aiutarla, nel
suo cuore la accoglie come una figlia e decide di
cercare insieme a lei una via d’uscita.
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