Numero 12 del 2006
Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie
Testi pagina 4
dicembre 2006 noidonne4
Certo nel vederla ritratta vicino ad un Bush costretto a scende-re dal suo piedistallo di prepotenza guerrafondaia, un certo
piacere l'abbiamo provato. E' stata un po' una prova generale di ciò
che fino al giorno prima neppure immaginavamo fosse possibile.
L'affermazione di Nancy Peloso, terza carica istituzionale negli
U.S.A., rappresenta un fatto di straordinaria importanza. La can-
didatura alla presidenza degli Stati Uniti di una donna, ora, si è
fatta più realistica e sappiamo che, anche se la strada è ancora
lunga e se non c'è nulla di ufficiale, Hillary Rodham Clinton ci pen-
sa seriamente. Non sarà facile perchè tra i Democratici, che si sen-
tono oggi più vicini ad una possibile vittoria, la battaglia sarà du-
rissima. Hillary, eletta con oltre il
60%, ha ottenuto un risultato impor-
tante e ha dimostrato la forza del suo
appeal, ma soprattutto di essersi im-
padronita perfettamente dei mecca-
nismi di raccolta fondi. Più vicina a
noi, in Francia, un'altra donna ce l'ha
fatta. A furor di popolo - socialista -
Ségolène Royal è stata designata
quale candidata all'Eliseo per il suo
partito. Ben più che determinata, Sé-
golène ha avuto la capacità di cattu-
rare l'attenzione degli elettori con un
mix di innovazione mediatica e messaggi fuori degli schemi. Ha
sbaragliato degli avversari conformi all'immagine tradizionali del-
l'uomo politico. La partita è aperta possiamo essere certe che le 'no-
stre' venderanno cara la pelle. Ma la preoccupazione c'è, dobbia-
mo dircelo chiaro chiaro. Queste donne ai massimi vertici di gran-
di potenze industrializzate come si comporteranno? Riusciranno
ad affermare un modo 'altro' di esercitare il potere? Senza ingenui-
tà e banali illusioni possiamo immaginare che per arrivare così in
alto hanno incontrato musi duri e che si sono confrontate con po-
teri fortissimi, poteri che quasi mai hanno voglia di rinunciare ai
loro interessi. E allora, che possiamo aspettarci? Confidiamo nella
grande capacità delle donne di con-
ciliare e di far quadrare i conti. Chis-
sà se questo talento non possa essere
declinato e messo a frutto nei grandi
equilibri politici, nazionali ed inter-
nazionali. Per il momento un punto a
favore delle donne va iscritto: gli
elettori, senza pensarci troppo, han-
no dato piena fiducia ad una rap-
presentanza femminile, dimostrando
di essere meno diffidenti degli appa-
rati politici e, come spesso capita,
anche più avanzati.
Donne ai vertici
Editoriale
Gentile direttora,
è duro constatare che le scelte editoriali della grande informazione
sul "caso Napoli", rispecchiano alcuni dei peggiori aspetti del nostro si-
stema mediatico, come duro e difficile contrastare gli effetti politici che
queste scelte comportano.
L'enorme ed incontrastato potere che la comunicazione amplificata
gioca sulle percezioni quotidiane delle cittadine e dei cittadini, impat-
ta sulla loro complessiva impotenza a mostrare realtà indesiderabili e
contrastanti con richieste di mercato, indotte per altro dal sistema me-
diatico stesso. Le cittadine ed i cittadini di Napoli che, per lo più esclu-
si dal diritto di parola, costituiscono sì la coscienza critica costruttiva,
ma soprattutto il lavoro in opposizione al malaffare e all'illegalità dila-
gante, sono realtà indesiderabile ed indesiderata. Lo sono tanto più
fuori dall'iconografia del lamento e della richiesta querula. La città rap-
presentata è, nel paese, la città reale. E la rappresentazione materializ-
za gli umori degli addetti ai lavori, per i quali quelle cittadine e quei cit-
tadini semplicemente non esistono, dato che loro ne hanno deciso, in
connivenza con la malapolitica, la cancellazione e l'irrilevanza. Vigliac-
camente, quegli stessi lamentano poi l'inesistenza di coloro che siste-
maticamente hanno cancellato. Le pratiche politiche alternative, il dis-
senso, nella nostra città, ma nel sud in genere vengono saccheggiate
nella creatività e delle loro stesse invenzioni, nel momento in cui "si
deve far bella figura", tagliandole fuori da ogni forma di supporto, ne-
gando perfino la legittima aspirazione alla fruizione degli spazi pubbli-
ci, in supporto all'organizzazione ed all'incontro. Nel mare dei proble-
mi italiani, come lo sono i problemi di Napoli, si è deciso anticamente
di convivere con le mafie e l'affarismo politico ed anche che il lavoro
sporco si facesse lontano dal nord produttivo (coi denari e il supporto
"legislativo" dello stato), a spese di quelli che "nella munnezza ci stan-
no bene.
Per quanto mi consta ho coscienza che nella nostra città fiumi di
denaro vanno a finanziare irrilevanti iniziative "per le donne" e intanto
le donne violentate vengono invitate "a tornare a casa", fiumi di dena-
ro pubblico vengono spesi in una sanità contraria alle indicazioni del-
l'OMS, fiumi di denaro per finanziare l'amplificazione di fiumi di parole
distruttive o troppo compiacenti. Per quanto mi consta, nella nostra
città è venuta dalle donne una proposta per contrastare la violenza, a
partire da salde consapevolezze professionali dei centri antiviolenza ed
a partire dal dolore di essere troppo differenti dalle proposte che nel
quotidiano la politica ci costringe a vivere. La politica dei palazzi ma
anche quella dei signori dell'informazione, hanno deciso che semplice-
mente che viviamo già in un paese normale e che Napoli è "anormale"
e non un prodotto dei loro stessi teoremi, nei quali vivono alla grande.
Forse meno comodamente di prima, ma finché durerà, potranno per-
mettersi, come Giorgio Bocca, qualche momento di gloria, anche nel
declino ed un po' brilli, a spese degli inesistenti compratori di notizie.
Stefania Cantatore
Cara Stefania,
il tuo grido di dolore trova giustificazione nella constatazione quoti-
diana di tante intelligenze e potenzialità mortificate. Userei l'aggettivo
'immorale' per definire un paese che si rifugia nell'allarmismo, che crea 'il
caso', invece di affrontare con metodo e tenacia i nodi cruciali. Che sono
Tiziana Bartolini
Cara direttora