Numero 11 del 2006
Finanziaria che verrà: facciamo i conti
Testi pagina 4
novembre 2006 noidonne4
L'esame della legge finanziaria è nel pieno del suo dipanarsi men-tre mandiamo in stampa questo numero di 'noidonne', e non si
sa ancora se sarà posto il voto di fiducia per superare l'Everest di
emendamenti proposti da tutti, Ministri compresi. Ci aspettano an-
cora polemiche infinite, raffiche di dichiarazioni e attacchi sguaia-
ti. La confusione che ha preceduto e accompagnato tutte le fasi del-
la legge finanziaria, dalla sua gestazione all'assestamento in cor-
so, è stata notevole e ha sortito certamente l'effetto di creare allar-
me sociale e destabilizzazione. La ridda di dichiarazioni quotidia-
ne ha reso difficile decodificare i molteplici messaggi e il vistoso ca-
lo dei consensi per il Governo nei sondaggi è stato un campanello
d'allarme, non trascurato da autorevoli esponenti della maggio-
ranza. Ci sono stati errori nella comunicazione della finanziaria, è
stato detto per spiegare il meno 18%, ma partendo dal presuppo-
sto che nello staff di supporto al Governo ci siano professionalità
adeguate, l'argomento non convince. Il punto è un altro ed è bene
non eluderlo: la comunicazione efficace deve essere omogenea e
questa maggioranza non ha lanciato messaggi uniformi e coerenti,
non ha dato un'immagine coesa di sé. Il messaggio è stato debole
perché flebile è il legame che unisce l'Unione e la legge finanziaria,
che è la sintesi del progetto di Governo, ha risentito e risente di que-
ste difficoltà. Le differenti visioni della società e dell'economia tra
i partiti del centrosinistra sono tante e profonde. Sottoscrivere un
programma non equivale a superare i contrasti, che riemergono in
continuazione nella sua fase di attuazione. La pazienza di Prodi
appare inesauribile, ma il sondaggio parla di una sofferenza del
Paese che non può essere ignorata. Tanti elettori che hanno dato fi-
ducia al centrosinistra erano consapevoli delle difficoltà nel suo
amalgama ma, evidentemente, non sono disposti a tollerare più di
tanto. Per fare grandi riforme ci vuole un Governo forte e autore-
vole che non sia attraversato dalle polemiche pubbliche tra Mini-
stri. Del sondaggio, dunque, va accolto il senso più profondo, sle-
gandolo dal gradimento per i singoli provvedimenti e leggendolo in
relazione alla capacità del Governo di dare di sé un'immagine di
sicurezza, di lucidità, di chiarezza di intenti. Questa finanziaria
spalma tanti provvedimenti cercando equilibrio ed equità, ma al-
cuni elementi forti potevano essere sottolineati e, appunto, 'comu-
nicati', come ad esempio i non pochi provvedimenti a sostegno del-
l'occupazione femminile.
Se questo Governo deve durare cinque anni, l'immediato obiet-
tivo è cambiare il passo e dare il senso di condividere un grande
progetto, al di là dello specifico provvedimento che non potrà mai
trovare tutti d'accordo. Ciò non è accaduto con la finanziaria, do-
ve i numeri hanno imposto la loro dittatura e hanno impedito di
sognare. Insegna Zapatero che non sempre e non tutte le riforme
chiedono ingenti risorse economiche. In ogni caso, poiché le stanze
di Palazzo Chigi e Palazzo Madama sono ampie, possiamo sempre
sperare che le liti avvengano in famiglia per evitare di infastidire i
vicini con urla troppo alte.
Le polemiche e la comunicazione
Editoriale
Finalmente! Era ora
Insomma, meglio tardi che mai. E, speriamo bene. Escono al-
lo scoperto con una lettera - appello ......." la violenza contro le
donne ci riguarda, prendiamo la parola come uomini ".
Una élite di intellettuali e politici hanno lanciato questo ap-
pello, a livello nazionale, ed hanno cominciato con un incontro
a Roma lo scorso 15 ottobre, organizzato dalla filiale romana di
una rete che, non a caso, si chiama "maschile plurale "; incontro
aperto ad altre associazioni anche femminili.
Tiziana Bartolini
Cara direttora