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Numero 11 del 2008

L'inverno dei diritti


Foto: L'inverno dei diritti
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Testi pagina 4

novembre 2008 noidonne4
Di recente il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute hadenunciato che per fuggire ad una retata a Bari, una pro-
stituta senegalese è stata investita ed è morta. Il Comitato ha
chiesto di aprire un'indagine sull'operato delle Forze dell'Or-
dine "che si sono rese 'complici' della morte" di quella giova-
ne. Indirettamente - ma quanto indirettamente? - un disegno
di legge ideato per contrastare la prostituzione è responsabi-
le di quella morte e discutere se addossare la responsabilità
alla fatalità o alla politica
non servirà a restituire la vi-
ta ad una donna che l'ha
persa a soli 24 anni. E' sta-
ta una morte di serie B, che
i grandi flussi della comuni-
cazione non hanno ritenuto
degna di attenzione, insie-
me a chissà quanti altri fat-
ti analoghi. La dignità di
notizia da prima serata l'ha
avuta, invece, il pestaggio
del giovane Emmanuel a
Parma. I vigili urbani ave-
vano scambiato quel bravo
ragazzo, studente lavorato-
re, per un pusher e senza troppi preamboli lo hanno ridotto
talmente male che le tumefazioni erano evidenti persino sul-
la sua pelle nera. Aggressioni tra bande, con esiti più o meno
gravi, sono ormai quotidiane ed è sempre più difficile distin-
guere quelle di stampo razzista dai casi di pura bestialità ur-
bana. C'è un clima che consente di archiviare sotto la generi-
ca voce 'paura' tutta una gamma di problemi che richiedono
analisi e risposte complesse e articolate. Si va per le brevi e si
preferisce la scorciatoia dell'evocazione della sicurezza dietro
cui mascherare interventi ad effetto. Il tutto, tradotto in ter-
mini politici, produce provvedimenti destinati a durare qual-
che settimana, giusto il tempo dell'efficacia calcolata per lo
slogan coniato ad hoc. Questo vale per l'esecutivo nazionale
esattamente quanto per i sindaci -sceriffi inventori delle più
fantasiose ordinanze. Mentre il governo va avanti puntando
alla pancia della gente, dando risposte tagliate a misura di
presunti bisogni e privilegiando le banche invece dei lavora-
tori, le opposizioni stentano a ri-trovare una qualche sintonia
con i bisogni reali. Tempi difficili, non c'è dubbio, ma che po-
trebbero essere precursori di tempi anche peggiori perché, con-
tinuando ad agitare fanta-
smi, si eludono i problemi
veri e si perde tempo prezio-
so. Le situazioni incancreni-
scono ed inevitabilmente
peggiorano. Le competenze
per leggere e gestire anche le
più delicate problematiche
sociali abbondano perché in
tutti i campi si sono costrui-
te eccellenze e sono stati
sperimentati percorsi di re-
cupero. Dalle tossicodipen-
denze alla prostituzione alle
pari opportunità, dalle inte-
grazioni dei rom e degli im-
migrati alla lotta alle esclusioni degli svantaggiati, si sono
consolidate esperienze significative che oggi sono pressoché
ignorate in onore di un interventismo di superficie. Metodi e
filosofie che sono agli antipodi. E' un altro paese quello che
oggi decide e a cui, stando ai sondaggi, ben più che la mag-
gioranza degli italiani e italiane plaude. L'impressione è che
serpeggia la paura, quella sì vera, che i tagli ai servizi socia-
li e i sostegni alle banche ci costeranno forse di più in termi-
ni di perdita di diritti che di potere d'acquisto. Una politica
'altra' è indispensabile, e va sintonizzata con quel paese che
nei sondaggi è minoranza o tace, per lo sconforto di sentirsi
perdente più sul piano culturale che numerico.
Pensavate che nell'Anno Domini 2008 la parità tra uomo
e donna fosse un dato di fatto? Ebbene, vi sbagliate. Curo gli
interessi di una signora in una causa civile: questi i fatti. In
Sicilia esiste una Legge Regionale (5/2005) che ha istituito
nella regione i cosiddetti "cantieri di servizio", che altro non
sono se non la prosecuzione dell'istituto del "reddito minimo
di inserimento". In sede di emanazione del regolamento di at-
tuazione l'Assessore al lavoro ha stabilito che "al fine di evi-
tare fenomeni di lavoro sommerso è opportuno che vengano
assegnati ai programmi di lavoro i capi famiglia e soltanto in
presenza di oggettivi impedimenti......in sua vece potrà essere
inserito altro componente dello stesso nucleo familiare". La
mia cliente, in un primo tempo ammessa al cantiere di servi-
zi, è stata sospesa "in via cautelativa" perchè ha lavorato lei,
donna, in vece del capo famiglia, ossia il marito, uomo! Inu-
tilmente ho cercato di spiegare al Dirigente Responsabile del-
l'Ente che la figura del capo famiglia non esiste più nel nostro
ordinamento giuridico fin dall'emanazione della Legge di ri-
forma del diritto di famiglia nell'anno 1975, che, probabil-
mente l'Assessore Regionale al lavoro intendeva dire che solo
il marito o la moglie potevano essere avviati ai cantieri di ser-
vizi, e non altri componenti del nucleo familiare (ad esempio,
figli maggiorenni o altri familiari) con essi conviventi, e che,
in ogni caso, i vari Decreti e le Direttive Assessoriali erano
palesemente in contrasto con le norme giuridiche, interne e
comunitarie, in materia di pari opportunità: la mia assistita
è stata sospesa, una sua istanza di riammissione è stata ri-
gettata con la stessa motivazione, una causa "inutile" è stata
instaurata con dispendio di pubblico denaro. Perdonate il
mio sfogo, e scusate se vi ho tediato, ma mi piacerebbe tan-
Paure indotte e paura vera
Cara direttora
Tiziana Bartolini
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