Numero 6 del 2008
1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?
Testi pagina 4
giugno 2008 noidonne4
Le violenze che la cronaca ci 'regala' tutti i giorni superanoogni immaginazione per efferatezza e grado di disumani-
tà. La cosa che più ha colpito in alcune delle ultime uccisio-
ni è la giovane età degli assassini. Da Verona - con i nazisti
che hanno ammazzato di botte Nicola - fino a Niscemi - con
i tre compagni di scuola che hanno violentato, picchiato e
strangolato Lorena - c'è un'Italia percorsa da una povertà dei
sentimenti che impietrisce. Ogni caso fa storia a sé, a partire
dal tremendo episodio di Erika e Omar, che segnò tutti noi
istituendo una simbolica linea di demarcazione tra analoghi
delitti che pure erano accaduti in precedenza. Vero è, come è
naturale che sia, che la stragrande maggioranza dei giovani
non sono dissociati al punto di
diventare con noncuranza as-
sassini o violentatori. Per que-
sto non solo non è giusto gene-
ralizzare, istituendo una sorta
di 'categoria' di nuove delin-
quenze, o minimizzare, liqui-
dando di volta in volta gli epi-
sodi come selvaggi e isolati, ma
sarebbe sbagliato perché ci sol-
leverebbe dal dovere morale di
affrontare il problema nei termi-
ni corretti che la gravità dei fat-
ti richiede. Ogni fatto dovrebbe
essere affrontato nella sua spe-
cificità: la violenza sessuale di gruppo che precede l'assassi-
nio premeditato di Lorena avviene in un profondo Sud in cui
il maschilismo non è mai tramontato, mentre le condizioni
del pestaggio di gruppo di Nicola maturano in un modello di
crescita economica miope ed egoista del profondo Nord. Que-
ste due dimensioni sono davvero così lontane, oppure sono
due facce della stessa medaglia?
Se vogliamo provare a capire quello che sta succedendo
nella nostra società, a partire dai giovani, è indispensabile
cercare un filo conduttore che riconduca il tutto ad una pos-
sibile lettura di queste tremende realtà. L'esasperazione dei
fatti di cronaca da parte dei grandi media ha l'obiettivo di te-
nere altissima la febbre sul fronte della sicurezza. Solita sto-
ria: far aumentare la paura in modo che prevalga l'egoismo
sul buon senso. La destra ci ha vinto le elezioni, utilizzando
anche una sottovalutazione del problema da parte della sini-
stra e dello stesso Pd. I numeri, le statistiche dicono che i rea-
ti non sono tali da creare allarme sociale, ma la sensazione è
ben diversa: che si tratti di rom o rumeni, le elezioni hanno
dato ragione a chi ha giocato sporco lanciando slogan tanto
duri quanto inattuabili. Tanto poi tutte le retromarce passe-
ranno inosservate dal momento che dell'esercito delle badan-
ti non possiamo fare a meno, viste le condizioni in cui versa
il nostro welfare, così come non possiamo rinunciare agli im-
migrati nell'edilizia, pena la paralisi del settore. Per le forze
democratiche e progressiste è
giunto il momento di misurarsi
con tutte le contraddizioni che i
temi legati alla sicurezza porta-
no a galla. Come spiegano a
Verona che l'omicidio di Nicola
non ha niente a che vedere con
le paure degli immigrati? Come
giustificano a Napoli le aggres-
sioni ai campi Rom con un pe-
renne degrado sociale che con-
sente la convivenza e l'integra-
zione con la malavita organiz-
zata? Come spiegare il bullismo
che oltraggia e intimidisce i
professori un po' dovunque nelle scuole italiane? Per com-
prendere, gestire e recuperare queste aberrazioni non sarà mai
abbastanza adeguato nessun 'pacchetto sicurezza' e già sap-
piamo che i provvedimenti del governo non potranno incide-
re nel malessere profondo che vive la nostra società perché un
conto è dare certezza delle pene e velocizzare i processi - sem-
pre che ci si riesca - altro è saper interpretare le radici del con-
flitto che ha guidato gli assassini di Nicola e Lorena. Rela-
zioni umane in cui gli sms servono indifferentemente per co-
municarsi un appuntamento di lavoro o di morte sono rela-
zioni profondamente malate. Forse non è sufficiente vietare
gli sms per decreto, forse bisogna scendere un po' più nel pro-
fondo e capire cosa è accaduto ai nostri figli e a tutti noi
Siamo due donne che si sono conosciute su un forum in
quanto viviamo lo stesso problema. Siamo separate ed ab-
biamo in affido i figli. Purtroppo siamo vessate dai nostri ex
che pur di farci dispetti e ripicche non esitano a minacciarci,
denunciarci e soprattutto a coinvolgere i figli.
Entrambe ci ritroviamo con bambini terrorizzati che non
vogliono più andare con i rispettivi padri.
Ci dobbiamo anche scontrare contro la "legge" sorda e in-
capace di darci un aiuto concreto. Vorremmo conoscere altre
donne nelle stesse nostre condizioni per poterne discutere,
confrontarci e fronteggiare questo problema. Aspettiamo fi-
duciose, sappiamo di essere in tante ed è arrivato il momen-
to di proteggere i nostri figli realmente!
Giulia e Betta (sofiacaterina@yahoo.it)
Questo appello è arrivato via mail. Abbiamo pensato
che un aiuto concreto per queste due amiche - e per tutte
le altre donne in situazioni analoghe - fosse pubblicarlo nel
giornale sperando in ulteriore visibilità e sollecitazione. Lo
stimolo, speriamo, potrà essere raccolto anche da quelle
madri separate che, essendo riuscite a risolvere il problema,
possono dare qualche utile suggerimento o semplicemente
Voglia di sicurezza
Cara direttora
Tiziana Bartolini