Numero 2 del 2008
Politiche scomode
Testi pagina 4
febbraio 2008 noidonne4
Una uccisa, una sequestrata, un'altra imprigionata nellasua stessa casa. Benazir, Ingrid e Aung San sono tre don-
ne con storie diverse e con percorsi molto lontani per origine
e radici culturali.
Eppure i loro cammini sono legati da un fil rouge che ri-
conduce quelle esistenze ad un unico comun denominatore: il
bisogno di impegnarsi per migliorare le condizioni di vita nei
loro Paesi, per costruire la democrazia dove non è mai arri-
vata. E di farlo mettendosi in gioco del tutto, a costo di ri-
schiare la propria vita.
Su Benazir Bhutto, uccisa in un attentato dai foschi con-
torni il 27 dicembre scorso, riportiamo in questo numero al-
cune testimonianze di
donne italiane che,
avendola incontrata
o conoscendo bene gli
scenari politici in cui
si è mossa, ne valuta-
no in modo diverso
l'operato da Primo
Ministro del Pakistan.
Concordano, queste
testimonianze, nel ri-
conoscerle una deter-
minazione non comu-
ne e molto, molto co-
raggio.
A Ingrid Betan-
court abbiamo dedi-
cato la pagina della
donne del mese nella ricorrenza del sesto anno trascorso da
prigioniera nella giungla in mano alle FARC. Intorno alla sua
auspicabile liberazione si gioca una partita delicata sulla te-
nuta del sistema di potere colombiano. La questione, molto
complessa, è all'attenzione della comunità internazionale ma
non è detto che ciò possa bastare a determinare la liberazio-
ne sua e degli altri ostaggi.
Seguiremo con attenzione l'esito dei contatti in corso per
arrivare alla liberazione dagli arresti domiciliari in cui è co-
stretta da dodici anni la Premio Nobel per la Pace Aung San
Suu Kyi. Le cronache ci hanno raccontato che la leader del-
l'opposizione birmana ha partecipato simbolicamente alla
marcia pacifica dei
monaci contro il regi-
me militare che afflig-
ge il Myanmar da ol-
tre quarant'anni af-
facciandosi, in lacri-
me, dalla sua residen-
za a Yangon. Una
donna che hato molto
alla politica e che ha
ancora un cuore gran-
de, evidentemente.
Che dire di queste
donne che, a cavallo
di due secoli, hanno
deciso di svolgere un ruolo significativo ed estremamente sco-
modo nel corso della storia dei loro Paesi? Sono tenaci, certo.
Ma forse è ingeneroso limitarsi a questa considerazione.
Sono donne che hanno fatto le loro scelte nella consape-
volezza delle difficoltà che le avrebbero aspettate e c'è da ag-
giungere che, nonostante le situazioni ad altissimo rischio in
cui si muovevano, non si sono arrese di fronte alle fatiche e
ai pericoli.
Il loro essere in politica, nei rispettivi Paesi e nelle diffe-
renze oggettive, non le ha facilitate, ma anzi ne ha reso più
difficili e a rischio i percorsi. Donne uguali agli uomini, dun-
que, nella relazione con il Potere o nel modo in cui il Potere
tratta i nemici. Sem-
mai ci può essere un
maggiore accanimen-
to per il fatto che que-
ste donne giocano un
doppio ruolo come
nemiche, sia come
oppositrici politiche
che come appartenen-
za di genere.
Questa ultima è
decisamente un'ag-
gravante dal punto di
vista di chi intende
conservare gli equili-
bri, politici ma anche
maschili e patriarca-
li. E' una ragione in
più per reprimere, perseguire, perfino uccidere.
Non si può accettare, dal loro punto di vista, l'eventuali-
tà che attecchisca una visione diversa del Potere, un uso al-
ternativo della politica.
Forse sarebbe il caso che le donne, quelle dell'Occidente
soprattutto, cominciassero a mettere nelle loro agende delle
politiche di genere una maggiore attenzione alla sorte di que-
ste donne, aumentando lo spazio per la solidarietà e la sorel-
lanza rispetto alle divisioni di parte.
Se di guerra mondiale preventiva da parte del potere ma-
schile si tratta, allora quella che le donne devono combatte-
re per avere una minima speranza di ottenere dei risultati de-
ve essere giocata allo
stesso livello,visto
che le armi a nostra
disposizione sono di
altra fattura. Forse
questo ventunesimo
secolo potrebbe con-
sentire alle donne di
vincere qualche bat-
taglia, magari solleci-
tando le poche di noi
alla guida di nazioni
e inventando allean-
ze inedite, proprio
perché al femminile.
Politiche scomode
Tiziana Bartolini