Numero 10 del 2009
RU 486: la pillola ideologica
Testi pagina 4
ottobre 2009 noidonne4
L'autunno non ci porterà buone notizie. Anoi donne, si intende. Per fare la pace, il
Governo e il Vaticano dovranno conciliare,
farsi perdonare le 'esuberanze estive' il pri-
mo e valutare eventuali 'risarcimenti' il se-
condo.
Niente di più facile che si ritrovino d'ac-
cordo su un terreno che il PdL e la Lega con-
siderano cedibile, cioè quello che va dal te-
stamento biologico fino alla RU486. Le ali
armate dei falchi, Gasparri in te-
sta, hanno dichia-
rato che sono pron-
ti a fare di tutto pur
di contrastare la
possibilità di usare il
farmaco come alter-
nativa all'intervento
chirurgico per le inter-
ruzioni volontarie di
gravidanza, eventuali-
tà resa possibile dopo il
pronunciamento dell'AI-
FA sulla pillola abortiva.
Il rombo dei cannoni si ode anche per la disputa in-
torno all'obbligatorietà o meno dell'alimentazione e
idratazione artificiale in caso di stato vegetativo
permanente, nodo intorno al quale si gioca per tut-
ti noi la possibilità di scegliere come terminare la
propria avventura umana. Confidiamo nello stop
posto dal TAR del La-
zio, ma tremiamo al
pensiero che comun-
que in Parlamento ci
sono i numeri per ap-
provare una legge
che prevede, nell'im-
possibilità di manife-
stare la nostra volon-
tà, l'imposizione di
cannule e perforazio-
ni varie. La domanda che
ci assilla e alla quale non
riusciamo a trovare una
risposta logica è la se-
guente: come fanno depu-
tati e senatori del centro-
destra a sostenere che lo
Stato deve occuparsi di
faccende che riguardano
la sfera del privato (come
la morte della singola per-
sona oppure la scelta di
mettere al mondo un figlio) e contemporanea-
mente proibire le intercettazioni telefoniche o
gridare allo scandalo perchè un fotografo viole-
rebbe la privacy del Presidente del Consiglio.
C'è una visione strabica del privato e del pub-
blico, accanto ad una palese confusione tra il
ruolo dello Stato, i doveri delle istituzioni e i
diritti delle persone. Difficile prevedere se e
come finirà. Nel frattempo è il
caso di non
abbassare la
guardia, so-
prattutto noi
donne che da
un tale trambu-
sto rischiamo di
uscire malridot-
te. Per fortuna se-
gnali positivi non
mancano, a parti-
re dal dibattito che
alcuni quotidiani,
primo tra tutti L'Unità, ospitano e che non sem-
bra esaurirsi. La cronaca, terribile, offre continui
spunti per confermare la necessità di parlare al-
la società con voce di donna. L'assassinio mo-
struoso della giovane Sanaa da parte del padre,
dopo un'estate funestata da raffiche di femmini-
cidi, ne è ulteriore e drammatica prova.
Pubblico e privato, a “modo loro”
Cara direttora
Tiziana Bartolini
Chiara Santagada ha pubblicato nel nostro sito una ri-
flessione di cui pubblichiamo qui un estratto (chi volesse leg-
gere tutto il testo può trovarlo in www.noidonne.org) La con-
siderazione partiva dalle motivazioni della denuncia di Sil-
vio Berlusconi al quotidiano L'Unità. "..... Contestata pure la
citazione di battute di Luciana Littizzetto a proposito dell'u-
tilizzo, da parte del premier, di speciali accorgimenti contro
l'impotenza sessuale. 'Affermazioni false e lesive dell'onore'
del premier del quale, scrive il legale, 'hanno leso anche la
identità personale presentando l'on. Berlusconi come sogget-
to che di certo non è, ossia come una persona con problemi
di erezione'. Ebbene, non so cosa di preciso abbia detto Lit-
tizzetto, ma sono sicura che non può essersi trattato di 'affer-
mazioni lesive dell'onore del Premier'. Ne sono sicura perché
so che l'onore di una persona non risiede nelle sue mutande.
Questo anche se per millenni lo si è creduto per le donne, la
cui castità era il principale motivo di vanto per loro stesse e
per i loro uomini, padri, fratelli o mariti che fossero. Per non
parlare dell'illibatezza, requisito (quasi) indispensabile ad
ogni buon matrimonio in molte epoche del passato e a tut-