Numero 8 del 2009
Ozio pigrizia tempo libero
Testi pagina 4
luglio/agosto 2009 noidonne4
La morte in diretta della giovane manifestante iraniana Ne-da Soltani, simbolo della lotta di un popolo per la conqui-
sta della democrazia, e le scalate alla para-politica delle ve-
line in Italia, simbolo della decadenza della nostra democra-
zia, scandiscono in contemporanea i notiziari televisivi e le
pagine dei quotidiani. E' una narrazione della realtà dura da
accettare e che ci sovrasta in quanto esercizio di un potere
violento, maschile e maschilista. In Iran e in Italia 'quelle'
donne sono sulla scena con la loro fisicità, innumerevoli de-
clinazioni del protagonismo femminile.
Laggiù c'è un potere teocratico che pas-
sa attraverso il velo e le limitazioni del-
le libertà per le donne, da noi c'è un po-
tere volgare e mediatico che calpesta le
conquiste delle donne: deliri di onnipo-
tenza di uomini al potere (e di potere)
che uccidono persone (in Iran) e digni-
tà delle persone (in Italia), e fin qui
non ci sono novità, fatte salve le enor-
mi differenze tra i due contesti. Quello
che colpisce è l'uso del proprio corpo
che nelle diverse situazioni le donne hanno deciso di fare:
contrasto 'fisico' alla aggressività dei picchiatori governativi
nelle piazze di Teheran, mercificazione di se stesse per un bri-
ciolo di notorietà sugli schermi televisivi o come scorciatoia
per una carriera parlamentare che difficilmente intende la po-
litica come passione e servizio. Gli scenari sono a tinte fo-
sche, ma quello che in particolare brucia, da noi, è constata-
re che le lotte delle nostre tante 'Neda' sono rinnegate dalle
donne oggi, 'libere di' grazie a loro. Sono consapevoli di ciò le
varie 'papi-girls' felici delle scintillanti farfalline e tartarughi-
ne che hanno ricevuto in dono?
La loro sudditanza ha permesso all'avvocato Ghedini,
onorevole della Repubblica per nomina, di arrivare impune-
mente a definire 'utilizzatori finali' gli uomini che vanno con
le prostitute e poco importa se questa affermazione, dal suo
punto di vista, si è resa necessaria per difendere il suo clien-
te che è anche Presidente del Consiglio. Il punto è che lo ha
detto e ribadito senza provare la mini-
ma vergogna, né istituzionale né uma-
na. L'indignazione per il livello di ol-
traggio raggiunto, delle donne e degli
uomini, circola nella rete e sulle pagine
di qualche giornale, meno forte appare
nel paese vivo, forse ancora disponibi-
le a tollerare oppure ormai incapace di
cogliere la gravità di quanto sta acca-
dendo. La Caritas, dati alla mano, rac-
conta un paese sempre più povero, ma
- come non osservarlo - un paese che
non reagisce all'inadeguatezza del governo neppure utiliz-
zando lo strumento del voto.
Berlusconi, la sua immagine e il suo potere escono inde-
boliti dalla verifica elettorale, ma resta impressionante il nu-
mero degli italiani e delle italiane che gli hanno rinnovato la
fiducia nonostante il fragore degli scandali che hanno con-
trassegnato la campagna elettorale sostituendosi al dibattito
politico.
Corpi protagonisti e farfalle del potere
Cara direttora
Tiziana Bartolini
In occasione di un incontro con alcune classi dell'Istituto Magi-
strale "Erasmo da Rotterdam" Liceo delle Scienze Sociali di Sesto
San Giovanni (Mi) lo scorso mese di maggio abbiamo mostrato al-
le studentesse e agli studenti una sequenza di immagini pubblici-
tarie che utilizzavano le donne per veicolare il messaggio commer-
ciale. Abbiamo chiesto di scriverci per commentare e riflettere. Ec-
co una sintesi delle lettere che ci hanno mandato. Non c'è spazio
per rispondere, ma forse questi testi più che lo 'scrivere' ci chiedono
un 'fare'. Anzi, di 'tornare a fare'.
"Spesso camminando per le città si possono notare alcune pub-
blicità che sottolineano queste discriminazioni, soprattutto per re-
clamizzare prodotti maschili si vedono donne vestite parzialmente,
in pose e gesti provocanti. La donna viene vista come soggetto pri-
vo di mente e dotata solo di corpo. Quando viene menzionata l'in-
tera figura della donna è per sottolineare e attribuirle il ruolo che le
spetta: casalinga e madre, proprietà del marito e senza possibilità
di fare carriera.
L'articolo 3 della Costituzione Italiana esplicita l'uguaglianza
formale e sostanziale tra i cittadini; quindi ci chiediamo in quale
articolo della Costituzione vengono attribuiti i ruoli specifici della
donna? Da dove nascono queste discriminazione? Perché vengono
accettate come se fossero ormai "legittimate"? Perché spesso non ci
accorgiamo di queste immagini? Possiamo fare qualcosa per com-
battere questa condizione sociale perennemente a sfavore delle
donne?"
Debora Cassero, Chiara Clemente, Sara Coia, Claudia Elli, Desi Quate-
la, Chiara Senini classe VDso
"Viviamo in una società maschile, maschilista, androcentrica.
Un mondo dove la donna non è che oggetto della rappresentazio-
ne che l'uomo mette in scena, sua comparsa ed eventualmente
spalla, ma mai protagonista attiva della propria vita. In un tale
contesto, quale immensa fatica deve essere per la donna, uscire da
questa mistificata percezione della propria identità, oggettivata e
spogliata di qualsivoglia possibilità di autoaffermazione come sog-
getto....Quale immensa fatica, riappropriarsi della propria dignità!
Eppure, il movimento femminile esiste, lotta, si impegna nella ri-
scoperta dell'essere donna ed esserne protagonista, nel costante
tentativo di recidere le catene della subordinazione che molte, trop-
pe donne ancora ritengono tacitamente giuste... È naturale, dopo
tanti e troppi reflussi culturali, la donna si vede ormai con gli oc-
chi di un uomo, ed è Carol Gilligan la prima a constatarlo, auto-
revole voce nel soffocato coro di donne ed uomini demistificati. Al-
lora qual'è la soluzione, la risposta? Se "noidonne", e come lei tan-
te altre, non sono altro che il baluardo di una nicchia in contro-