Numero 3 del 2009
Una festa nella crisi: lotta marzo
Testi pagina 4
marzo 2009 noidonne4
Questo 8 marzo cade in un momento particolarmente tem-pestoso. La crisi globale, pesantissima, non è una ciclica
crisi economico-finanziaria. Gli esperti la definiscono 'strut-
turale', il che significa che o il sistema inventa altre chiavi di
lettura e altre ricette o non se
ne esce. In Italia l'incertezza
del lavoro e del futuro si ac-
compagnano alla certezza di
rimanere prigionieri di un de-
privante precariato. Il Gover-
no, con grandi annunci e pic-
coli provvedimenti a sostegno
delle industrie, pensa bene di
distrarci sollevando polveroni
su questioni che in altri tempi
sarebbero state meno che mar-
ginali.
Oppure talmente grandi da
meritare non grida inconsulte
ma attente riflessioni. Le pagi-
ne dei giornali sono occupate
ogni giorni da 'casi' che, esa-
minati con un po' di distacco,
appaiono evidentemente spro-
porzionati. Siamo raggiunti
dalle stesse urla per l'ennesimo
stupro e per il caso Englaro.
Differenti gli obiettivi, identico
lo scopo finale: scassare que-
sta democrazia e scardinare la
Costituzione. Siamo davvero
agli sgoccioli di uno scontro
unilaterale, cioè provocato
dalle destre, se il Presidente del
Consiglio Berlusconi (solo per
seguire la sua personale ambi-
zione di assicurarsi le condi-
zioni per diventare Presidente
della Repubblica? O forse c'è
dell'altro?) reclama pieni pote-
ri utilizzando una vicenda che
viceversa richiedeva il massi-
mo del pudore e della pacatez-
za. Senza scrupoli ha dichiara-
to che Eluana poteva perfino
generare, offendendo le donne e insultando la dignità che la
sofferenza richiede. Perfino negli Stati Uniti, sempre richia-
mati come esempio, il popolarissimo Barack Obama, presi-
dente eletto direttamente dal popolo, si confronta (e media)
con il Parlamento per gestire la
crisi e varare i provvedimenti.
Berlusconi, che calpesta impu-
nemente una Repubblica par-
lamentare, invoca maggiori
poteri per legiferare in un tema
delicato come il testamento
etico. Lui e il Governo da soli
hanno l'appannaggio di deci-
dere cosa è vita e cosa è morte.
Gran parte di questo italico
balletto sull'orlo del precipizio
si gioca sulla pelle delle donne,
minacciando diritti sanciti da
una Costituzione che è ogni
giorno aggredita e vilipesa.
E' una rappresentazione tut-
ta maschile del potere, accetta-
to anche se agito come un evi-
dente delirio di onnipotenza
che il premier ha contagiato al
Governo e a parte del Parla-
mento (ricordiamolo sempre:
un Parlamento di nominati,
non di eletti).
Ci sono fermenti diffusi e
reazioni autorevoli. Le donne
sono presenze attive di quella
Italia che non si lascia offende-
re dall'arroganza e dalla vol-
garità, ma faticano ancora a
trovare linguaggi e sintonie che
invece potrebbero dare loro più
forza nel quotidiano smarri-
mento. Un otto marzo difficile
questo. Ma forse l'inizio di una
nuova strada che magari stia-
mo già percorrendo. Magari
senza rendercene conto perchè
il paesaggio è nuovo e ci sen-
tiamo ancora spaesate.
Ho quattro figli piccoli e sono separata da due anni. Il
mio ex marito non ha mai versato l'assegno di mantenimen-
to per i nostri quattro figli, il più grande di quasi 8 e tre ge-
melli di 6 anni. Ad essere sincera l'assegno lo ha versato so-
lo i primi due/tre mesi poi, visto che in Italia non esiste una
legge che intervenga nei casi in cui (e ce ne sono tantissimi)
il padre separato risulti senza impiego, non lo ha versato
più.
Non ho molto tempo a disposizione per affrontare la que-
stione come vorrei, perché lavoro dalla mattina alla sera ri-
8 marzo nella crisi
Cara direttora
Tiziana Bartolini