Numero 1 del 1945
Le donne italiane hanno diritto al voto
Testi pagina 4
NOI DONNE
Un piccolo paese neutrale viene mm.
so dai Tedeschi. In poche ore grazie
al lavoro svolto da un agente locale
degli invasori, il piccolo villaggio in
cui u svolge l’azione è inleramenie uc«
cupola. Il capo della spedizione, colon-
nello Lanzcr chiede un’udîenm al sin-
daco Orden che si appresto a rieceverlo.
(3.: puntata)
La signora si rivolse ai- \dottore: — Nei tempi antichi.
le popolazioni... cioè, i loro capi, non usavano compli-
mentarsi a vicenda e bere un bicchiere di vino?
Il dottor Winter annui: —— Si, è esatto. — Scosse la te—
sta lentamente: — Forse allora era diverso. Re e Princi-
pi giocavano alla guerra come ora gl'inglesi giocano al-
la caccia.Quando la volpe era morta. si riunivano a ban-
chetto. Ma il sindaco Orden ha probabilmente ragione:
la popolazione può non gradire che egli beva il vino con
gli invasori.
La signora disse: —La popolazione. in questo momen<
to sta ascoltando la musica. Annie me l'ha detto. Se
questo è permesso. perchè noi non dovremmo far rivi-
vere le antiche usanze civili?
11 sindaco Orden la guardo ï¬sso per un istante‘ la
sua voce tu dura: -—— Signora, credo. col vostro permes-
so, che non berremo vino. Il popolo. ora. è confuso. Ha
vissuto in pace per tanto tempo. che non può credere alla
guerra. Ma imparerà , e allora non sarà più confuso. Mi
hanno eletto proprio per aver le idee chiare. Sei ragaz-
zi di questa città sono stati assassinati stamattina. l’en:
so che non sia. opportuno un banchetto. La gente non
combatte più le guerre per sport.
La signora s'inchinò leggermente. Qualche volta. mi-
la Iua vita, suo marito era diventato per lei il Sindaco.
Aveva imparato a non confondere il Sindaco con i] ma
rito.
Il sindaco Orden guardò l'orologio. e quando Giusep-
pe entro portando una tazzina di caffè. la prese con
i!†assente.
.— Grazie — disse, e ne sorbi un sorso. — Voglio aver
le idee chiare — continuo. come,'per scusarsi. ai dottor
Winteri fl— Sapete quanti uomini ha l’invasore?
— non molti -— rispose il dottore. 77 Circa duecento-
cinquanta, ma tutti con quelle piccole mitragliatrici.
Il Sindaco sorseggiò il suo caffè e fece un'altra doman-
da: — Che cosa accade nel resto del paese?
Il dottore alzò le spalle e le lascio ricadere.
—— Non c'è stata resistenza. in nessun posto? » doman-
do il Sindaco con ansia
E ancora il dottore alzo le spalle: — Non so, Ii tele-
graio è interrotto o controllato, Non abbiamo notizie.
— E i nostri ragazzi‘ i nostri soldati?
— Non so i disse il dottore".
Giuseppe lo interruppe: rHo sentito... cioè, Ai’inie ha
sentito...
-— Che cosa, Giuseppe?
— Sei uomini sono stati uccisi. signore. dalle mitra-
gliatrici: Annie ha sentito che tre sono stati feriti e fai—
ti prigionieri,
—- Ma erano dodici.
— Annie ha sentito che tre sono fuggiti.
Il Sindaco si voltò di scatto: — Chi è fuggito?
— Non la so. signore. Annie non l'ha sentito.
La signora passava l’indice su un tavolo per accertar-
si che non vi fosse polvere: — Giuseppe — disse — quan-
do verranno rimanete vicino al campanello. Potremmo
aver bisogno di qualcosa. E mettete l'altra giacca, Giu-
seppe. quella coi bottoni. —— Rifiettè un istante: — E, Giu—
seppe. quando avrete finito di fare quello che vi ho detto.
uscite dalla stanza. Fa cattiva impressione vedervi girare _
per la stanza ascoltando i discorsi: Fa provinciale.
w Sissi’gnora >7 disse Giuseppe.
Non offriremo vino. Giuseppe. ma potreste mette-
re qualche sigaretta in quella piccola scatola di argento.
E non strofinaie lo zolfanelio per accendere la sigaretta
del colonnello sulla suola delle scarpe: accendeteio sulla
scatola dei fiammiferi.
— Sissignora. .
Il sindaco Orden si sbottonò la giacca. tiro fuori l'oro-
logio e lo guardò, poi lo rimise a posto e riabbottonò la
giacca. cominciando da un bottone troppo alto. La si—
gnora gli si avvicinò e lo riabbottonù correttamente.
Il dottor Wintcr domando: — Che ora è?
— Cinque minuti alle undici.
w Un popolo ossessionato dal tempo > disse il dot-
tore. — Saranno puntuali. Volete che me ne vada?
Il sindaco Orden lo guardò estereiratto: — Andarve-
ne? No. no... rimanete... Sono un po’ spaventato -— dis-
se ridacchiando. come per scusarsi. —— Ecco. non proprio
spaventato. ma nervoso... e Aggiunsel scoraggiato: — Non
siamo stati conquistati da tanto tempo... — s’interruppe
per- ascoltare. In distanza si udiva il suono di una banda.
una marcia. Tutti si voisero in quella direzione e ascol-
tarono.
‘La. signora disse: , Eccoli. vengono. Spero che non
si aifolleranno qui in troppi. Questa non e una. stanza
molto grande.
Il dottor Winter domandò, ironico: i La signora pre-
ferirebbe la Sala degli specchi di Versailles?
La signora si guardò intorno, mordicchiandosi le lab-
bra. disponeva gia mentalmente i conquistatori. , E' una
stanza molto piccola e- ripete.
La musica della banda si fece un poco più forte. poi
cominciò a svanire. Si udl un leggero colpo alla porta.
g Chi può mai essere. adesso? Giuseppe. se è qualcu-
no. ditegii di tornare più tardi. Siamo molto occupati.
Il colpo iu ripetuto, Giuseppe andò alla porta, ne aprì
uno spiraglio, poi l'apri un poco di più. Una ï¬gura EH'
gia. con l'eimetto e i guanti. apparve.