Numero 1 del 1944
Il nostro compito
Testi pagina 4
.4 NOIDONNF
andafa
Sull' alto bagnato, la pioggia di novembre rado litta.
ll vento gira e caccia versoi capannoni scuri le (oglie d'olmo
ingiallite
Condoni da un sergente, l'nomo e la donna camminano
lungo le gigantesrhe aperture degli antri che naacondono
i bombardieri 1‘ sembrano piccolissimi. L'uomo ha una rin—
quantina d'anni, porla nn rapporto nero e un cappello
tondo: lil‘nl' il suo ombrello apervo sopra la donna. (‘ostei
ha press'a poca la stessa ma: i suoi capelli sono Ermi. e
cammina più lentameme. quasi sempre uno o due passi
dietro l'ombrello. Allora si deve riparare dalla pioggia con
la mano.
Attraversano il terreno: ora non sono più protetti dalle
rimesse e il vento ha cominciato ad ostacolarli, li getta l'uno
ronlrn l'altro. l’iù volto di seguito l'uomo gira la testa, alza
gli occhi sugli Stirling’s e poi subito li lascia e il suo sguardo
si perde lontano. La donna non ha ancora alzato gli occhi.
A Errori, signore, dice il sergente.
i _. Grazie, risponde l'uomo.
La donna tare ancora.
Sono giunti davanti ad un lungo fabbricato di un solo
piano. Sulla porta in lettere bianche, spicca:«Stato Mag—
giore r. ll sergente apre la porta per farli entrare, mentre
l'uomo rinnudv: l'ombrello. Lo studio del Comandante d'Ala
è in fondo al corridoio.
ll sergente bussa alla porta, apre e saluta. L'uomo ela
donna lo seguono, l'uomo entra per primo, si toglie il cap<
pello. La donna si tiene dietro a lui ed il suo viso non ha
alcuna espressione.
— Il signor e la Signora Shepherd, Signor Comandante
dice il sergente.
-—Oll, ma entrate.
Il sergente saluta, esce e chiude la porta.
— Buongiorno, comandante, dice l'uomo. La donna tace.
— Sedetevi, signora, fa il Comandante. F. voi, signore,
prego, accomodatevi.
Essi seggono lentamente. L'uomo si appoggia con tutto
il suo peso al parapioggia. Lo studio è piccolo e non vi
sono altre sedie. Il Comandante rimane in piedi, appoggiato
alla tavola. DiEU‘O di lui, sul muro, sono attaccate delle
tavole di percorso di voli.
Egli è giovanissimo. Con tutto ciò i suoi occhi grigio-
chiaro hanno l'aria stanca. Si direbbe che guardi lontanis—
simo dietro l'uomo e la donna, lontano dietro gli Stirlings,
allineati setto la pioggia. Tiene le braccia incrociate sul
petto e sembra sollevato quando l' uomo. guardandolo, si
decide finalmente a parlare.
—Noi abbiamo ricevuto la vostra lettera. Ma ci abbia-
mo tenuto a vedervi‘ _
—Sono contento che siate venuti.
—So che siete occupatissimo, ma bisognava che venis—
simo. Abbiamo pensare che ciò non vi avrebbe infastidito.
—A?'auo. La gente viene spesso.
—Noi vorremmo domandarvi...
-— Si. comprendo.
così...
(NOVELLA)
[i'uUmÙ Illullvf‘ lf' lnlllwa, rl‘llll’ St‘ ([(‘Q'x'r’ ?nl'lìFÎI llî‘l' Ilr'll'
lare, ma le parole non giungono. l'ig‘li apre la linrt‘n un
istante, sema rumore, t‘umr‘ se lialliettassr: l.a sua manu
si serra sul nmnu'o drli'uoilirello. male parole non gli vene
gono proprio. lnline €- |l l'illll?lHl?lH!‘ che parla. '
— oi vorreste sapere se si {- l'ano Inno rio t'llt‘ era pm
sibile per ernare nna disgrazia.
L'uomo ha l'aria merawgliata per come l'aliro illlllia p4»
tuto indovmare e non può l‘arevaltro rlie aìsl'lllirr‘ ron la
testa. '
. - il'utlo quello che era possibile I- stato l'ano.
(irazie, romandante.
— Ma vi sono delle rose che non si possono prevedere.
Ad esempio il bollettino meteorologico dichiara t'llt’ per le.
sedici, non v1 saranno, mettiamo. nuvole sulla (ierniania.
Dopo voi \'i andate e trovare delle grosse nuvole lungo
tutto il cammino e non riuscite neanche a scorgere il vo-
stro obbiettivo, eppoi... meltiamo...clie il l'orte gelo al ritorno,..
a E così dunque che...
77 l’ress'a poco. Non s1 sa mai. Non si può essere sicurii
Tutt'a un tratto, prima che uno dei due possa rispondere,
si sente il rumore terriliile di uno Stirling. Si direbbe che
rompa i muri della stanza. La donna, colta all'improvviso,
leva la resta come se avesse paura che l'apparecchio venga
a sfasciarsi coutm la ?nesrra. ll rombo degli apparert-lii
aumenta "' iìsamente, poi si arresta; e il rumore che si
è alzato ed è cessato sì bruscamente, pare che l'abliia spa—
ventata al punto di farla parlare:
— E perché non siete sicuro? Perché non ponete esserlo?
Egli non avrebbe dovuto andare. F. voi lo sapete. Voi sa—
pete bene che egli non avrebbe dovuto uscire.
—Ti prego, interrompe l'uomo.
— E così che giorno per giorno, voi inviate dei tagani.
Dei ragazzi che non hanno nemmeno cominciato avivere,
che non sanno cos'è la vita. Giorno per giorno voi li man-
date ed essi non ritornano. l‘. quesm per voiè niente. Per
voi è niente.
Grida fortissimo. L'uomo la abbraccia e le rimette a p0-
sto la pelliccia che ha al collo.
— Per voi e niente, Per voi è niente. Voi non ve ne
curate- Per voi è lo stesso.
—Mamma, le dice ancora l'uomo.
Braccia conserte, il Comandante d'Ala ?ssa il pavimento
ed attende pazientemente che la donna taccia. Questa con-
tinua per qualche minuto gridando e piangendo senza in.
terruzione, violenta e smarrita. In?ne spossata, tace. La pel-
liccia scivola dalle spalle e cade. L'uomo la raccoglie e la
tiene in mano. Anche lui ha l'aria smarrita.
Il Comandante va verso la ?nestra; guarda. Gli Stir-
lings girano dolcemente e brillano sotto la pioggia. La stanza
è immersa nel silenzio dacchè la donna ha smesso di gri‘
dare. Il Comandante torna sui suoi passi e poi si ferma
davanti ai due.
—Voi siete venuti per chiedermi qualche cosa, dice.
-—-Scusatela. comandante. vi prego; non ne può più.