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Numero 3 del 2007

Mimosa e non solo


Foto: Mimosa e non solo
PAGINA 39

Testi pagina 39

noidonne marzo 2007 39
Silvia, diplomata in psicopedagogia,due figli propri, ci spiega come fun-ziona la "Creche". "All'inizio i bimbi
accolti da questo asilo erano 30, adesso
sono 80. La denutrizione e la carie col-
pivano l'80% di loro, dopo due anni di
lavoro sono sparite. Alle sette arrivano,
si lavano, fanno colazione e rimangono
fino alle 17, molti di loro mangiano so-
lo a scuola: le loro madri sono domesti-
che e lavorano tutto il giorno per 70-
100 euro al mese (l'affitto minimo è di
100 euro). Hanno una media di 4 figli a
testa, spesso accuditi dalle nonne. La
Creche - continua orgogliosa Silvia - ha
messo il Comune di fronte al fatto com-
piuto è ha fatto sì che l'elettricità arri-
vasse nel quartiere. Abbiamo grossi pro-
blemi economici: le forniture alimentari,
già insufficienti e non equilibrate, ven-
gono ridotte a favore dei centri comu-
nali. Per fortuna abbiamo l'orto. Ogni
mese servono 700 euro di più di quello
che abbiamo a disposizione. Abbiamo
appena chiuso le iscrizioni con 100
bambini e abbiamo dovuto rifiutarne,
ma andiamo avanti". Le pareti e i pochi
mobili parlano. Il superfluo qui non ser-
ve e il necessario sta facendo miracoli.
"Abbiamo anche due bambini lebbrosi -
dice Silvia e, quasi per tranquillizzarci,
aggiunge - ma non sono contagiosi, le
medicine adesso curano la lebbra".
Una dopo l'altra le 8 giovani donne
che lavorano al progetto Cepami si pre-
sentano, lo facciamo anche noi rispet-
tando una tradizione locale. Quando
arriva il suo turno Sida decisa, ferma,
determinata, parla della consegna del
progetto a Modena Terzo Mondo, nel
2001. Dopo un anno di silenzio e di pre-
ghiere coi bambini in aule di foglie con
pavimenti di terra è nato quello che lei
definisce 'il matrimonio senza divorzio
fra un desiderio reale del posto e la co-
operazione italiana'. "La condivisione di
oggi è importante perché ci avete aiuta-
to senza conoscerci, credendo nel nostro
progetto. Il centro ha iniziato le sue at-
tività con 10 bambini, adesso conta
218 iscritti. La palestra che inaugurere-
mo sabato è importante perché lo sport
è vita, educazione collettiva per ap-
prendere e camminare insieme in una
forma che ai bambini e ai ragazzi piace
tanto". Al Cepami si recuperano i com-
piti e si fanno vari corsi, ludici e profes-
sionali. La scuola pub-
blica dura quattro ore e
mezzo, altre quattro ore
e mezzo i bambini e i ra-
gazzi le fanno al centro.
Al mattino chi va a
scuola al pomeriggio e
viceversa.
Sedute su una panca
al centro della sala Fati-
ma, Lucimer, Maria Ap-
parecida, Ivanir: sono le
donne dell'Associazione
Ascoseli. Manca Auseli-
na. Sono raccoglitrici di
rifiuti: un lavoro per so-
pravvivere. Hanno tro-
vato la forza di credere
in un sogno e, non senza
difficoltà, hanno forma-
to la loro cooperativa di
raccolta differenziata.
Adesso hanno un'isola
ecologica grazie a un
progetto di Modena Ter-
zo Mondo finanziato da
Geoves. L'abbiano inau-
gurata venerdì e questa
riunione serve a scoprire
come potremmo essere
ancora utili dall'Italia.
Il progetto così com'è
rischia di arenarsi. Han-
no una pressa messa a
disposizione dal Comu-
ne di Itapirapuà, ma
non hanno il mezzo per
raccogliere i rifiuti porta
a porta. Hanno le idee
chiare sul fatto che il la-
voro così come è adesso
non va. L'unica entrata è quella delle
due guardie notturne che sorvegliano l'i-
sola. Due dei loro mariti si dividono gli
stipendi messi a disposizione da Mode-
na Terzo Mondo, lavorando quindici
giorni per uno. Le donne dapprima par-
lano di macchine per metter su un labo-
ratorio di cucito (tappeti e prodotti tra-
dizionali) poi, quando diciamo che è
meglio far rendere quello che c'è già,
cioè l'isola, sembrano sollevate e chie-
dono formazione, un mezzo per la rac-
colta e una pesa per le balle pressate.
Quando le salutiamo vorremmo poter
lasciare certezze, ma non ne abbiamo.
In Italia proveremo a cercare le strade.
Mentre l'aereo decolla rivedo quei
volti sorridenti e sciupati, sento quelle
strette di mano fiduciose, e rivedo anche
le ricche tavolate dei fazenderos, le loro
case, le piscine. Penso a tante cose, fra
queste, a quella bimba di 15 anni mor-
ta d'AIDS per il piacere criminale di tu-
risti senza scrupoli. Una del milione di
bambini violati ogni anno solo in Brasi-
le. Non so cosa e non so come, ma qual-
cosa dobbiamo fare. Iniziamo dal no-
stro giornale?
* Assessora Pari Opportunità e Solidarietà
Internazionale del Comune di Soliera
Antonella Iaschi*
Dove le donne cambiano le cose
Brasile
la visita a Itapirapuà e un progetto di Modena Terzo Mondo a
favore di donne e bambini. Alla ricerca di sostegni
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