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Numero 2 del 2008

Politiche scomode


Foto: Politiche scomode
PAGINA 39

Testi pagina 39

Con quei fianchi limati da manne-quin anoressica, la figura sottile
come un termometro, Paolo Poli, ineffa-
bile, delizioso artista, può infilarsi negli
abiti che vuole. E lo fa con suprema ele-
ganza nella sua più recente preziosità
teatrale intitolata 'Sei brillanti
(Giornaliste Novecento)'. Volteggiando
soavemente infervorato in un arco di
tempo dagli anni Venti agli Ottanta del
secolo scorso, si identifica con sei effi-
caci narratrici di fatti e costumi legati
al loro tempo. Fa capolino un piccante
legame erotico fra distinte dame spiate
da una cameriera esterrefatta (Mura,
anni Venti); si disegnano desolanti,
macabre, grottesche tragedie di vita
(Paola Masino, anni Trenta). Si intuisce
Irene Brin nei curiosi ricami descrittivi
del dopoguerra; mentre il tuffo nell'eco-
nomia giuliva e nel rinnovamento pati-
nato degli anni Settanta avviene insie-
me a Camilla Cederna. Segue una petu-
lante Natalia Aspesi che munita di tac-
cuino tiene testa a un cardinale in tema
di aborto, famiglie, scapoli e infine, da
uno scritto brillante di Elena Gianini
Belotti, Adagio poco mosso, si agita con
misura salottiera una vedova che evoca
commossa un quadro domestico invaso
dai dispotismi e dai soprusi del caro
estinto.
I fili che uniscono le sei brillanti
penne sono l'ironia indaffarata e una
caustica, raffinata contestazione delle
banalità e delle ipocrisie dissimulate
nelle istituzioni, nella chiesa, nel costu-
me, nella società.
Ma l'impareggia-
bile menestrello
tagliuzza lieve-
mente tutto quel-
lo che sfiora.
Con scioltezza e
aristocratico dis-
tacco sussurra,
insinua e allude
appena: sempre
sul filo del
rasoio, sempre
con stile e un
garbo degno del
frac che indossa
fra una sma-
gliante toeletta
femminile e l'al-
tra.
Alla magia del suo tocco surreale e
alla perfezione del suo spettacolo ben
riuscito contribuiscono il linguaggio
ricco, preciso e ben scandito, le canzon-
cine maliziose (dai Tuli-tuli-tulipan del
Trio Lescano a Splendido Splendente), i
costumi usciti dall'estro di Santuzza
Calì e le scene di Lele Luzzati, una più
sorprendente dell'altra, ispirate ai gran-
di maestri del Novecento da Picasso, a
Balthus, da Delvaux a Bacon, a
Casorati. La tournée continua fino a
maggio. Chi non coglie l'opportunità
non sa cosa perde.
noidonne febbraio 2008 39
Mirella Caveggia
Sei brillanti penne
Paolo Poli
sono grandi giornaliste del ‘900
ad ispirare lo spettacolo in cui si
uniscono l'ironia indaffarata
e una raffinata contestazione
delle banalità
concetti e autori di Emanuela Irace
"E par malato tutto ciò che esiste".
Gorge Trakl
Scrive Sartre che ci si innamora quando si decide di farsi amare. Si imposta una
azione per riceverne un'altra. Si insegue per essere inseguiti. E' il "Puer Aeternus"
che si fa Re. E' il fanciullo che diventa adulto. Si cresce nel dolore. Ma si diventa
grandi nell'amore. Il rapimento e l'estasi dei mistici. La ri-scoperta di sé, o di ciò
che non si era ancora stati, ma che in fondo si percepiva come un poter essere.
Come possibilità o come sogno. In nuce. O sepolto dalla polvere delle consuetudi-
ni nei binari dati, dalla vita, dove una volta saliti in genere non se ne discende più.
Troppe le ramificazioni, i disequilibri che reggono altri equilibri spesso instabili ma
senza i quali il tutto non reggerebbe. Si vive come ci hanno insegnato. Come la
nostra porzione di mondo richiede. Come il momento storico pretende dettando
regole e abitudini e valori condivisi. Si vive senza paura di cambiare. Incerti e
lamentosi. Anestetizzati dal fare e dai problemi o dalle catastrofi personali e col-
lettive senza le quali sarebbe troppo gravoso e doloroso dare inizio alla giornata.
Ai conti con se stessi si preferiscono quelli con gli altri. Pensiamo di essere in quel-
lo che facciamo per poi accorgerci che la verità è molto più semplice e potente e
possiede mezzi che prima o poi adopera uscendo allo scoperto o mostrandoci la
nostra maschera più vera. Quella che ci cade a pennello e con la quale ci accorgia-
mo essere nati. La stessa che non vorremmo mai vedere per non mettere dubbio al
tutto. Quanta fatica e dolore per convincerci della gioia. Eros e Thanatos. Amore e
morte come nelle fiabe. Incantesimo da svelare. Vita da recuperare. Perché soltan-
to una ci è data. Altre non è. O forse si, se pensiamo che il mondo è stato creato,
e che nel giorno dei giorni saremo tutti al cospetto di Dio, liberi dai dolori, sani e
felici e senz'altra occupazione ne tempo. Che fare? Chiedeva Sartre e prima di lui
Lenin e prima ancora altri.Già, Che Fare? Piccoli passi o salti epocali. Cambiamenti
o rivoluzioni. Certezze o indecisioni. Maschile e femminile. Esterno e interno. E' il
potere di Ermes, in grado di mettere insieme mondi lontani, capace di connettere
alfabeti e storie diverse come nello sterminato mondo di internet. Dove più che la
realtà può l'immaginazione e il senso scappa al raziocinio perché come scriveva
Eraclito "le connessioni nascoste sono le migliori" e se non ci è dato sapere, seguia-
mo le impressioni sotterranee, quelle assurde e inesplicabili, senza l'arroganza di
spiegarle ma di attenderle, semplicemente e senza chiedersi perché.
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