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Numero 1 del 2008

Siamo in movimento


Foto: Siamo in movimento
PAGINA 39

Testi pagina 39

noidonne gennaio 2008 39
È già acqua passata il Torino FilmFestival, ma vale la pena di richia-
mare i segni della presenza femminile in
questa rassegna senza orpelli, che que-
st'anno sotto la direzione asciutta e
severa di Nanni Moretti ha mantenuto il
suo carattere originario.
Ha tutte le caratteristiche di un'opera
d'arte ed è appassionante come una
bella fiction 'Vogliamo anche le rose', un
documentario di Alina Marazzi, che
con acume e un filo di ironia affonda lo
sguardo sulla rivoluzione femminile,
affiorata con timidezza alla fine degli
anni '50 ed esplosa con vigore negli
anni '60 e '70. Documenti straordinari e
rare immagini di repertorio, frutto di
una lunga ricerca e ben amalgamate
con pungenti animazioni accompagna-
no l'esperienza di tre donne diverse per
provenienza e stato sociale, decise a
cambiare le cose e a sottrarsi a una
società patriarcale e maschilista. Sono
una ragazzina oppressa da un padre
ottuso, un'adolescente nell'incubo di un
aborto clandestino, una militante stret-
ta fra l'impegno femminista e quello sen-
timentale. Per questo film, che diverte e
interessa con temi ancora incandescen-
ti, la giovane regista già premiata al
Festival torinese per il bellissimo 'Un'ora
sola ti vorrei', dedicato alla madre sui-
cida, ha avuto un riconoscimento a
Locarno l'estate scorsa.
Da una stagione all'altra della vita.
Away from Her (Il distacco da lei)
opera prima dell'attrice canadese Sara
Polley, si volge alla condizione della
vecchiaia. In un cottage circondato da
un paesaggio innevato vive una coppia
che ha trascorso in armonia e serenità
mezzo secolo di vita. Li lega stima e
affetto, ma la degenerazione indotta
dall'Alzheimer che ha già intaccato le
facoltà mentali di lei, si profila deva-
stante. L'equilibrio si altera e la casa di
riposo - luminosa, confortevole e spieta-
ta - è l'unica soluzione. Lì accade l'im-
previsto: la donna che ha accettato il
ricovero, dopo qualche tempo si abban-
dona con innocenza ad un sentimento
di tenerezza e di dedizione per un anzia-
no ospite che ha conosciuto in gioventù.
Finale inatteso, un epilogo senza illusio-
ni, ma ancora illuminato dal sorriso
pallido di una stagione invernale che
chiude il corso della vita. È una Julie
Christie magnifica, in questo film degno
di un Oscar, a narrare con infinite sfu-
mature espressive il racconto senza
flash back e sdolcinature di un passag-
gio venato di tristezza, ma sempre vivo,
che dà la misura del tempo.
Si è invece invasi dalle sensazioni
incandescenti e irresistibili dell'adole-
scenza in un altro film di esordio,
'Naissance des pioevres' (Nascita delle
piovre) della ventisettenne francese
Céline Sciamma. Al loro debutto sullo
schermo sono anche le tre giovanissime
interpreti, la più piccola soprattutto,
Pauline Acquari, scovata per caso in un
giardino pubblico e di una bravura
eccezionale. L'intreccio si avvolge intor-
no ad una ragazza timida e insicura,
che durante una prova di danza acqua-
tica in una piscina rimane ammaliata
da una bella allieva, la cui spavalda
disinvoltura è tutta apparenza. Fra le
due ragazze unite da un vincolo segreto
si inserisce un giovanottello che le
indurrà a penetrare per strade diverse i
recessi più profondi della sessualità e
dei sentimenti. Sensualità e tenerezza,
titubanza e sfrontatezza si addensano
nel racconto delle prime esperienze ses-
suali. Pervaso da un'atmosfera tutta
femminile (i maschi appaiono e svani-
scono senza lasciare impronte), il film
di una disarmante franchezza e delizio-
samente audace mette in luce situazioni
vissute dai giovani d'oggi con inconsa-
pevole e per noi incomprensibile distac-
co. Altre brave artiste hanno
dato il loro apporto al festi-
val. Valeria Bruni Tedeschi è
la regista e protagonista di
'Actrices' (Attrici), un film che
parla di teatro, di camerini, di
palcoscenico. Allieva di
Patrice Chereau, ha elaborato
per lo schermo con la consue-
ta magnetica e trepidante sen-
sibilità i suoi ricordi personali
di vent'anni fa, quando ha
interpretato 'Un mese in cam-
pagna' di Turgenev.
Con 'Signorina Effe', Wilma
Labate ha inserito una storia
d'amore bella e tormentata
sullo sfondo di immagini di
repertorio (gli scioperi e della
marcia dei 40.000 della Fiat
nell'autunno dell'80), mentre
con il suo documentario 'In
fabbrica', Francesca
Comencini ha estratto l'essen-
za dell'industria italiana e lo
spessore umano dell'operaio.
Con immagini eloquenti,
espressioni, frasi e accenti
dialettali di tutta la penisola
ha tracciato un ritratto com-
movente di una categoria di
lavoratori a lungo segnata
dal disinteresse e dal silenzio.
Per questo film la regista di
'Mobbing' si è aggiudicata il
Premio Cipputi, che ogni anno
è attribuito al miglior film sul
lavoro.
Mirella Caveggia
Donne in rassegna
Torino Film Festival
significative le presenze
femminili all'appuntamento
torinese con il cinema
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