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Numero 8 del 2009

Ozio pigrizia tempo libero


Foto: Ozio pigrizia tempo libero
PAGINA 39

Testi pagina 39

39noidonne luglio/agosto 2009
Il racconto di Giovanna Nevyjel, 41 anni, che con
Claudia Ragazzoni ha creato la ditta di restauro
"Nevyjel & Ragazzoni snc Restauro d'Opere d'Arte",
con un organico totalmente al femminile.
La scelta di diventare una restauratrice di opere immobili
come affreschi e opere lapidee, avvenuta durante la scuola
di restauro frequentata a Brescia, ha comportato alcune scel-
te pratiche che hanno condizionato molti aspetti della vita,
sia privata che professionale.
Già durante la scuola, e per molti anni, il lavoro veniva svol-
to esclusivamente in trasferta con tutte le difficoltà del caso.
Non avere una città di riferimento, vivere perennemente con
la valigia e lo spazzolino pronti, cambiando spesso località,
spostandoci in treno o in automobili fatiscenti, è stata a
lungo la nostra quotidianità. Parlo sempre al plurale perché
io e Claudia Ragazzoni, la mia socia, svolgiamo questa attivi-
tà insieme fin dall'inizio, quando lavoravamo come dipen-
denti di una ditta di Firenze. Ci siamo conosciute
all'Università di Trieste, dove eravamo entrambe iscritte.
Claudia in quel periodo lavorava a Cremona e io studiavo
ancora a Brescia. La comune difficoltà di reperire i testi d'e-
same, le fotocopie e gli appunti necessari per sostenere gli
esami, ci ha hanno avvicinate velocemente. In quegli anni di
viaggi, lavoro e alberghi ogni tanto facevo un esame all'uni-
versità, coinvolgendo anche le persone a me vicino. Mia
madre per esempio era diventata ormai un'esperta nel recu-
pero e ricerca dei testi d'esame in tempi record (una volta mi
fece arrivare urgentemente un libro scongiurando il macchi-
nista del treno che mi consegnò il libro dal finestrino, pas-
sando con il treno nella stazione della città in cui lavoravo).
O come mio padre che mi registrava alcune cassette conte-
nenti gli argomenti attinenti all'esame, che io ascoltavo
durante il lavoro (se l'argomento era interessante tutto il
cantiere si passava la cassetta con la lezione su Machiavelli o
su Dante).
La trasformazione da dipendenti a libere professioniste è
avvenuta abbastanza naturalmente anche perché in fondo
sapevamo che quella era una delle poche strade percorribili.
Cosa che avvenne non senza preoccupazione, dato che non
avevamo una lira: ricordo che per aprire la partita iva abbia-
mo raccolto anche le monete sparse sui tappetini della mac-
china (e non erano euro).
Io e Claudia ci conosciamo da quasi vent'anni e ovviamente
abbiamo avuto le nostre discussioni, ma abbiamo guardato
sempre nella stessa direzione e questo ci ha consentito di
affrontare più facilmente i problemi che si sono presentati.
La nostra attività negli anni si è molto ampliata, e pur essen-
do una piccola ditta siamo riuscite a portare a termine alcuni
lavori di notevole importanza e piuttosto complessi a Trieste,
come il Tempio Israelitico, la chiesa Serbo Ortodossa (S.
Spiridione), la cattedrale di San Giusto, alternando anche
con alcune collaborazioni all'estero. Oltre al lavoro effettivo
bisogna pensare continuamente ai lavori che ancora non esi-
stono e quindi gare d'appalto, riunioni, sopralluoghi, pro-
grammazioni. Devo dire che né io né Claudia quando abbia-
mo cominciato immaginavamo di riuscire ad avere lavoro
non solo per noi stesse ma anche per altre persone, e questa
è una grande soddisfazione.
Non nascondo che questo è un lavoro duro che richiede
molti sacrifici e probabilmente non è pagato come dovreb-
be, ma per noi è già una fortuna riuscire a svolgere una pro-
fessione che ci appassiona e la possibilità di farlo con le per-
sone con cui si ha un rapporto sereno rende sicuramente più
facile affrontare ogni difficoltà. Penso sia superfluo dire che
oltre ad un legame professionale la nostra collaborazione si
basa su un rapporto di amicizia consolidata negli anni e che
senza l'aiuto di alcune delle nostre colleghe non avremmo
potuto raggiungere molti degli obiettivi realizzati. Infatti,
durante questo periodo molte cose sono cambiate, ora
siamo entrambe laureate, Claudia ha due bambini e la ditta
è composta da sei collaboratrici. Aver potuto realizzare tutto
ciò senza dover rinunciare alla propria vita privata è frutto di
un'intesa reale, dove ognuna di noi a seconda delle necessità
si è sobbarcata anche il lavoro dell'altra, e la società ha cer-
cato sempre di far fronte alle varie esigenze personali, non
solo economicamente.
Lavoro di squadra
pagine autogestite dall’UDI a cura di Ingrid Colanicchia
Giovanna e Claudia con Marilena Serventi e Marina Coffa
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