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Numero 5 del 2010

Non solo madri


Foto: Non solo madri
PAGINA 39

Testi pagina 39

noidonne maggio 2010 39
Un gruppo di donne provenienti danumerosi Paesi è chiamato a co-
struire e condividere obiettivi, scopi,
metodi e struttura organizzativa della
Rete globale dei Centri antiviolenza
(Global Network of Womens Shelter:
GNWS). Siamo al 28° piano di un grat-
tacielo a Broadway e, discutendo su co-
me aiutarci nella lotta contro la violen-
za alle donne, approdiamo all'idea che
è arrivato il tempo di costituire una
ONG mondiale riconosciuta dalle Na-
zioni Unite che abbia la mission di pro-
muovere politiche a sostegno dei Centri
antiviolenza a livello mondiale.
Attori di questo progetto sono le fe-
derazioni nazionali ma anche, per quei
Paesi ove non esiste una forma organiz-
zata, i Centri più rappresentativi. Come
è facile capirsi tra donne di tutto il
mondo con lo stesso back ground, con
gli stessi problemi quotidiani! Questa
condivisione profonda
mi rassicura sul fatto
che esiste ormai una
cultura condivisa
mondiale portata
avanti dal movimento
delle donne.
Il 1 marzo ci spo-
stiamo nella sede delle
Nazioni Unite per la
54° Commissione sul-
lo Status delle donne.
Oltre 2.000 donne di tutto il
mondo organizzano centinaia
di seminari e conferenze men-
tre contestualmente si svolge
la conferenza "ufficiale" del-
l'Assemblea generale della
Commissione sullo Status del-
le donne (CSW) che celebra i
15 anni del protocollo di Pe-
chino. Molti governi
hanno preparato de-
pliant, materiale, rela-
zioni e seminari: non-
ostante il disorienta-
mento e la massa di
informazioni non tro-
vo alcuna traccia del-
l'Italia tranne la sedia
vuota durante l'As-
semblea generale.
Le amiche del Ca-
nada invece, insieme alla loro
ministra, hanno trovato spa-
zio per un seminario con tutti
Centri antiviolenza della neo
costituita Rete, che per la pri-
ma volta ha l'occasione di
presentarsi in modo ufficiale
all'interno di un contesto più
che istituzionale.
La ministra canadese,
quella messicana ed austriaca presenti
a questo evento hanno ascoltato con at-
tenzione e promesso il loro sostegno.
Viene presentato il "Global Shelter data
count", uno studio che ha visto coinvol-
ti 24 Paesi sul numero di donne accolte
dai centri antiviolenza a cui hanno par-
tecipato 2.883 centri antiviolenza che
hanno aiutato 90.602 donne e 63.315
bambini.
La politica delle donne nei Paesi che
consideriamo terzo o quarto mondo ha
spesso più influenza sui governi di
quanto non accada da noi.
La piattaforma di Pechino e la CE-
DAW sono una concreta possibilità per
far sì che i progetti e il pensiero delle
donne di base possano contaminare e
invadere le istituzioni, ma rimane la do-
manda sul come noi, associazioni ita-
liane costituite recentemente nella gran-
de federazione nazionale "DIRE: donne
in rete contro la violenza alle donne",
possiamo essere parte attiva in questa
Rete mondiale, noi che viviamo con sen-
so di soffocamento il sessismo acuto che
permea la nostra realtà quotidiana.
Global Network Womens Shelters:
http://www.womenshelter.ca/global_network.php
Commission of Status of Women (CSW):
http://www.un.org/womenwatch/daw/beijing15/index.html
Donne in rete contro la violenza:
http://www.direcontrolaviolenza.it/
WAVE,rete europea dei centri antivolenza:
http://www.wave-network.org/
La sedia vuota alle Nazioni Unite
Rete globale dei Centri antiviolenza
Anna Pramstrahler
a New York incontro dei Centri antiviolenza in vista del secondo
Convegno mondiale nel 2012 a Washington
Una giovane donna vittima di violenza e un
uomo alla ricerca di se stesso. Questi i per-
sonaggi principali del romanzo "Il campo dei
colchici" di Maria Gabriella Giovannelli (Edi-
zioni Joker, Novi Ligure 2009), ai quali si ag-
giungono i boschi, la natura e le tradizioni
delle Dolomiti. Paolo, a una svolta della sua
vita affettiva e lavorativa, si trova in monta-
gna per una ricerca sui luoghi e il folklore. In
un rifugio dove passare la notte, il giovane
incontra Anna, una donna che dietro il si-
lenzio di un presunto disagio psichico, na-
sconde un passato misterioso, fatto di dolo-
re e dramma, di vicende innominabili celate
fra le mura domestiche, nella storia di una
famiglia apparentemente normale. Proprio
nella famiglia, nei suoi non detti, si celano vincoli che si trasformano in posses-
si e violenza. Il romanzo mantiene un ritmo serrato condotto sul filo del thril-
ling, capace tuttavia di indugiare sulla descrizione, penetrando nell'emozione,
nel battito del cuore con pagine d'intensità lirica. Non manca una dimensione
teatrale, chiusa nei dialoghi e nel confronto fra i protagonisti. Paolo e Anna si
cercano attraverso il destino dell'incontro, mettono a contatto le reciproche so-
litudini mediante la metabolizzazione e il superamento del passato. Nota Pier
Luigi Amietta nella prefazione come la narrazione metta in risalto due oggetti
simbolo, la segheria e la ruspa, capaci nelle loro funzionalità meccaniche di far
piazza pulita, cancellare e trasformare, allo stesso modo dei personaggi, tesi a
destrutturare e dimenticare il passato e le programmazioni che questo compor-
ta. Si tratta di un libro sulla violenza e sull'impatto psicologico di questa, ma an-
che del suo superamento per consentire alla vita di rinascere, di rifiorire nell'a-
more, come il campo dei colchi dell'anima che ogni individuo ha dentro di sé.
Luca Benassi
Il campo dei colchici
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